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            vince, e come posso aiutare altre petizioni importanti.</span>
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            novità su questa e altre importanti petizioni.</span>
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Dettagli della petizione

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Commenti

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Aggiornamenti

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METALLICA IN MOROCCO


METALLICA IN MOROCCO

Lanciata
21 agosto 2023
Firme: 8Prossimo obiettivo: 10
8
10
Firme
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PERCHÉ QUESTA PETIZIONE È IMPORTANTE

Lanciata da tarik NABIL

Metallica tour in some small places but not in Morocco, turkey and other big
cities/countries with a lot of fans. Please come to Morocco. Probably all
moroccans knows Metallica, will sacrifice their money to see them irl, sing with
them, and the most important thing, be happy.

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Milan, 20121
Italia

Sì! Fatemi sapere se questa petizione vince, e come posso aiutare altre
petizioni importanti.

No. Non voglio sapere se ci sono novità su questa e altre importanti petizioni.
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AGGIORNAMENTI

 * 5 sostenitori
   40 minuti fa
 * tarik NABIL ha lanciato questa petizione
   54 minuti fa

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RAGIONI PER FIRMARE

Firma questa petizione e aggiungi per primo il tuo commento.

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PETIZIONI CHE SONO PROMOSSE DA ALTRI UTENTI DI CHANGE.ORG

 * Promossa da 3.224 sostenitori
   Malattie rare in Italia? Una sentenza di morte per chi vuole vivere ancora
   Sono Francesca Clementi e da 700 giorni combatto un tumore raro: il
   Colangiocarcinoma (letteralmente TUMORE DELLE VIE BILIARI) intraepatico. Sono
   un membro attivo della SOCIETA' PAZIENTI ITALIANI COLANGIOCARCINOMA, APIC -
   https://www.apicinfo.it. Questa malattia è inserita nella lista delle
   malattie rare. In Europa l’incidenza media è di 1/3 pazienti ogni 10.000
   abitanti (nel 2020 in Italia ne sono stati riscontrati 5.400 casi). E’ una
   malattia subdola, non dà né dolore né sintomi di particolare rilievo, o,
   comunque, sempre riferibili ad altre patologie.Per una diagnosi di
   Colangiocarcinoma occorre una TAC addome o una Risonanza magnetica Epato
   Specific. Sono analisi che in SSN hanno lunghissimi tempi di attesa. Questo
   lungo percorso comporta che solo 1 paziente su 5 potrà alla fine accedere
   all’intervento chirurgico (unico trattamento risolutivo ad oggi). Per tutti
   gli altri c’è la chemio terapia (a volte con effetti collaterali, peggiori
   della malattia stessa), ma l’efficacia è limitata. Il tasso di mortalità è
   altissimo (3/6 mesi per pazienti non operabili o trattabili). Una SPERANZA
   però esiste: l’analisi genetica (su pezzo solido o liquido) del tumore. Ci
   sono moltissime società che negli ultimi anni si sono specializzate in questa
   analisi genomica, ma sicuramente la OneFoundation rimane una delle migliori.
   TEST GENETICO PERCHE’? Molti tumori sono provocati da mutamenti dei nostri
   geni: questi mutamenti possono essere ereditari o semplicemente avvenire nel
   corso della vita. La mutazione genetica, quando esiste, apre le porte a tutta
   una serie di farmaci (farmaci bersaglio, o target), che possono salvare la
   vita del paziente.Le mutazioni più frequenti nel colangiocarcinoma sono la
   IDH1/2 ed FGFR2: per questi casi ci sono farmaci testati dalla FDA americana
   che hanno portato ad un notevole allungamento della vita del paziente. La
   situazione negli Stati Uniti d'America è completamente differente. Non voglio
   dire che hanno trovato la panacea al male, ma sicuramente la FDA ha approvato
   molti più farmaci e linee terapeutiche rispetto all’ AIFA.Parliamo sempre di
   farmaci molto costosi, ma che in tanti casi possono prolungare la vita del
   paziente e/o ridurre la massa tumorale fino a consentirgli l’ accesso all’
   intervento. Per l’altissimo costo di questi farmaci c’è sempre la richiesta
   COMPASSIONEVOLE (https://www.aifa.gov.it/farmaci-a-uso-compassionevole e/o
   OFF-LABLE COMPASSIONEVOLE
   (https://www.aifa.gov.it/accesso-precoce-uso-off-label nel caso in cui questi
   farmaci non siano stati approvati dall' AIFA…PRATICAMENTE TUTTI). Uno di
   questi è L’IVOSIDENIB (TIBSOVO-farmaco di terza linea, quando le chemio
   classiche di prima e seconda non hanno avuto alcun effetto): farmaco che ha
   effetti POSITIVI immediati sui malati (con una comprovata mutazione genetica
   IDH: ma in EU non è stato ancora autorizzato, con la conseguenza che deve
   essere acquistato direttamente dalla Servier Pharmaceutical USA. Ogni
   confezione (parlato con il responsabile Farmaci esteri, sia per telefono che
   per mail, della farmacia del Vaticano, che lo potrebbe avere in max due
   settimane) costa fra i 45/50mila euro. Una confezione basta per un singolo
   mese di cura!Ma la prospettiva di vita di un malato di Colangiocarcinoma è
   molto breve, e quindi non conveniente come investimento e questo l’ AIFA lo
   sa perfettamente.POCHISSIMI DI QUESTI FARMACI A BERSAGLIO MOLECOLARE HANNO
   RICEVUTO APPROVAZIONE AIFA, visto che si tratta di farmaci SALVAVITA hanno
   tutti ricevuto approvazione FDA negli Stati Uniti. Per questo chiedo che
   questi farmaci vengano approvati dall'AIFA e non condannare i malati di
   malattie rare a una sentenza di morte, come accade attualmente, mi aiuti? NOI
   SIAMO PAZIENTI DESTINATI A MORIRE, NON TEMIAMO NULLA, CERCHIAMO SOLO DI AVERE
   PIU’ GIORNI PER GODERE DEI NOSTRI CARI E DELLE NOSTRE PASSIONI.Per questo ti
   chiedo di firmare la mia petizione.Leggi di più
   
   Francesca clementi
   196.860
   196.860 sostenitori
   Firma la petizione
 * Promossa da 2 sostenitori
   I marciapiedi ai soli pedoni: vorrei che restassero isole pedonali esclusive.
   Mi rivolgo ai cittadini romani utenti dei MARCIAPIEDI: riprendiamoci i nostri
   spazi! A Roma parecchi anni fa molti marciapiedi  sono stati ritagliati per
   far posto alle macchine parcheggiate, ora sono diventati condominio, legale
   di fatto, con bicicli elettrici o meno, monopattini, cassonetti, tavolini di
   bar e ristoranti, vegetazione spontanea, segnaletica stradale ecc.          
                    Oggi sono diventati i MOLI d'attracco per autoveicoli,
   spesso in seconda fila: furgoni, moto, cassonetti ed altro che assediano i
   marciapiedi rendendoli inaccessibili.   Uscendo di casa si ha difficoltà a
   trovare un varco per attraversare la strada. Quando si diceva delle "macchine
   al servizio dell'uomo", ora sembra che l'uomo sia al servizio delle macchine.
     Propongo ai cittadini romani di sollecitare il Comune a far rispettare
   l'esclusività dell'uso dei marciapiedi ai soli pedoni anche da parte dei
   turisti che vi circolano su monopattini.   Sarebbe compito dei così detti
   "Vigili urbani", ormai introvabili per strada, far rispettare le leggi ed
   educare i cittadini al loro rispetto. Queste forze dell'ordine hanno
   capitolato sul fronte della difesa dei diritti del cittadino pedone a
   vantaggio dell'automobilista a cui, di fatto, tutto è consentito. Siamo
   nell'era delle macchine ma i cittadini pedoni hanno ancora dei diritti? 
   Questa mattina, di caldo agosto, nel mio rione spopolato (Testaccio), con
   quasi tutti i negozi chiusi, ho fotografato oltre 25 oggetti intralcianti
   l’uso dei marciapiedi e sue pertinenze ed ho selezionato 3 immagini più
   rappresentative del pubblico disagio. Ma non vanno dimenticati i grandi viali
   cittadini (viale Marconi, viale Trastevere, Cola di Rienzo ecc.) i cui
   marciapiedi sono ingombri di banchi di vendita: abbigliamento, cibarie,
   cianfrusaglie varie ecc.  Spesso osservo persone anziane, mamme con
   passeggini o carrelli della spesa destreggiarsi tra gli ostacoli
   deliberatamente e irresponsabilmente lasciati su i marciapiedi, persino su i
   salvagente delle fermate degli autobus  Questi comportamenti incidono sulla
   qualità della vita dell'Homo sapiens urbanizzato. Domanda: ma le leggi a che
   servono se non vengono fatte rispettare?  Il progresso non può identificarsi
   solo con quello tecnologico: i diritti civili sono indice di civiltà di un
   popolo. IL RISPETTO (L’AMORE) DEL PROSSIMO DOVREBBE ESSERE UN DOGMA CRISTIANO
   e non solo.      Non l’arte d’arrangiarsi a scapito degli altri: questo è
   egoismo e menefreghismo!  Quindi ribadisco l’invito a ciascuno di voi a
   sottoscrivere questa petizione al Comune di Roma a far rispettare gli spazi
   pubblici riservati ai PEDONI almeno su i marciapiedi e strisce pedonali.Leggi
   di più
   
   Giovanni Borgianelli
   41
   41 sostenitori
   Firma la petizione
 * Promossa da 7 sostenitori
   INDAGATE MCKINSEY
   Nel 2018 Eva Reali, una persona deceduta nello stesso anno, rilasciò una
   testimonianza in cui denunciava un probabile atto corruttivo, da parte della
   multinazionale McKinsey, ai danni delle nostre Istituzioni.
   https://youtu.be/BAF7AtNzyd0 Nonostante questa testimonianza sia ormai di
   dominio pubblico e in diverse questure italiane sia stata sporta denuncia, i
   media si rifiutano di parlarne e la magistratura non se ne occupa. Noi
   chiediamo che si faccia immediatamente luce su una vicenda che ci riguarda
   tutti e che potrebbe avere ripercussioni enormi di interesse collettivo.
   INDAGATE MCKINSEY!Leggi di più
   
   Andrea Tosatto
   2.112
   2.112 sostenitori
   Firma la petizione
 * SALVIAMO L'ORSO MJ5!❤️...e tutti gli altri orsi!❤️
   Versione in spagnolo Salve a tutte/i, visto che "UNITI" possiamo farci
   sentire, "STOPPIAMO QUESTA ATROCITA' INSIEME" infatti è IMPENSABILE DECIDERE
   DI ABBATTERE UN MAGNIFICO ORSO", esemplare unico, "perchè ogni essere è
   unico" e solo perchè nel SUO HABITAT, sentendosi chissà, probabilmente in
   pericolo, ha aggredito un uomo, solo per difendersi. A quanto si legge in un
   comunicato, pubblicato sul sito della provincia di Trento, MJ5 è stato
   identificato nelle ultime ore grazie all'esame del Dna ed è un maschio di 18
   anni, che non si era mai reso protagonista di altri episodi simili, né aveva
   manifestato comportamenti a rischio.Il governatore della provincia autonoma
   di Trento, Dottor Fugatti ha spiegato che, la scelta di abbattere l'animale è
   stata fatta "in considerazione della gravità dell’episodio accaduto e della
   possibilità, che possa verificarsi nuovamente". Ha poi aggiunto di averne
   parlato con il ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin e di aver
   informato l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
   (Ispra), come stabilisce la legge. A questo ente, però purtroppo spetta solo
   formulare un parere non vincolante.  Da news online si legge che,
   il presidente Fugatti abbia detto: "È un esemplare che si muove molto".Il
   mammifero è stato tra i primi ad essere inseriti nel progetto Life Ursus per
   reintrodurre gli orsi sulle Alpi a partire dagli anni '90. Il governatore
   Fugatti, pare abbia fatto sapere che, prima di procedere aspetterà il parere
   di Ispra, ma questo non condizionerà la loro decisione. Ha anche sottolineato
   che l'orso responsabile dell'aggressione è un esemplare che si muove molto,
   motivo per cui "possiamo catturarlo la prossima settimana, come tra sei
   mesi." (E CON TUTTO IL CUORE, MI AUGURO PROPRIO NON RIUSCIATE A
   CATTURARLO!).      Il commento della associazioni animaliste pare esser
   stato:"Con la decisione di abbattere l'orso, la giunta si è attirata nuove
   critiche".                      L' Organizzazione Internazionale Protezione
   Animali (Oipa), per esempio, ha fatto sapere che procederà con l’accesso agli
   atti per comprendere l’esatta dinamica dei fatti, anche in vista di un
   eventuale ricorso al Tar. Pare poi, abbia aggiunto: "Anche stavolta
   assistiamo a uno scarico di responsabilità da parte del presidente Fugatti,
   che in questi anni ha fatto conoscere a tutta l’Italia le sue prassi nei
   confronti della fauna selvatica, che popola la sua terra", pare sempre da
   news online, che il presidente dell’Oipa Massimo Comparotto abbia denunciato,
   aggiungendo: "La Provincia pensi a prevenire questi episodi, anche informando
   la cittadinanza e gli escursionisti come ci si comporta in montagna, invece
   di evocare come sempre catture e abbattimenti". A TAL PROPOSITO, UNIAMOCI PER
   RIUSCIR A FERMARE, QUESTO TERRIBILE E INSPIEGABILE, (A MIO PARERE)
   ABBATTIMENTO. MI RIVOLGO POI A LEI PRESIDENTE FUGATTI: CONSIDERI LE MIE
   PAROLE E SI FERMI CON LA SUA DECISIONE!  L'ORSO HA DATO TANTO AL TERRITORIO,
   IN QUESTI 18 ANNI E ORA SOLO PERCHÈ A 2000 MT di altezza, CREDENDOSI
   CERTAMENTE IN PERICOLO, NEL SUO HABITAT NATURALE, SI È PROBABILMENTE SOLO
   DIFESO (l'escursionista poteva tenere al guinzaglio il suo cane, bisogna
   saper come comportarsi e rispettare la montagna) E CON LA SUA FORZA FISICA,
   IL MAGNIFICO ORSO AVREBBE ANCHE POTUTO UCCIDERE, MA COME VEDE NON LO HA FATTO
   E SE UN ANIMALE HA AVUTO UN ANIMO NOBILE, LA DECISIONE DI ABBATTERLO SAREBBE
   SOLO UN' INSPIEGABILE E IGNOBILE DECISIONE, PRIVA DI SCRUPOLI". CONFIDIAMO
   VIVAMENTE, IN UN SUO IMMEDIATO RIPENSAMENTO.FERMI L' ESECUZIONE!  ...e
   PIUTTOSTO LO FACCIA INSERIRE IN UN'AREA PROTETTA, eventualmente monitorandolo
   a distanza, ma preservi la specie!    Leggi di più
   
   Micaela Presta
   164.218
   164.218 sostenitori
   Firma la petizione
 * Dare priorità per il riconoscimento dell'invalidità civile dei malati SLA
   Sono Marco, un malato SLA a cui è stata diagnosticata la malattia a Giugno
   2022. La SLA è una malattia neurodegenerativa  progressiva che colpisce i
   motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che
   permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Al momento non esistono
   cure in grado di fermarla e il suo  decorso è in genere rapido con esito
   infausto. Le disabilità indotte dalla SLA sono invalidanti  e richiedono il
   supporto da parte dei caregiver, dei familiari e delle strutture sanitarie.
   Insieme alle gravi difficoltà progressive imposte dalla malattia, un malato
   SLA è costretto ad attendere i lunghi tempi del riconoscimento
   dell'invalidità civile. Nel mio caso, in Trentino, sono in attesa da quasi 6
   mesi della  prima visita di accertamento medico-legale  per la concessione
   dell'invalidità. In 6 mesi, un malato SLA, vede degenerare le proprie
   condizioni in modo significativo rispetto a quelle descritte nella
   documentazione di presentazione della domanda: la SLA non aspetta la
   burocrazia! Chiedo il vostro sostegno per la presentazione di una petizione
   che imponga tempi rapidi e prioritari per il riconoscimento dell'invalidità
   civile  per le malattie degenerative che causano gravi disabilità quali la
   SLA.Leggi di più
   
   Marco Marini
   45.687
   45.687 sostenitori
   Firma la petizione
 * Per la Sanità Pubblica!
   Un gruppo di donne e uomini con ruoli idee e funzioni diverse, insieme ad un
   gruppo di professionisti sanitari, ma anche semplici cittadine e cittadini
   preoccupati per l'attacco alla già indebolita sanità pubblica, hanno deciso
   di fare qualcosa. Ecco la ragione di questo appello, dare vita ad una vasta
   mobilitazione in difesa della sanità pubblica. Vi chiediamo di firmare,
   diffondere e condividere perchè senza una sanità pubblica efficiente e con
   risorse adeguate non esiste il diritto costituzionale alla salute. Ecco
   l'appello: Per la sanità pubblica La salute è un diritto fondamentale per
   tutte le persone, che la nostra Costituzione tutela e che lo Stato deve
   garantire. Purtroppo le condizioni in cui versa il nostro SSN sono
   drammatiche. Rispetto alla riforma del 1978 c’è stato un cambiamento
   demografico non ancora metabolizzato in modo adeguato: siamo una società
   invecchiata e che invecchierà ancor di più. Sono anni che lo Stato non
   investe quanto necessario in termini di risorse finanziarie, professionali,
   riforme. L’impatto della pandemia sull’intero sistema aveva aperto la
   speranza per adeguati investimenti sul servizio sanitario. Così non è
   avvenuto, quanto meno in termini congrui.  Un sistema già indebolito,
   costretto a dare priorità alla gestione della pandemia, ha raggiunto
   risultati efficaci grazie allo straordinario impegno professionale, ma
   contestualmente si è infiacchita la capacità di risposta assistenziale ai
   bisogni delle persone, le liste d’attesa sono incrementate, l’accesso a
   prestazioni a pagamento è aumentato in modo esponenziale, il ricorso a
   sistemi assicurativi è stato stimolato e, più in generale, è aumentato
   l’abbandono delle persone fragili per salute, età, condizioni
   economico-sociali. All’impatto pandemico si sono aggiunte le ricadute
   economico-finanziarie dovute alla guerra in Ucraina, l’inflazione, il caro
   bollette, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria delle Regioni,
   dei Comuni e delle famiglie. Siamo di fronte ad un pericolo incombente: il
   superamento dell’universalismo sanitario del SSN con l’avvio di fatto di un
   universalismo selettivo la cui conseguenza sarà una sanità che si rivolge
   prioritariamente ai poveri, progressivamente più povera, aggravando quelle
   diseguaglianze che sempre più caratterizzano il nostro Paese. È unanimemente
   riconosciuto che già oggi le differenze inaccettabili nella società, in
   rapporto a istruzione, condizioni di vita e di lavoro, età e genere portano
   anche a diseguaglianze di salute. Le persone socialmente più disagiate si
   ammalano di più ed hanno maggiori difficoltà di accesso tempestivo a servizi
   di buona qualità. La fine dell’universalismo peggiorerà ulteriormente le
   cose. Oggi serve con urgenza un coordinato insieme di provvedimenti con
   l’obiettivo di: - avere più medici, infermieri, personale sanitario e
   assistenziale per garantire accesso ai servizi, recupero liste d’attesa,
   riorganizzazione dei servizi territoriali. Personale adeguatamente formato e
   valorizzato, riconoscendone il ruolo strategico e adeguando salari, diritti,
   progressioni di carriera; - rafforzare l’assistenza territoriale per dare
   concretezza alla presa in cura delle persone, sostegno ai caregiver,
   integrazione sociale e sanitaria per garantire la domiciliarità. Particolare
   attenzione va posta alle aree interne, montane e collinari; - rivedere
   l’organizzazione della medicina generale e pediatrica di libera scelta e
   assicurare l’operatività di team multi professionali; - mettere in sicurezza
   gli ospedali a partire dai PP.SS e dall’Emergenza-Urgenza; - fare realmente
   delle Case della Comunità una sede in grado di semplificare l’accesso ai
   servizi, un luogo di partecipazione dei cittadini, del volontariato, del
   terzo settore; - rafforzare i dipartimenti di salute mentale, prevenzione,
   sicurezza sui luoghi di lavoro; - rivedere e innovare anche i percorsi
   formativi con maggiore collaborazione fra SSN e Università; - investire in
   ricerca pubblica e intervenire sul mercato farmaceutico. L’opposto della
   recente riforma di Aifa. Riforme a scala nazionale, rafforzamento
   dell’universalismo nell’accesso ai servizi hanno un valore insostituibile ma
   necessitano di maggiori risorse. Poiché il Paese non può indebitarsi
   ulteriormente, se vogliamo evitare il ritorno a sistemi
   mutualistici-assicurativi, queste risorse vanno reperite con un sistema
   fiscale equo e progressivo. I segnali che emergono dalla legge di bilancio di
   questo Governo vanno in direzione opposta: risorse nettamente insufficienti
   per servizi sociali e sanitari, l’espansione della flat tax, i condoni e il
   sostegno all’evasione fiscale. Ancora più preoccupante l’accelerazione del
   percorso legislativo per introdurre, anche in Sanità, l’Autonomia
   differenziata. Premessa per una dirompente risposta frastagliata, Regione per
   Regione, a problemi trasversali che riguardano l’intero sistema sanitario e
   che da tempo richiedono una risposta unica e nazionale: un altro grimaldello
   per abbattere l’universalismo e per consolidare le disuguaglianze regionali
   che caratterizzano da sempre il nostro SSN. I necessari provvedimenti per la
   messa in sicurezza del nostro Servizio Sanitario Nazionale non sono più
   rinviabili . IL MOMENTO È ORA!! I primi sostenitori e firmatari dell'appello:
   Abbonizio Marzia. Segretaria Spi CGIL Forli Allegni Gessica. Sindaca
   Bertinoro Alni Daniele Baredi Elena. Insegnante Bargossi Malu'. Presidente
   Auser Forlì Bissoni Giovanni. Pensionato Borghesi Laura. Medico Bozzoli
   Matteo. Sindaco Cesenatico Brigliadori Michela. Infermiera Bucci Silvia.
   Segretaria CGIL Cesena Calcoli Claudio. Medico Calipari Marilena.
   Dipartimento Sanità Pubblica Rimini Camporesi Roberto. Pensionato Carradori
   Tiziano. Direttore Ausl Romagna Ceccarelli Paola. Infermiera Chicchi Giuseppe
   gia Sindaco Rimini Cimatti Antonella. Terapista Clementi Giovanni. Coord.re
   servizi riabilitazione Rimini De Pascale Michele. Sindaco Ravenna. Presidente
   CTSS Dradi Lisa. Segretaria FP CGIL Ravenna Errani Vasco gia' Senatore
   Feletti Francesco. Medico. Segretario ANAAO Garavini Milena. Sindaca
   Forlimpopoli Garcea Nicola. Segretario Spi CGIL Cesena Giacomini Ornella.
   Segretaria FP CGIL Rimini Giorgini Maria. Segretaria CGIL Forlì Guerrini
   Andrea. Pres. CDA Tecnici Prevenzione Ambiente luoghi lavoro- ordine TSRM-
   PUTRP Forlì Cesena Rimini Lattuca Enzo. Sindaco Cesena Lucarelli Christian.
   Segreteria FP CGIL Rimini Lusenti Carlo. Medico Marangolo Maurizio. Medico
   ospedaliero pensionato Masini Nadia gia' parlamentare Masotti Maura.
   Segretaria Spi CGIL Ravenna Masotti Mirko. Segretario FP CGIL Forli- Cesena
   Melandri Marinella. Segretaria CGIL Ravenna Micheletti Simona. Medico
   Montalti Stefano. Presidente fondazione Alzheimer Morgagni Diana. Medico
   Morgagni Federico. Cooperatore Neri Walter. Medico Palazzi Ignazio. Medico
   Palmarini Paolo. Segretario UIL FPL Parma Alice. Sindaca S. Arcangelo
   Pavolucci Isabella. Segretaria CGIL Rimini Petitti Emma. Presidente Assemblea
   legislativa Emilia Romagna Planari Lorenzo. Segretario PD Cesena Poggi
   Loretta. Coordinatrice quartiere 9 Forli' Raimondo Claudia. Architetto
   Sadegolvaad Jamil. Sindaco Rimini Sanniti Stefano. Ingegneria biomedica
   Sarpieri Carlo. Presidenza reg.le Auser Simoni Nadia. Pensionata Sintoni
   Francesco. Dirigente Ausl Romagna Soldati Meris. Segretaria Spi CGIL Rimini
   Taroni Francesco. Prof. Alma Mater Travaglini Giuseppe. Medico Turicchia
   Giorgio. Medico Urbinati Graziano. Presidente Federconsumatori Rimini
   Valbonesi Daniele. Sindaco S. Sofia. Segretario PD. Forlì            Leggi di
   più
   
   Movimento per la Sanità Pubblica
   132.604
   132.604 sostenitori
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 * Deducibilità spese per assistenza alla persona in Italia
   Dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore il nuovo aumento per gli stipendi di
   Colf, baby sitter e Badanti, che crescono del 9,2%.   Per la badante
   convivente a tempo pieno la paga base passa da 1.026€ al mese a 1.120,76€,
   cui vanno aggiunti contributi, tredicesima, Tfr, pasti, ferie. Il costo per
   la famiglia può arrivare a 125€ al mese in più. Per una babysitter di un
   bambino sotto i sei anni (a tempo pieno, non convivente) che lavora 40 ore a
   settimana i costi passano da 1.234 € a 1.348€ (1.743 euro annui in più). 
   Questo genera due rischi: quello di aumento del lavoro nero e quello di
   povertà per le famiglie che hanno bisogno di assistenza. Vogliamo quindi
   chiedere al Governo di concedere la detraibilità al 19% di tutto l'importo
   speso nell'assistenza alla persona. Ad oggi è concessa solo la deducibilità
   dei contributi INPS e la detraibilità al 19% dell'importo massimo di 2.100€,
   per chi ha un reddito inferiore ai 40.000€. Vorremmo, invece, che lo
   stipendio della badante fosse equiparato alle spese mediche, per aiutare le
   famiglie e contrastare il lavoro nero. Leggi di più
   
   Acli Provinciali Bologna
   105.568
   105.568 sostenitori
   Firma la petizione
 * Basta morti inutili e mamme sole! Chiediamo di garantire accompagnatori H24
   alla nascita
   Dalla Pandemia negli Ospedali di tutta Italia sono entrati in vigore
   regolamenti che oggi persistono senza una reale necessità sanitaria o
   organizzativa per le Strutture Ospedaliere. Il fatto di cronaca del 7
   gennaio, dove all'Ospedale di Roma Sandro Pertini è tragicamente morto un
   neonato durante l'allattamento è una ennesima tragedia evitabile a cui
   assistiamo. Questi anni di Covid sono migliaia i neo-genitori che hanno
   vissuto, ancor più di prima, esperienze di degenze ancor più isolanti e
   maltrattanti, senza che vi siano motivazioni giustificate, in un momento
   della vita già delicato che dovrebbe portare con sé momenti positivi. Nella
   maggior parte dei reparti maternità l’ingresso agli accompagnatori è
   consentito soltanto poche ore al giorno. Ma non in tutti. E' fondamentale che
   vi sia una linea unica, dove non vi siano esperienze di parto di serie A o di
   serie B, ma sappiamo bene che in Italia sia utopia. La violenza ostetrica che
   permea quotidianamente nelle strutture Italiane miete vittime inconsapevoli
   creando traumi psicologici gravi che hanno effetti non solo sulle mamme ma
   anche sui loro bambini. Chiediamo che vi siano più controlli e il supporto
   alle famiglie soprattutto nei momenti parto e post-parto, i quali sono
   estenuanti, fragili e difficili da affrontare, siano guidati dagli esperti
   anzichè ostacolati, con cura e con consapevolezza, mettendo. i bisogni delle
   mamme e l'assistenza a loro al centro. La condivisione dell'esperienza parto
   con il/la propri* partner fin da subito permette alla coppia genitoriale di
   crearsi, consolidarsi, affrontando tale esperienza uniti, e l'accudimento,
   l'alleanza di quei giorni sono fondamentali protettori da depressioni
   post-partum e difficoltà materne psicologiche quali ansia, rabbia e
   fragilità.  Spesso la carenza di personale non garantisce un sostegno
   continuativo alle puerpere, e per questo chiediamo che i protocolli
   ospedalieri siano aggiornati e che sia consentito l’ingresso h24 a un
   accompagnatore, garantendo l'accesso in tutti gli Ospedali Italiani del
   partner o familiare al momento parto e durante tutta la degenza. Perchè se
   non sono i reparti maternità a garantire aiuto concreto e professionale alle
   neo-mamme almeno non siano abbandonate nelle proprie stanze a rischio di
   situazioni tragiche come quella appena accaduta a Roma. Mama Chat,
   associazione che dal 2017 supporta donne tra cui mamme e famiglie in
   difficoltà si schiera con forza e invita tutte le persone e gli enti,
   associazioni e aziende che sentono a cuore questa causa di unirsi a noi in
   questa petizione.Leggi di più
   
   Associazione Mama Chat
   178.510
   178.510 sostenitori
   Firma la petizione
 * CIBO: SPRECO ALIMENTARE DELLE COMPAGNIE AEREE
   Alla ripresa dei viaggi dopo gli anni della pandemia, molte compagnie aeree
   stanno ripensando gli spazi, i servizi da offrire e molto altro. A queste
   azioni si dovrebbe affiancare il corretto impiego e riutilizzo del cibo.
   Alcuni addetti alla ristorazione e pulizia di aeromobili in aereoporti
   internazionali (es. Ginevra) denunciano l'enorme spreco di alimenti
   confezionati ed assolutamente integri. L'umanità sta affrontando sfide
   epocali (guerre, carestie, disuguaglianze, etc.) che riuscirà a sconfiggere
   esclusivamente con azioni concrete nella quotidianità. Quindi anche un
   "semplice" volo aereo impatta negativamente sull'ambiente se gestito come
   fatto finora: senza alcuna attenzione allo spreco alimentare. Coinvolgere
   realtà dei territori vicino agli aereoporti, istituzioni, associazioni di
   volontariato è fondamentale per evitare inutili costi all'intera
   collettività. Firmate questa petizione affinchè si ponga rimedio ad una delle
   tante situazioni che vedono derrate alimentari sprecate. Solamente con
   l'aiuto di ognuno di voi porteremo un sostanziale miglioramento. Un volo
   aereo affascina perchè avvicina al Cielo, facciamo in modo che avvicini anche
   alla terra, accanto a chi è in difficoltà! (nella foto un carrello di un
   aereomobile al termine di un volo)Leggi di più
   
   Ale Bassa
   143.900
   143.900 sostenitori
   Firma la petizione
 * Appello per la vita di Fahimeh Karimi
   Egregi Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore in Italia della Repubblica
   islamica di Iran Gholamhossein Mohseni Ejei, capo della magistratura iraniana
   Antonio Tajani, Ministro degli Esteri Fahimeh Karimi, allenatrice di palla a
   volo, madre di tre bambini piccoli, è stata arrestata a Pakdasht, nella
   provincia di Teheran, oltre un mese fa. L’accusa sarebbe quella di aver
   sferrato dei calci a un paramilitare in una delle manifestazioni che hanno
   fatto seguito alla morte di Mahsa Amini, la giovane di 22 anni presa in
   custodia dalla polizia morale iraniana, il 16 settembre scorso, per via di
   una ciocca di capelli che sfuggiva al suo hijab. Karimi è stata prima
   detenuta nella prigione di Evin, poi trasferita in quella di Khorin. La
   Stampa e i sottoscrittori di questo appello chiedono il rispetto dei diritti
   di tutti coloro che da giorni manifestano pacificamente e che nonostante
   questo vengono brutalmente repressi e ingiustamente arrestati. In
   particolare, i sottoscrittori di questo appello chiedono la decadenza
   immediata delle accuse e il rilascio incondizionato di Fahimeh Karimi. La
   pena che le è stata inflitta è umanamente, moralmente e giuridicamente
   inaccettabile. Oltre tutto non c’è evidenza di nessun regolare processo a suo
   carico e dunque, in attesa della sua scarcerazione, deve esserle assicurato
   un contatto costante con la  sua famiglia e con un avvocato da lei scelto
   liberamente. Il rispetto dei diritti umani appare in questo momento
   gravemente violato dalla Repubblica islamica dell’Iran. Italia e Unione
   europea non possono voltarsi dall’altra parte, ma devono esercitare continue
   e crescenti pressioni per garantire la salvezza e l’incolumità delle migliaia
   di arrestati nelle proteste di piazza.
   https://www.change.org/p/appello-per-la-vita-di-fahimeh-karimi               
                                     Leggi di più
   
   La Stampa
   342.704
   342.704 sostenitori
   Firma la petizione
 * Lo Stato paghi gli aumenti delle bollette
   I prezzi di luce e gas hanno raggiunto livelli mai visti prima. Famiglie e
   imprese stanno ricevendo bollette con rincari insostenibili (per le aziende
   energivore si arriva ad aumenti anche del 1.200%). E nei prossimi mesi –
   avverte l’Arera – i rialzi continueranno, principalmente per colpa del
   conflitto in Ucraina e della speculazioni finanziaria. La situazione è
   estremamente grave: siamo di fatto in un’economia di guerra. Le famiglie
   quest’anno spenderanno in media 1.231 euro in più per le utenze domestiche,
   mentre secondo Confartigianato 881mila piccole imprese rischiano di chiudere,
   lasciando senza lavoro 3,5 milioni di persone. Per questo motivo The Post
   Internazionale ha deciso di farsi portatore di un appello affinché sia lo
   Stato a sostenere il peso dei rincari sulle bollette. Lo abbiamo fatto con
   questa petizione su Change.org e sul nostro sito. In Europa la trattativa sul
   tetto al prezzo del gas non si sblocca, in primis per l'opposizione della
   Germania, che ha annunciato che procederà per conto suo - in barba alla
   solidarietà interna all'Ue - con un maxi-piano di aiuti da 200 miliardi di
   euro. Nell'attesa che qualcosa finalmente si muova a livello comunitario, un
   intervento compensativo dello Stato è “indispensabile”, come ha osservato
   anche Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. I provvedimenti messi
   in campo finora dal Governo – dall’azzeramento degli oneri ai crediti
   d’imposta – hanno alleviato solo in minima parte l’onda d’urto del
   caro-bollette. Ma dalla scorsa estate si è registrata una nuova impennata dei
   prezzi che ha reso quelle misure del tutto insufficienti. Come abbiamo
   raccontato sul TPI, molti cittadini e imprenditori non riescono più a pagare.
   Di fronte ai rialzi monstre di questi ultimi mesi serve quindi un intervento
   più deciso: chiediamo allo Stato di farsi carico del 50% degli aumenti su
   luce e gas. Ne va della tenuta del nostro sistema economico e sociale, come
   fu per gli aiuti pubblici durante le fasi più difficili della pandemia.
   Secondo la Cgia di Mestre, un intervento di questa portata costerebbe circa
   35 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Per limitare l’impatto sulle
   casse statali, e dunque sul debito pubblico, si potrebbe cominciare andando a
   colpire gli extraprofitti realizzati dalle società energetiche.  Sì, perché
   se la maggioranza di famiglie e imprese sono in ginocchio, l’altra faccia
   della medaglia è che ci sono aziende che con il caro bollette si stanno
   arricchendo a dismisura. Eni, ad esempio, nei primi sei mesi del 2022 ha
   realizzato 7,4 miliardi di euro di utile (l’anno scorso, nello stesso periodo
   di tempo, l’utile era stato di 1,1 miliardi). Il Governo Draghi ha introdotto
   una tassa del 25% sugli extraprofitti di queste aziende, ma la norma è stata
   scritta male – il prelievo è calcolato sull’imponibile Iva anziché sul
   differenziale di utile – e molte compagnie si stanno rifiutando di pagare:
   degli 11 miliardi di euro attesi entro fine anno, per ora lo Stato incassato
   solo 2 miliardi.  Per finanziare almeno in parte un intervento pubblico più
   deciso contro il caro-bollette si potrebbe, da un lato, aumentare la
   tassazione sugli extraprofitti dal 25 al 100% e, dall’altro, riscrivere la
   norma applicando il prelievo sull’effettiva differenza fra l’utile di
   quest’anno e quello dell’anno passato. Si tratta di una norma di equità:
   perché i profitti realizzati da queste aziende non derivano da una loro
   migliore performance sul mercato ma da fattori esterni come la guerra e la
   speculazione finanziaria. L’aiuto statale sui rincari delle bollette potrebbe
   essere modulato in modo da favorire le famiglie con redditi più bassi e, fra
   le imprese, quelle più energivore e quelle che in seguito alla stangata
   sarebbero più esposte al rischio chiusura. Inoltre, l’intervento potrebbe
   essere modulato in modo da incentivare, per chi se lo può permettere, la
   riduzione dei consumi. Una questione ancora sottovalutata, infatti, è quella
   degli approvvigionamenti di gas: se le forniture dalla Russia dovessero
   andare riducendosi ulteriormente, si renderebbe inevitabile nei prossimi mesi
   un razionamento energetico. Ecco perché se conteniamo la domanda oggi,
   potremo avere più risorse domani. Ci aspetta un autunno/inverno molto
   difficile e non c’è tempo da perdere: se anche tu ritieni che lo Stato
   dovrebbe farsi carico degli aumenti delle bollette, firma questa
   petizione.Leggi di più
   
   The Post Internazionale (TPI)
   132.403
   132.403 sostenitori
   Firma la petizione
 * Mio figlio in APNEA da 2 anni!
   Sono Laura, mamma Ragusana di due bambini. Mio figlio Lorenzo ha quasi
   quattro anni e mezzo, e da più di due anni soffre di ipertrofia adenoidea. 
   Da giugno del 2021 Lorenzo è stato messo in lista d'attesa per essere
   sottoposto ad intervento di adenoidectomia, perché ritenuta l'unica soluzione
   ,in quanto tutte le possibili cure prescritte e attuate non sono state
   efficaci. È da due anni infatti,che soffre di apnee notturne, si risveglia
   durante la notte facendosi sempre la pipì addosso, fa così fatica a respirare
   che la sua postura e la sua arcata dentaria si stanno compromettendo. Si
   sveglia stanco e irritabile. Neache nel periodo estivo ha avuto tregua e
   stiamo andando avanti a somministrazione di cortisone ogni due settimane. È
   da più di un anno che circa una volta al mese sollecito gli otorini per
   conoscere lo scorrimento della lista d'attesa , e ogni volta mi viene data la
   stessa risposta: "Operiamo solo le emergenze, non abbiamo sedute operatorie
   per i bambini". Questa situazione a mio avviso è inaccettabile! Non è
   possibile che ,quello che è definito dagli stessi otorini un semplice
   intervento di routine, non possa essere più effettuato!  Se questa situazione
   non dovesse sbloccarsi, sia mio figlio che gli altri bambini della nostra
   provincia, rischiano di avere compromesso il loro diritto alla salute oggi e
   le relative conseguenze nel tempo. Rivolgo quindi questa petizione alla
   direzione sanitaria dell'ASP 7 di Ragusa,  affinché il problema descritto
   venga al più presto preso in seria considerazione e risolto! Mia intenzione,
   è quella di non fermarmi, in questa protesta fin quando mio non respirerà
   normalmente!    Leggi di più
   
   Laura Criscione
   107.473
   107.473 sostenitori
   Firma la petizione
 * ORA LEGALE PER SEMPRE
   ORA LEGALE TUTTO L’ANNO RISPARMI PER ALMENO 1 MILIARDO DI EURO  EFFETTI
   POSITIVI SULLA SALUTE  NEL 2022 ORA LEGALE HA FATTO RISPARMIARE A FAMIGLIE E
   IMPRESE 420 MILIONI DI kWh DI ENERGIA [ENGLISH VERSION] Per contrastare il
   caro-energia e consentire a famiglie e imprese risparmi sulle bollette di
   luce e gas, la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo
   No profit, chiedono alla Commisione Europea, al Parlamento Europeo e al
   Governo Italiano di istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando
   l’obsoleto passaggio ora legale/ora solare. “La politica discute di
   razionamenti del gas alle imprese, il sabato in DAD per le scuole e riduzione
   della durata dei riscaldamenti dal prossimo autunno, ma dimentica che già dal
   2018 il Parlamento Europeo ha approvato con l‘84% dei voti favorevoli
   l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di
   fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o legale.
   Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di
   luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas,
   determinerebbe nel nostro paese risparmi sui consumi di energia stimabili in
   circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”. Chiediamo al Governo
   Italiano di adottare nel nostro paese l'ora legale definitiva. Il risparmio
   energetico derivante dall’adozione permanente dell’ora legale consentirà tra
   l’altro di tagliare le emissioni climalteranti per un totale di 200.000
   tonnellate di CO2 all’anno, con conseguenze positive sulla salute umana oltre
   che risparmi economici dovuti alla riduzione della combustione di fonti
   fossili per illuminazione e riscaldamento – calcolano Sima & Consumerismo.
   Prima dell’impennata dei prezzi del gas, Terna ha quantificato in 420 milioni
   di kilowattora l’energia elettrica risparmiata nei 7 mesi del 2022 in cui è
   in vigore l’ora legale, con un minor consumo di elettricità in 15 anni pari
   in Italia a 10 miliardi di kilowattora, per un totale di 1,8 miliardi di euro
   risparmiati grazie all’ora legale.  “È per questo che chiediamo al Governo
   Draghi o al successivo di prendere immediatamente questa decisione demandata
   agli Stati nazionali dal Parlamento Europeo, invitando gli altri Paesi
   dell’Unione a fare altrettanto”.Leggi di più
   
   CONSUMERISMO & SIMA
   297.879
   297.879 sostenitori
   Firma la petizione
 * #IoStoConSilvia - Mai più vittime di stalking e di violenza!
   #IoStoConSilvia - Mai più vittime di stalking e di violenza!   Ciao, sono
   Adriano e sono il fratello di Silvia, una giovane di 30 anni che ormai da
   troppo tempo, come molte donne, vive nel terrore a causa di uno stalker.
   Questa è la sua storia: nel gennaio 2021, per via delle dipendenze da droga
   del suo ex compagno, Silvia decide di lasciare questo ragazzo. Da questo
   momento in poi comincerà  la strategia del terrore nei suoi confronti:
   appostamenti fuori al lavoro, fuori casa, minacce con coltelli, percosse.
   Tutto questo finché le denunce fatte da Silvia portarono ad un divieto di
   avvicinamento, subito violato dallo stalker.  A questo punto partirono i
   domiciliari, ma lo stalker, purtroppo, ha un forte potere a livello
   psicologico nei confronti di Silvia e riesce a manipolarla: in collaborazione
   con il suo avvocato, riesce a convincerla a ritirare tutto, in cambio lui
   promette che sarebbe sparito per sempre. Inutile dire che così non è stato e,
   dopo alcuni mesi, lo stalker rientra in azione. La chiama continuamente, le
   manda centinaia di messaggi, minaccia amici e parenti, crea decine di profili
   falsi. Silvia è costretta più volte a cambiare casa e lavoro. La sua vita
   diventa un inferno. La strategia dello stalker è impietosirla, accusarla,
   farla sentire in colpa, minacciarla. Tra i messaggi che lui le invia, ce ne
   sono alcuni che mostrano le vene sanguinanti con scritto "mi sto uccidendo
   aiutami!" per proseguire con "vedi cosa mi stai facendo fare" e "se non mi
   aiuti dico a tutti cosa mi stai facendo fare", oppure ancora "scusami ti
   chiedo solo di aiutarmi" e così via. Un giorno, lo stalker, ha anche
   incendiato la sua macchina dicendo a Silvia che si sarebbe dato fuoco. Silvia
   ricomincia a denunciare ma i tempi sono lunghi, troppo lunghi. L’ultimo
   episodio risale a qualche settimana fa, quando lo stalker in questione si è
   presentato sotto casa per attenderla al suo rientro e nostra madre,
   spaventata, ha chiamato me per intervenire. Ne è seguita una colluttazione
   durante la quale sono stato colpito molte volte da lui e, solo dopo tempo e
   grazie all’intervento dei nostri vicini, sono riuscito ad allontanarlo. Ma
   potrebbe tornare ancora, e allora cosa possiamo fare? Tutto questo non
   sconvolge solo la vita di Silvia, ma anche quella di sua figlia di 11 anni
   che vive nel terrore, di sua madre diabetica che sta male quando lo stalker
   entra in azione e di suo padre con problemi di cuore, un cuore che ogni volta
   cede quando deve soccorrere la propria figlia nel momento di terrore.  Per
   questo ti chiedo di firmare e condividere questa petizione, perché quello che
   sta succedendo a Silvia potrebbe accadere anche a te, ad un tuo famigliare,
   ad un tuo parente o un tuo amico/a. In seguito agli ultimi fatti è stato
   disposto l'arresto dello stalker, ma non sappiamo se questo verrà confermato.
   Come Silvia ce ne sono tante che non hanno voce, questa petizione è anche per
   loro". Proprio in questi giorni stiamo assistendo a tante storie di donne che
   rimangono uccise da uomini violenti. Facciamo sì che il nome di Silvia non si
   aggiunga a questa brutta lista. Per fare questo, c’è bisogno di mettere in
   pratica queste azioni: - inasprimento delle pene  - braccialetto elettronico
   geolocalizzatore  - assistenza psicologica a 360° che stia veramente vicino
   alle vittime di stalking e che non si riduca ad un semplice rimedio in casa
   protetta -perizia psichiatrica allo stalker con misure cautelari e cure
   psichiatriche per cercare di guarirlo PERCHÉ IL CARCERE FINISCE, LA MALATTIA
   SE NON VIENE CURATA NO !!! LO STALKER CHE DEVE ESSERE FERMATO!! FIRMA ORA E
   CONDIVIDI LA PETIZIONE !!! NON C'È PIÙ TEMPO DA PERDERE !!!Leggi di più
   
   adriano salvatori
   55.937
   55.937 sostenitori
   Firma la petizione
 * AIFA ci ripensi sulla rimborsabilità di farmaci per malati di tumore al
   pancreas #Pancreas
   Mia madre Antonella moriva a 56 anni: tumore implacabile, adenocarcinoma al
   pancreas. In una anno una fine orribile che segna tutti, per sempre. Dicevano
   che non era un cancro su base ereditaria. Da tempo oramai si sa che invece lo
   è, eccome! Ci sono mutazioni genetiche che inducono la malattia... essa sta
   silente e poi esplode. Un cugino materno muore il mese scorso, senza
   speranza, senza chirurgia: 56 anni. Ma AIFA dice NO al farmaco per i pazienti
   malati.  Ebbene, in occasione della Giornata Mondiale del Tumore del Pancreas
   2021, con un tempismo cinico per la sensibilità dei pazienti con tumore al
   pancreas e dei loro cari, l’AIFA spegneva le speranze e non approvava la
   rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con mutazione BRCA
   germinale. Chiediamo una immediata rivalutazione della decisione. L’AIFA ha
   negato la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con tumore al
   pancreas portatori della mutazione germinale BRCA.  Lo studio di Fase III
   POLO, che ha verificato l’impatto del farmaco Olaparib per i pazienti con
   mutazione BRCA1/2 ereditata, ha raggiunto il suo obiettivo primario:
   prolungare la vita senza deteriorane la qualità. La sopravvivenza a 2-3 anni
   è aumentata, anche se non in modo statisticamente significativo. Il beneficio
   di sopravvivenza prolungato per un sottogruppo di pazienti, peraltro
   superiore a quanto osservato con i protocolli chemioterapici autorizzati per
   la prima linea terapeutica, è un evento prezioso nella cura del tumore del
   pancreas. Questa decisione, oltre a spegnere la speranza dei pazienti affetti
   da tumore del pancreas, produce incalcolabili danni sotto ogni profilo umano,
   culturale e scientifico, disconoscendo il valore del tempo che le persone
   trascorrono senza sintomi della malattia e libere dalla tossicità fisica e
   psicologica della chemioterapia. Il costo per le casse dello Stato di questo
   trattamento sarebbe stato risibile per circa 50 pazienti per anno che
   potrebbero beneficiare dei vantaggi del farmaco. Chiediamo la RIVALUTAZIONE
   della decisione.Leggi di più
   
   Laura Dal Pozzo
   87.044
   87.044 sostenitori
   Firma la petizione

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PETIZIONI VITTORIOSE

 * Vittoria!
   Salviamo i mufloni dell’Isola del Giglio
   La comunità scientifica che nel 1955 ha introdotto il muflone nell’isola del
   Giglio per preservare una specie che ancora oggi è a rischio, adesso vuole
   estirparlo abbattendo l’intero branco, sostenendo così di volere
   salvaguardare la biodiversità dell’isola. Firmate questa petizione per
   evitare un barbaro e inutile massacro di un animale che da quasi 70 anni
   convive pacificamente sull’isola del Giglio dove ha trovato un suo perfetto
   habitat naturale e riproduttivo. Se la rimozione dall’isola deve proprio
   essere effettuata che tutti gli esemplari siamo catturati e reintrodotti nei
   luoghi di provenienza di Sardegna e Corsica come era negli scopi del progetto
   iniziale. Gli abitanti del luogo e gli stessi agricoltori sono contrari a
   questo scempio, addirittura una statua è stata dedicata dagli isolàni a
   questo nobile e Pacifico animale. L’uomo non impara mai e vuole con arroganza
   decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato e non trova di meglio che uccidere
   peraltro usando fondi pubblici che potrebbero avere ben più intelligenti e
   utili destinazioni. Unisciti anche  tu a questa campagna di civiltà, firma
   questa petizione per evitare il massacro che dovrebbe iniziare a giorni e
   concludersi con l’abbattimento di decine di animali innocenti il tutto a
   spese della collettività.Leggi di più
   Ennio Aquilino
   23.349
   23.349 sostenitori
 * Vittoria!
   #lacasasiamotutte
   Molte nostre amiche hanno voluto sostenerci con un appello, che noi, Casa
   Internazionale delle Donne, raccogliamo invitando tutte e tutti a
   sottoscriverlo per sventare definitivamente il rischio che la Casa resti
   senza casa. Grazie amiche! "La Casa Internazionale delle donne di Roma non è
   al sicuro.Un luogo storico, il riferimento di oltre 30.000 donne che la
   visitano ogni anno e delle numerose associazioni che la fanno vivere, il
   punto di incontro, confronto culturale e politico, di crescita personale e
   professionale, l’archivio del femminismo, la sede di tante battaglie delle
   donne contro discriminazioni e violenze, è a rischio. Ancora pende il rischio
   dello sfratto. Ancora si avanza, da parte del Comune, la richiesta di un
   arretrato di oltre 800.000 euro. Eppure, le donne che la animano hanno
   spiegato a noi, agli interlocutori istituzionali e a tutte/i coloro che hanno
   a cuore la sua esistenza, che la Casa ha pagato per tutti i 15 anni di
   gestione, buona parte del canone e ha sostenuto gli ingenti costi di
   manutenzione di cui uno stabile storico, quale è il complesso del Buon
   Pastore (un palazzo del 1660), necessita. Il tutto senza contributi e
   finanziamenti pubblici, solo con l’autofinanziamento, rendendo così fruibile
   per la città questo splendido luogo: aperto, frequentabile, pieno tutti i
   giorni di attività e di servizi a disposizione delle donne, in particolare di
   quelle con minori possibilità. Sappiamo che la trattativa con il Comune è in
   corso, ma ci sembra troppo lenta e difficile. Gli amministratori del
   Campidoglio dicono che vogliono valorizzare la Casa, che la considerano un
   valore per la città. Noi ci crediamo. Perché non dovremmo?Sarebbe del tutto
   paradossale, che la prima sindaca donna della Capitale voglia passare alla
   storia per aver chiuso la Casa internazionale delle donne.Ci sentiamo in
   dovere di parlare perché “la Casa siamo tutte”. Noi la frequentiamo, vediamo
   quanta passione, quanto lavoro, quanta fatica richiede ogni giorno quel luogo
   per restare aperto e disponibile. Vorremmo un gesto di responsabilità e di
   generosità. Vorremmo che alle parole seguissero i fatti. La Casa, le
   associazioni e le tantissime donne che la abitano e la rendono fruibile
   devono essere messe in sicurezza, devono poter continuare ad agire e
   progettare il futuro. Per ottenere questo risultato, basterebbe applicare le
   leggi che consentono di concedere alla Casa Internazionale un canone
   gratuito, mettere a valore il ruolo sociale e culturale che la Casa svolge,
   riconoscere il pregio dell’opera di manutenzione e salvaguardia di un bene
   culturale della città e il prezioso contributo dei servizi che alla Casa le
   donne trovano e quindi anche ristrutturare il debito, a partire dal
   riconoscimento della sua reale entità.La Casa rappresenta anche un pezzetto
   della nostra storia, del presente e del futuro nostri e della città. E’ uno
   dei simboli delle battaglie e delle vittorie delle donne e ci aiuta, con
   l’impegno quotidiano che vi si svolge, a costruire scelte, passi che restano
   da compiere per superare discriminazioni e diseguaglianze.La casa siamo
   tutte. Tutte, anche Virginia Raggi." Ambra Angiolini, Lucia Annunziata, Asia
   Argento, Silvia Avallone, Elisabetta Addis, Sonia Bianchini, Laura Bispuri,
   Alessandra Bocchetti, Caterina Bonvicini, Tatiana Campioni, Valentina,
   Carnelutti, Stefania Casini, Carlotta Cerquetti, Teresa Ciabatti, Gigliola
   Cinquetti, Chiara Civello, Francesca Comencini, Paola Cortellesi, Lella
   Costa, Maria Rosa Cutrufelli, Francesca D’Aloja, Serena Dandini, Piera Degli
   Esposti, Marica Di Pierri, Ginevra Elkann, Alessandra Ferri, Iaia Forte,
   Ilaria Fraioli, Elena Giannini Belotti, Chiara Gamberale, Maria Grazia
   Giammarinaro, Emanuela Giordano, Valeria Golino, Laura Greco, Glauca Leoni,
   Rosetta Loy, Loredana Lipperini, Viola Lo Moro, Sarah Di Nella, Ria Lussi,
   Simonetta Lux, Barbara Leda Kenny, Francesca Mancini, Dacia Maraini,
   Francesca Marciano, Giovanna Mezzogiorno, Rossella Milone, Michela Murgia,
   Olivia Musini, Silvia Neonato, Roberta Nicolai, Eleonora Paglini, Laura
   Paolucci, Valeria Parrella, Rita Pelusio, Marinella Perroni, Cristina
   Petrucci, Barbara Piccolo, Renata Rampazzi, Norma Rangeri, Alba Rohrwacher,
   Sara Ronchi, Evelina Santangelo, Alessandra Sarchi, Bia Sarasini, Luisella
   Seveso, Grazia Scuccimarra, Tosca, Tiziana Triana, Jasmine Trinca, Chiara
   Valentini, Chiara Valerio, Maddalena Vianello  Per info:
   lacasasiamotutte@gmail.comLeggi di più
   maria brighi
   101.542
   101.542 sostenitori
 * Vittoria!
   Salviamo la vita di Alì Mohammd Al-Nimr
   Alì Mohammd Al-Nimr sarà decapitato e poi crocifisso in pubblico. Questa è la
   condanna che in Arabia Saudita è stata inflitta ad un 21enne che nel 2012,
   quando aveva solo 17 anni, partecipò a una manifestazione contro il governo.
   Abbiamo poco tempo per salvargli la vita perché la sentenza è stata
   confermata dalla Corte Suprema saudita e dovrebbe essere eseguita in questi
   giorni.   Chiediamo ai governi di tutto il mondo democratico di mobilitarsi
   affinché la pena di morte per Alì Mohammd Al-Nimr sia sospesa.  Nel
   ringraziarvi per la cortese attenzione, vi chiedo di firmare questa petizione
   e di condividerla sui social network. Stefano MoliniLeggi di più
   Stefano Molini
   461.799
   461.799 sostenitori

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