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ARCHIVIO ONLINE di Marco BAVA , per un Nuovo Modello di Sviluppo


 

 


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QUESTO SITO e' nato il 05.06.2000 dal 03.09.01 si e' trasferito da ciaoweb (
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SONO STATO SCONNESSO SENZA ALCUN PREAVVISO NE' MOTIVO ! CHE TRISTEZZA E
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Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,5-19
“In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle
pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che
vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il
segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi
ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo
è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di
rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma
non è subito la fine». 
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi
saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche
fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e
governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare
testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra
difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non
potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e
uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma
nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».”

 

 

LA FRAGILITA' UMANA DIMOSTRA LA FORZA  E L'ESISTENZA DI DIO: le stesse
variazioni climatiche e meteriologiche  imprevedibili dimostrano l'esistenza di
DIO.

Che lo Spirito Santo porti buon senso e serenita' a tutti gli uomini di buona
volonta' !

CRISTO RESUSCITA PER TUTTI GLI UOMINI DI VOLONTA' NON PER QUELLI DELLO SPRECO
PER NUOVI STADI O SPONSORIZZAZIONI DI 35 MILIONI DI EURO PAGATI DALLE PAUSE
NEGATE AGLI OPERAI ! La storia del ricco epulone non ha insegnato nulla perché
chi e morto non può tornare per avvisare i parenti !  Mb 05.04.12; 29.03.13;

 

 


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Marco Bava ABELE: pennarello di DIO, abele, perseverante autodidatta con
coraggio e fantasia , decisionista responsabile.

Sono quello che voi pensate io sia (20.11.13) per questo mi
ostacolate.(08.11.16)

La giustizia non esiste se mi mettessero sotto sulle strisce pedonali, mi
condannerebbero a pagare i danni all'auto.

(12.02.16)

TO.05.03.09

IL DISEGNO DI DIO A VOLTE SI RIVELA SOLO IN ALCUNI PUNTI. STA' ALLA FEDE
CONGIUNGERLI

PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI SIA SANTIFICATO IL TUO NOME VENGA IL TUO REGNO,
SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ COME IN CIELO COSI IN TERRA , DAMMI OGGI  IL PANE E LA
ACQUA QUOTIDIANI E LA POSSIBILITA' DI NON COMMETTERE ERRORI NEL CERCARE DI
REALIZZARE NEL MIGLIOR MONDO POSSIBILE IL TUO VOLERE, LA PACE NEL MONDO, IL
BENESSERE SOCIALE E LA COMUNIONE DI TUTTI I POPOLI. TU SEI GRANDE ED IO NON SONO
CHE L'ULTIMO DEI TUOI SERVI E FIGLI.

TU SEI GRANDE ED IO NON SONO CHE L'ULTIMO DEI TUOI SERVI E DEI TUOI FIGLI .

SIGNORE IO NON CONOSCO I TUOI OBIETTIVI PER ME , FIDUCIOSO MI AFFIDO A TE.

Difendo il BENE contro il MALE che nell'uomo rappresenta la variabile "d"
demonio per cui una decisione razionale puo' diventare irrazionale per questa
ragione (12.02.16)

Non prendo la vita di punta faccio la volonta' di DIO ! (09.12.18)

La vita e' fatta da cose che si devono fare, non si possono non fare, anche se
non si vorrebbero fare.(20.01.16)

Il mondo sta diventando una camera a gas a causa dei popoli che la riempiono per
irresponsabilità politica (16.02.16)

I cervelli possono viaggiare su un unico livello o contemporaneamente su
plurilivelli e' soggettivo. (19.02.17)

L'auto del futuro non sara' molto diversa da quella del presente . Ci sono auto
che permarranno nel futuro con l'ennesima versione come : la PORSCHE 911, la
PANDA, la GOLF perche' soddisfano esigenze del mercato che permangono . Per cui
le auto cambieranno sotto la carrozzeria con motori ad idrogeno , e materiali
innovativi. Sara' un auto migliore in termini di sicurezza, inquinamento ,
confort ma la forma non cambierà molto. INFATTI la Modulo di Pininfarina la
Scarabeo o la Sibilo di Bertone possono essere confrontate con i prototipi del
prossimo salone.(18.06.17)

La siccità e le alluvioni dimostrano l'esistenza di Dio nei confronti di uomini
che invece che utilizzare risorse per cercare  inutilmente nuovi pianeti dove
Dio non ha certo replicato l'esperienza negativa dell'uomo, dovrebbero curare
l'unico pianeta che hanno a disposizione ed in cui rischiano di estinguersi .
(31.10.!7)

L'Italia e' una Repubblica fondata sul calcio di cui la Juve e' il maggiore
esponente con tutta la sua violenta prevaricazione (05.11.17)

La prepotenza della FIAT non ha limiti . (05.11.17)

I mussulmani ci comanderanno senza darci spiegazioni ne' liberta'.(09.11.17)

In Italia mancano i controlli sostanziali . (09.11.17)

Gli alimenti per animali sono senza controllo, probabilmente dannosi,  vengono
utilizzati dai proprietari per comodita', come se l'animale fosse un oggetto a
cui dedicare il tempo che si vuole, quando si vuole senza alcun rispetto ai loro
veri bisogni  alimentari. (20.11.17)

Ho conosciuto l'avv.Guido Rossi e credo che la stampa degli editori suoi clienti
lo abbia mitizzato ingiustificatamente . (20.11.17)

L'elicottero di Jaky e' targato I-TAIF. (20.11.17)

La Coop ha le agevolazioni di una cooperativa senza esserlo di fatto in quanto
quando come socio ho partecipato alle assemblee per criticare il basso tasso
d'interesse dato ai soci sono stato o picchiato o imbavagliato. (20.11.17)

Sono 40 anni che :

1 ) vedo bilanci diversi da quelli che vedo insegnati a scuola, fusioni e
scissioni diverse da quelle che vengono richieste in un esame e mi vengono a
dire che l'esame di stato da dottore commercilaista e' una cosa seria ?

2) faccio esposti e solo quello sul falso in bilancio della Fiat presentato da
Borghezio al Parlamento sia andato avanti ?

 (21.11.17)

La Fornero ha firmato una riforma preparata da altri (MONTI-Europa sono i
mandanti) (21.11.17)

Si puo' cambiare il modo di produrre non le fasi di produzione. (21.11,17)

La FIAT-FERRARI-EXOR si sono spostate in Olanda perche' i suoi amministratori
abbiano i loro compensi direttamente all'estero . In particolare Marchionne ha
la residenza fiscale in Sw (21.11.17)

La prova che e' il femore che si rompe prima della caduta e' che con altre
cadute non si sono rotte ossa, (21.11.17)

Carlo DE BENEDETTI un grande finanziere che ha fallito come industriale in
quanto nel 1993 aveva il SURFACE con il nome QUADERNO , con Passera non l'ha
saputo produrre , ne' vendere ne' capire , ma siluro' i suoi creatori
CARENA-FIGINI. (21.11.17)

Quando si dira' basta anche alle bufale finanziarie ? (21.11.17)

Per i consiglieri indipendenti l'indipendenza e' un premio per tutti gli altri
e' un costo (11.12.17)

La maturita' del mercato finanziario e' inversamente proporzionale alla
sottoscrizione dei bitcoin (18/12/17)

Chi risponde civilmente e penalmente se un'auto o un robot impazziscono ?
(18/12/17)

Non e' la FIAT filogovernativa, ma sono i governi che sono filofiat
consententogli di non pagare la exit-tax .(08.02.18) inoltre la FIAT secondo me
ha fatto più danni all'ITALIA che benefici distruggendo la concorrenza della
LANCIA , della Ferrari, che non ha mai capito , e della BUGATTI (13.02.18).

Infatti quando si comincia con il raddoppio del capitale senza capitale si
finisce nella scissione

Tesi si laurea sull'assoluzione del sen.Giovanni Agnelli nel 1912 dal reato di
agiotaggio : come Giovanni Agnelli da segretario della Fiat ne e' diventato il
padrone :

https://1drv.ms/b/s!AlFGwCmLP76phBPq4SNNgwMGrRS4

 

Prima di educare i figli occorre educare i genitori (13.03.18)

Che senso ha credere in un profeta come Maometto che e'un profeta quando e'
esistito  Gesu' che e' il figlio di DIO come provato  per ragioni storiche da
almeno 4 testi che sono gli evangelisti ? Infatti i mussulmani  declassano Gesu'
da figlio di DIO  a profeta perché riconoscono implicitamente l'assurdità' di
credere in un profeta rispetto al figlio di DIO. E tutti gli usi mussulmani 
rappresentano una palese involuzione sociale basata sulla prevaricazione per
esempio sulle donne (19.03/18)

Il valore aggiunto per i consulenti finanziari e' solo per loro (23.03.18)

I medici lavorerebbero gratis ? quante operazioni non sono state fatte a chi non
aveva i soldi per pagarle ? (26.03.18 )

lo sfregio delle auto di stato ibride con il motore acceso, deve finire con il
loro passaggio alla polizia  con i loro autisti (19.03.18)

Se non si tassa il lavoro dei robot e' per la mancata autonomia in termini di
liberta' di scelta e movimento e responsabilita' penale personale . Per cui le
auto a guida autonoma diventano auto-killer. (26.04.18)

Quanto poco conti l'istruzione per l'Italia e' dimostrato dalla scelta DEI
MINISTRI GELMINI FEDELI sono esempi drammatici anche se valorizzati dalla
FONDAZIONE AGNELLI. (26.04.18) (27.08.18).

Credo che la lotta alla corruzione rappresenti sempre di piu' un fattore di
coesione internazionale perche' anche i poteri forti si sono stufati di pagare
tangenti (27/04/2018).

Non riusciamo neppure piu' a produrre la frutta ad alto valore aggiunto come i
mirtilli....(27/04/2018)

Abbiamo un capitalismo sempre piu' egoista fatto da managers che pensano solo ad
arraffare soldi pensando che il successo sia solo merito loro invece che di Dio
e degli operai (27.04.18)

Le imprese dell'acqua e delle telecomunicazioni scaricano le loro inefficienze
sull'utente (29.05.18)

Nel 2004 Umberto Agnelli, come presidente della FIAT,  chiese a Boschetti come
amministratore delegato della FIAT AUTO di affidarmi lo sviluppo della nuova
Stilo a cui chiesi di affiancare lo sviluppo anche del marchio ABARTH , 500 ,
A112, 127 . Chiesi a Montezemolo , come presidente Ferrari se mi lasciava
utilizzare il prototipo di Giugiaro della Kubang che avrebbe dovuto  essere
costruito con ALFA ROMEO per realizzare la nuova Stilo . Mi disse di si perche'
non aveva i soldi per svilupparlo. Ma Morchio, amministratore delegato della
FIAT, disse che non era accettabile che uno della Telecom si occupasse di auto
in Fiat perche' non ce ne era bisogno. Peccato che la FIAT aveva fatto il 128
che si incendiava perche' gli ingegneri FIAT non avevano previsto una fascetta
che stringesse il tubo della benzina all'ugello del carburatore. Infatti pochi
mesi dopo MORCHIO  venne licenziato da Gabetti ed al suo posto arrivo'
Marchionne a cui rifeci la proposta. Mi disse di aspettare una risposta entro 1
mese. Sono passati 14 anni ma nessuna risposta mi e' mai stata data da
Marchionne, nel frattempo la Fiat-Lancia sono morte definitivamente il 01.06.18,
e la Nissan Qashai venne presentata nel 2006 e rilancia la Nissan. Infatti dal
2004 ad oggi RENAULT-NISSAN sono diventati i primi produttori al mondo. FIAT-FCA
NO ! Grazie a Marchionnne nonostante abbia copiato il suo piano industriale dal
mio libro . Le auto Fiat dell'era CANTARELLA bruciavano le teste per
raffredamento insufficente. Quella dell'era Marchionne hanno bruciato la Fiat.
Il risultato del lavoro di MARCHIONNE e' la trasformazione del prodotto auto in
prodotto finanziario, per cui le auto sono diventate tutte uguali e
standardizzate. Ho trovato e trovo , NEI MIEI CONFRONTI, molta PREPOTENZA
cattiveria ed incompetenza in FIAT. (19.12.18)

(   vedi :  https://1drv.ms/w/s!AlFGwCmLP76pg3LqWzaM8pmCWS9j ).

La differenza fra ROMITI MARCHIONNE e' che se uno la pensava diversamente da
loro Romiti lo ascoltava, Marchionne lo cacciava anche se gli avesse detto che
aumentando la pressione dei pneumatici si sarebbero ridotti i consumi.

FATTI NON PAROLE E FUMO BORSISTICO ! ALFA ROMEO 166 un successo nonostante i
pochi mezzi utilizzati ma una richiesta mia precisa e condivisa da FIAT : GUIDA
DIRETTA.  Che Marchionne non ha apprezzato come un attila che ha distrutto la
storia automoblistica italiana su mandato di GIANLUIGI GABETTI (04.06.18).

Piero ANGELA : un disinformatore scientifico moderno in buona fede  su auto
elettrica. auto killer ed inceneritore  (29.07.18)

Puoi anche prendere il potere ma se non lo sai gestire lo perdi come se non lo
avessi mai avuto (01.08.18)

Ho provato la BMW i8 ed ho capito che la Ferrari e le sue concorrenti sono
obsolete ! (20.08.18)

LA Philip Morris ha molti clienti e soci morti tra cui Marchionne che il 9
maggio scorso, aveva comprato un pacchetto di azioni per una spesa di 180mila
dollari. Briciole, per uno dei manager più ricchi dell’industria automotive (ha
un patrimonio stimato tra i 6-700 milioni di franchi svizzeri, cifra che lo fa
rientrare tra i 300 elvetici più benestanti).E’ stato, però, anche l’ultimo
“filing” depositato dal manager alla Sec, sul cui sito da sabato pomeriggio è
impossible accedere al profilo del manager italo-canadese e a tutte le sue
operazioni finanziarie rilevanti. Ed era anche un socio: 67mila azioni detenute
per un investimento di 5,67 milioni di dollari (alla chiusura di Wall Street di
venerdì 20 luglio 2018 ). E PROSSIMAMENTE  un'uomo Philip Morris uccidera' anche
la FERRARI .   (20.08.18) (25.08.18)

verbali assemblee italiane azionisti EXOR :

https://1drv.ms/f/s!AlFGwCmLP76pg3Y3JmiDAW4z2DWx

verbali assemblee italiane azionisti FIAT :

https://1drv.ms/f/s!AlFGwCmLP76phApzYBZTNpkGlRkq

 

Prodi e' il peccato originale dell'economia italiana dal 1987 (regalo dell'ALFA
ROMEO alla FIAT) ad oggi (25.08.18)

L'indipendenza della Magistratura e' un concetto teorico contraddetto dalle
correnti anche politiche espresse nelle lottizzazioni delle associazioni
magistrati che potrebbe influenzarne i comportamenti. (27.08.18)

Ho sempre vissuto solo con oppositori irresponsabili privi di osservazioni
costruttive ed oggettive. (28.08.18)

Buono e cattivo fuori dalla scuola hanno un significato diverso e molto piu'
grave perche' un uomo cattivo o buono possono fare il bene o il male con
consaprvolezza che i bambini non hanno (20.10.18) 

Ma la TAV serve ai cittadini che la dovrebbero usare o a chi la costruisce con i
nostri soldi ? PERCHE' ?

Un ruolo presidenziale divergente da quello di governo potrebbe porre le
premesse per una Repubblica Presidenziale (11.11.2018)

La storia occorre vederla nella sua interezza la marcia dei 40.000 della Fiat
come e' finita ? Con 40.000 licenziamenti e la Fiat in Olanda ! (19.11.18)

I SITAV dopo la marcia a Torino faranno quella su ROMA con costi doppi rispetto
a quella francese sullo stesso percorso ? (09.12.18)

La storia politica di Fassino e' fatta dall'invito al voto positivo per la
raduzione dei diritti dei lavoratori di Mirafiori. Si e' visto il risultato
della lungimiranza di Fassino , (18.12.18)

Perche' sono investimenti usare risorse per spostare le pietre e rimetterle a
posto per giustificare i salari e non lo sono il reddito di cittadinanza e quota
100 per le pensioni ? perche' gli 80 euro a chi lavora di Renzi vanno bene ed i
780 euro di Di Maio a chi non lavora ed e' in pensione non vanno bene ?
(27.12.18)

Le auto si dividono in auto mozzarella che scadono ed auto vino che invecchiando
aumentano di valore (28.12.18)

Fumare non e' un diritto ma un atto contro la propria salute ed i doveri verso
la propria famiglia che dovrebbe avere come conseguenza la revoca
dell'assistenza sanitaria nazionale ad personam (29.12.18)

Questo mondo e troppo cattivo per interessare altri esseri viventi (10.01.19)

Le ONG non hanno altro da fare che il taxi del mare in associazione per
deliquere degli scafisti ? (11.02.19)

La giunta FASSINO era inutile, quella APPENDINO e' dannosa (12.07.19)

Quello che l'Appendino chiama freno a mano tirato e' la DEMOCRAZIA .(18.07.19)

La spesa pubblica finanzia le tangenti e quella sullo spazio le spese militari 
(19.07.19)

AMAZON e FACEBOOK di fatto svolgono un controllo dei siti e forse delle persone
per il Governo Americano ?

(09.08.19)

LA GRANDE MORIA DI STARTUP e causato dal mancato abbinamento con realta' solide
(10.08.!9)

Il computer nella progettazione automobilistica ha tolto la personalizzazione ed
innovazione. (17.08.19)

L' uomo deve gestire i computer non viceversa, per aumentare le sue
potenzialita' non annullarle  (18.08.19)

LA FIAT a Torino ha fatto il babypaking a Mirafiori UNO DEI POSTI PIU' INQUINATI
DI TORINO ! Non so se Jaky lo sappia , ma il suo isolamento non gli permette
certo di saperlo ! (13.09.19)

Non potro' mai essere un buon politico perche' cerco di essere un passo avanti
mentre il politico deve stare un passo indietro rispetto al presente. (04.10.19)

L'arretratezza produttiva dell'industria automobilistica e' dimostrata dal fatto
che da anni non hanno mai risolto la reversibilità dei comandi di guida a dx.sx,
che costa molto (09.10.19)

IL CSM tutela i Magistrati dalla legge o dai cittadini visti i casi di Edoardo
AGNELLI  e Davide Rossi ? (10.10.19).

Le notizie false servono per fare sorgere il dubbio su quelle vere
discreditandole (12.10.19)

L'illusione startup brucia liquidita' per progetti che hanno poco mercato.
sottraendoli all'occupazione ed illude gli investitori di trovare delle
scorciatoie al alto valore aggiunto (15.10.19)

Gli esseri umani soffrono spesso e volentieri della sindrome del camionista: ti
senti piu' importante perche' sei in alto , ma prima o poi dovrai scendere e
cedere il posto ad altri perche' nessun posto rimane libero (18.10.19)

Non e' logico che l'industria automobilistica invece di investire nelle
propulsione ad emissione 0 lo faccia sulle auto a guida autonoma che brucia
posti di lavoro. (22.10.19)

L'intelligenza artificiale non esiste perche' non e' creativa ma applicativa
quindi rischia di essere uno strumento in mano ai dittatori, attraverso la
massificazione pilotata delle idee, che da la sensazione di poter pensare ad una
macchina al nostro posto per il bene nostro e per farci diventare deficienti
come molti percorsi dei navigatori  (24.11.19)

Quando ci fanno domande per sapere la nostra opinione di consumatori ma sono
interessati solo ai commenti positivi , fanno poco per migliorare (25.11.19)

La prova che la qualità della vita sta peggiorando e' che una volta la cessione
del 5^ si faceva per evitare i pignoramenti , oggi lo si fa per vivere
(27.11.19)

Per combattere l'evasione fiscale basta aumentare l'assistenza nella
pre-compilazione e nel pagamento (29.11.19)

La famiglia e' come una barca che quando sbaglia rotta porta a sbattere tutti
quanti (25.12.19)

Le tasse sull'inquinamento verranno scaricate sui consumatori , ma a chi governa
e sa non importa (25.12.19)

Il calcio e l'oppio dei popoli (25.12.19)

La religione nasce come richiesta di aiuto da parte dei popoli , viene
trasformata in un tentativo di strumento di controllo dei popoli (03.01.20)

L'auto a guida autonoma e' un diversivo per vendere auto vecchie ed
inquinanoroti , ed il mercato l'ha capito (03.01.20)ttadini

Il vero potere della burocrazia e' quello di creare dei problemi ai cittadini
anche se il cittadino paga i dipendente pubblico per risolvere dei problemi non
per crearli.  Se per denunciare questi problemi vai fuori dal coro deve essere
annientato. Per cui burocrazia=tangente (03.01.20)

Gli immigrati tengono fortemente alla loro etnina a cui non rinunciano , piu'
saranno forti le etnie piu' queste  divideranno l'Italia sovrastando gli
italiani imponendoci il modello africano . La mafia nigeriana e' solo un
esempio. (05.01.20)

La sinistra e la lotta alla fame nel mondo sono chimere prima di tutto per chi
ci deve credere come ragione di vita (07.01.20)

Credo di avere la risposta alla domanda cosa avrebbe fatto Eva se Adamo avesse
detto di no a mangiare la mela ?  Si sarebbe arrabbiata. Anche oggi se non fai
quello che vogliono le donne si mettono contro cercando di danneggiarti.
(07.01.20)

Le sardine rappresenta l'evoluzione del buonismo Democristiano  e la sintesi fra
Prodi e Renzi,  fuori fa ogni logica e senza una proposta concreta  (08.01.20)

Un cavallo di razza corre spontaneamente e nessuno puo' fermarlo. (09.01.20)

PD e M5S 2 stampelle non fanno neppure una gamba sana (22.01.20)

non riconoscere i propri errori significa sbagliare per sempre (12.04.20)

la vera ricchezza dei ricchi sono i figli dei poveri, una lotteria che pagano
tutta la loro vita i figli ai genitori che credono di non avere nulla da
perdere  ! (03.11.21)

GLI YESMEN SERVONO PER CONSENTIRE IL MANTENIMENTO E LO SVILUPPO E L'OCCULTAMENTO
DEGLI INTERESSI OCCULTI DEL CAPITALISMO DISTRUTTIVO. (22.04.22)

DALL'INTOLLERANZA NASCE LA GUERRA (30.06.22)

L'ITALIA E' TERRA DI CONQUISTA PER LE BANDE INTERNE DEI PARTITI. (09.10.22)

La dimostrazione che non esista più il nazismo e' dimostrato dalla reazione
europea contro Puntin che non ci fu subito contro Hitler (12.10.22)

Cara Meloni nulla giustifica una alleanza con la Mafia di Berlusconi (26.10.22)

I politici che non rappresentano nessuno a cosa servono ? (27.10.22)

Di chi sono Ambrosetti e Mckinsey ? Chi e' stato formato da loro ed ora e' al
potere in ITALIA ?
Lo spunto e' la vicenda Macron . Quanti Macron ci sono in Italia ? E chi li
controlla ? Mckinsey e' una P2 mondiale ?
Mb

Piero Angela ha valutato che lo sbarco sulla LUNA ancora oggi non e' gestibile
in sicurezza ? (30.12.22)



OSI

 

LA mia CONTROINFORMAZIONE ECONOMICA  e' CONTRO I GIOCHI DI POTERE,  perche' DIO
ESISTE,  ANCHE SOLO per assurdo.

IL MONDO HA BISOGNO DI DIO MA NON LO SA, E' TALMENTE CATTIVO CHE IL BENE NON
PUO' CHE ESISTERE FUORI DA QUESTO MONDO E DA QUESTA VITA !

PER QUESTO IL MIO MESTIERE E' CAMBIARE IL MONDO !

LA VIOLENZA DELLA DISOCCUPAZIONE CREA LA VIOLENZA DELLA RECESSIONE, con LICIO
GELLI che potrebbe stare dietro a Berlusconi. 

IL GOVERNO DEGLI ANZIANI, com'e' LICIO GELLI,  IMPEDISCE IL CAMBIAMENTO perche'
vetusto obsoleto e compromesso !

E' UN GIOCO AL MASSACRO dell'arroganza !

SE NON CI FOSSERO I SOLDATI NON CI SAREBBE LA GUERRA !

TU SEI UN SOLDATO ?

COMUNICAMI cio' pensi !

email

 

 

Riflessioni ....

Sopravvaluta sempre il tuo avversario , per poterlo vincere  .Mb  15.05.13

Torino 08.04.13

Il mio paese l'Italia non crede nella mia teoria economica del valore che
definisce

1) ogni prodotto come composto da energia e lavoro:

Il costo dell'energia può tendere a 0 attraverso il fotovoltaico sui tetti. Per
dare avvio la volano economico del fotovoltaico basta detassare per almeno 20
anni l'investimento, la produzione ed il consumo di energia fotovoltaica sui
tetti.

2) liberalizzazione dei taxi collettivi al costo di 1 euro per corsa in modo
tale da dare un lavoro a tutti quelli che hanno un 'auto da mantenere e non lo
possono piu fare per mancanza di un lavoro; ed inoltre dare un servizio a tutti
i cittadini.

3) tre sono gli obiettivi principali della politica : istruzione, sanita',
cultura.

4) per la sanità occorre un centro acquisti nazionale  ed abolizione giorni
pre-ricovero.

vedi PRESA DIRETTA 24.03.13

chi e' interessato mi scriva .

Suo. MARCO BAVA

 


I RAPPORTI UMANI, SONO TUTTI UNICI E TEMPORANEI:

 1.  LA VITA E' : PREGHIERA, LAVORO E RISPARMIO.(02.02.10)
 2.  Se non hai via di uscita, fermati..e dormici su. 
 3.  E' PIU'  DIFFICILE  SAPER PERDERE CHE VINCERE ....
 4.  Ciascun uomo vale in funzione delle proprie idee... e degli stimoli che
     trova dentro di se...
 5.  Vorrei ricordare gli uomini piu' per quello che hanno fatto che per quello
     che avrebbero potuto fare !
 6.  LA VERA UMILTA' NON SI DICHIARA  MA SI DIMOSTRA, AD ESEMPIO CONTINUANDO A
     STUDIARE....ANCHE SE PURTROPPO L'UNIVERSITÀ' E' FINE A SE STESSA.
 7.  PIU' I MEZZI SONO POVERI X RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO, PIU' E' CAPACE CHI LO
     RAGGIUNGE.
 8.  L'UNICO LIMITE AL PEGGIO E' LA MORTE.
 9.  MEGLIO NON ILLUDERE CHE DELUDERE.
 10. L'ITALIA , PER COLPA DI BERLUSCONI STA DIVENTANDO IL PAESE DEI BALOCCHI.
 11. IL PIL CRESCE SE SI RIFA' 3 VOLTE LO STESSO TAPPETINO D'ASFALTO, MA DI
     FATTO SIAMO TUTTI PIU' POVERI ALMENO 2 VOLTE.
 12. LA COSTITUZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO E QUELLA ITALIANA GARANTISCONO GIA'
     LA LIBERTA',  QUANDO TI DICONO L'OVVIETÀ'  CHE SEI LIBERO DI SCEGLIERE  E'
     PERCHE' TI VOGLIONO IMPORRE LE LORO IDEE. (RIFLESSIONE DEL 10.05.09 ALLA
     LETTERA DEL CARDINALE POLETTO FATTA LEGGERE NELLE CHIESE)
 13. la vita eterna non puo' che esistere in quanto quella terrena non e' che un
     continuo superamento di prove finalizzate alla morte per la vita eterna.
 14. SOLO ALLA FINE SI SA DOVE PORTA VERAMENTE UNA STRADA.
 15. QUANDO NON SI HANNO ARGOMENTI CONCRETI SI PASSA AI LUOGHI COMUNI.
 16. L'UOMO LA NOTTE CERCA DIO PER AVERE LA SERENITA' NOTTURNA (22.11.09)
 17. IL PRESENTE E' FIGLIO DEL PASSATO E GENERA IL FUTURO.(24.12.09)
 18. L'ESERCIZIO DEL POTERE E' PER DEFINIZIONE ANDARE CONTRO NATURA (07.01.10)
 19. L’AUTO ELETTRICA FA SOLO PERDERE TEMPO E DENARO PER ARRIVARE ALL’AUTO AD
     IDROGENO (12.02.10)
 20. BERLUSCONI FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI (17.03.10)
 21. GESU' COME FU' TRADITO DA GIUDA , OGGI LO E' DAI TUTTI I PEDOFILI
     (12.04.10)
 22. IL DISASTRO DELLA PIATTAFORMA PETROLIFERA USA COSA AVREBBE PROVOCATO SE
     FOSSE STATA UNA CENTRALE ATOMICA ? (10.05.10)
 23. Quante testate nucleari da smantellare dovranno essere saranno utilizzate
     per l'uranio delle future centrali nucleari italiane ?

 24. I POTERI FORTI DELLE LAUREE HONORIS CAUSA SONO FORTI  PER CHI LI RICONOSCE
     COME TALI. SE NON LI SI RICONOSCE COME FORTI SAREBBERO
     INESISTENTI.(15.05.10)

 25. L'ostensione della Sacra Sindone non puo' essere ne' temporanea in quanto
     la presenza di Gesu' non lo e' , ne' riservata per i ricchi in quanto "e'
     piu' facile che in cammello passi per la cruna di un ago ..."

 26. sapere x capire (15.10.11)

 27. la patrimoniale e' una 3^ tassazione (redditi, iva, patrimoniale)
     (16.10.11)

 28. SE LE FORZE DELL'ORDINE INTERVENISSERO DI PIU'PER CAUSE APPARENTEMENTE
     BANALI CI SAREBBE MENO CONTENZIOSO: CHIAMATO IL 117  PER UN PROBLEMA BANALE
     MI HA RISPOSTO : GLI FACCIA CAUSA ! (02.04.17)

 29. GRAN PARTE DEI PROFESSORI UNIVERSITARI SONO TRA LE MENTI PIU' FRAGILI ED
     ARROGANTI , NON ACCETTANO IL CONFRONTO E SI SENTONO SPIAZZATI DIVENTANO
     ISTERICI ( DOPO INCONTRO CON MARIO DEAGLIO E PIETRO TERNA) (28.02.17)

 30. Spesso chi compera auto FIAT lo fa solo per gratificarsi con un'auto nuova,
     e basta (04.11.16)

 31. Gli immigrati per protesta nei centri di assistenza li bruciano e noi
     dobbiamo ricostruirglieli  affinché  li redistruggono? (18.10.20)

 32. Abbiamo più rispetto per le cose che per le persone .29.08.21

 33. Le ragioni  per cui Caino ha ucciso Abele permangono nei conflitti umani
     come le guerre(24.11.2022)

 34. Quelli che vogliono l'intelligenza artificiale sanno che e' quella delle
     risposte autmatiche telefoniche? (24.11.22)
     
      
     
      
     
      
     
      
     
      

L'obiettivo di questo sito e una critica costruttiva  PER migliorare IL Mondo .

 1. PACE NEL MONDO
    BENESSERE SOCIALE COMUNIONE DI TUTTI I POPOLI. LA DEMOCRAZIA AZIENDALE

 

L'ASSURDITÀ' DI QUESTO MONDO , E' LA PROVA CHE LA NOSTRA VITA E' TEMPORANEA ,
OLTRE ALLA TESTIMONIANZA DI GESU'. 15.06.09

 

DIO CON I PESI CI DA ANCHE LA FORZA PER SOPPORTALI, ANCHE SE QUALCUNO VORREBBE
FARMI FARE LA FINE DI GIOVANNI IL BATTISTA (24.06.09)

 

IL BAVAGLIO della Fiat nei miei confronti:

 

IN DATA ODIERNA HO RICEVUTO: Nell'interesse di Fiat spa e delle Societa' del
gruppo, vengo informato che l'avv.Anfora sta monitorando con attenzione questo
sito. Secondo lo stesso sono contenuti in esso cotenuti offensivi e diffamatori
verso Fiat ed i suoi amministratori. Fatte salve iniziative autonome anche
davanti all'Autorita' giudiziaria, vengo diffidato dal proseguire in tale
attivita' illegale"
Ho aderito alla richiesta dell'avv.Anfora, veicolata dal mio hosting, ricordando
ad entrambi le mie tutele costituzionali ex art.21 della Costituzione, per
tutelare le quali mi riservo iniziative esclusive dinnanzi alla Autorita'
giudiziaria COMPETENTE.
Marco BAVA 10.06.09

 

TEMI SUL TAVOLO IN QUESTO MOMENTO:

 

IL TRIBUNALE DI  TORINO E LA CONSOB NON MI GARANTISCONO LA TUTELA DEL'ART.47
DELLA COSTITUZIONE

Oggi si e' tenuta l'assemblea degli azionisti Seat tante bugie dagli
amministratori, i revisori ed il collegio sindacale, tanto per la Consob ed il
Tribunale di Torino i miei diritti come azionista di minoranza non sono da
salvaguardare e la digos mi puo' impedire il voto come e quando vuole, basta
leggere la sentenza

 

Tweet to @marcobava

08.03.16

 

TEMI STORICI :

 

VIDEO DELLA TRASMISSIONE TV

STORIE ITALIANE

PUNTATA DEL 19/11/2019

SULLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI

https://www.raiplay.it/video/2019/11/storie-italiane-504278c4-8e8c-4b79-becc-87d5c7a67be6.html

 

10° Convegno
 
La grafopatologia in ambito giudiziario
L’applicazione della grafologia in criminologia, nelle malattie neurologiche e
psichiatriche nel contesto giudiziario
 
Roma, 7 Dicembre 2019
 
Auditorium Facoltà Teologica “S. Bonaventura”
Via del Serafico 1 - Roma

 
alle ore 17,50
 
Vincenzo Tarantino
Gino Saladini
 
Elio Carlos Tarantino Mendoza Garofani
Grafologo giudiziario, esperto in fotografia forenseGiornalista, Criminologo
 
Il “suicidio” di Edoardo Agnelli: aspetti medico-legali criminologici e
grafopatologici.

 

Edoardo Agnelli è stato ucciso?" - Guarda il video

I VIDEO DELLE PRESENTAZIONI GIA' FATTE LI TROVI SOTTO

LA PARTE DEDICATA AD EDOARDO AGNELLI SU QUESTO SITO

 PERCHE' TORINO HA PAURA DI CONOSCERE LA VERITA' SULLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI
?

Il prof.Mario DE AGLIO alcuni anni fa scrisse un articolo citando il "suicidio"
di EDOARDO AGNELLI.  Gli feci presente che dai documenti ufficiali in mio
possesso il suicidio sarebbe stato incredibile offrendogli di esaminare tali
documenti. Quando le feci lui disconobbe in un modo nervoso ed ingiustificato :
era l'intero fascicolo delle indagini.

A Torino molti hanno avuto la stessa reazione senza aver visto ciò che ha visto
Mario DE AGLIO ma gli altri non parlano del "suicidio" di Edoardo AGNELLI ma
semplicemente della suo morte.

Mb

02.04.17

 

 

grazie a Dio , non certo a Jaky,  continua la ricerca della verità sull'omicidio
di Edoardo Agnelli , iniziata con i libri di Puppo e Bernardini, il servizio de
LA 7, e gli articoli di Visto,  ora il Corriere e Rai 2 , infine OGGI e Spio ,
continuano un percorso che con l'aiuto di Dio portera' prima di quanti molti
pensino alla verita'. Mb -01.10.10

 

LIBRI SULL’OMICIDIO DI EDOARDO AGNELLI

www.detsortelam.dk

www.facebook.com/people/Magnus-Erik-Scherman/716268208

 

ANTONIO PARISI -I MISTERI DEGLI AGNELLI - EDIT-ALIBERTI-

 


CRONACA | GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 2011, 18:00


CONTINUA LA SAGA DELLA FAMIGLIA NE "I MISTERI DI CASA AGNELLI".


IL GIORNALISTA ANTONIO PARISI, ESCE CON L'ULTIMO PAMPHLET SULLA FAMIGLIA PIÙ
IMPORTANTE D'ITALIA, PROPONENDO UNA SERIE DI CURIOSITÀ ED INFORMAZIONI INEDITE

 Per dieci anni è stato lasciato credere che su Edoardo Agnelli, precipitato da
un cavalcavia di ottanta metri, a Fossano, sull'Autostrada Torino - Savona,
fosse stata svolta una regolare autopsia.

Anonime “fonti investigative” tentarono in più occasioni di screditare il
giornalista Antonio Parisi che raccontava un’altra versione. Eppure non era
vero, perché nessuna autopsia fu mai fatta.

Ora  Parisi, nostro collaboratore, tenta di ricostruire ciò che accadde quel
giorno in un’inchiesta tagliente e inquietante, pubblicando nel libro “I Misteri
di Casa Agnelli”, per la prima volta documenti ufficiali, verbali e rapporti, ma
anche raccogliendo testimonianze preziose e che Panorama di questa settimana
presenta.

Perché la verità è che sulla morte, ma anche sulla vita, dell’uomo destinato a
ereditare il più grande capitale industriale italiano, si intrecciano ancora
tanti misteri. Non gli unici però che riguardano la famiglia Agnelli.

Passando dalla fondazione della Fiat, all’acquisizione del quotidiano “La
Stampa”, dalla scomparsa precoce dei rampolli al suicidio in una clinica
psichiatrica di Giorgio Agnelli (fratello minore dell’Avvocato), dallo scandalo
di Lapo Elkann, fino alla lite giudiziaria tra gli eredi, Antonio Parisi
sviscera i retroscena di una dinastia che, nel bene o nel male, ha dominato la
scena del Novecento italiano assai più di politici e governanti.

Il volume edito per "I Tipi", di Aliberti Editore, presenta sia nel testo che
nelle vastissime note, una miniera di gustose e di introvabili notizie sulla
dinastia industriale più importante d’Italia.

 

 

Mondo AGNELLI :

Cari amici,

Grazie mille per vostro aiuto con la stesura di mio libro. Sono contenta che
questa storia di Fiat e Chrysler ha visto luce. Il libro e’ uscito la settimana
scorsa, in inglese. Intanto e’ disponibile a Milano nella librerie Hoepli e
EGEA; sto lavorando con la distribuzione per farlo andare in piu’ librerie
possibile. E sto ancora cercando la casa editrice in Italia. Intanto vi invio
dei link, spero per la gioia in particolare dei torinesi (dov’e’ stato girato il
video in You Tube. )

http://www.youtube.com/watch?v=QLnbFthE5l0

Thanks again,

Jennifer

Un libro che riporta palesi falsita' sulla morte di Edoardo Agnelli come quella
su una foto inesistente con Edoardo su un ponte fatta da non si sa chi
recapitata da ignoto ad ignoti. Se fosse esistita sarebbe stata nel fascicolo
dell'inchiesta. Intanto anche grazie a queste salsita' il prezzo del libro passa
da 15 a 19 euro! www.marcobava.it

SE VUOI COMPERARE IL LIBRO SUL SUICIDIO SOSPETTO DI EDOARDO AGNELLI A 10 euro
manda email all'editore (info@edizionikoine.it)  indicando che hai letto questo
prezzo su questo sito , indicando il tuo nome cognome indirizzo codice fiscale ,
il libro ti verrà inviato per contrassegno che pagherai alla consegna. 

NON DIMENTICARE CHE:

Le informazioni contenute in questo sito provengono
da fonti che MARCO BAVA ritiene affidabili. Ciononostante ogni lettore deve
considerarsi responsabile per i rischi dei propri investimenti
e per l'uso che fa di queste di queste informazioni
QUESTO SITO non deve in nessun caso essere letto
come fonte di specifici ed individualizzati consigli sulle
borse o sui mercati finanziari. Le nozioni e le opinioni qui
contenute in sono fornite come un servizio di
pura informazione.

Ognuno di voi puo' essere in grado di valutare quale livello di
rischio sia personalmente piu' appropriato.


MARCO BAVA

 

 

  ENRICO CUCCIA ----------MARCO BAVA

 

SITI SOCIETARI

 

Ø     http://www.aedesgroup.com

Ø     http://www.bancaprofilo.it

Ø     http://www.ngpspa.com

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Ø     http://www.gruppozucchi.com

M&C SITO :  http://www.mecinv.com/

 

 

La ringraziamo sinceramente per il Suo  interesse nei confronti di una
produzione duramente colpita dal recente terremoto, dalle stalle, ai caseifici
fino ai magazzini di stagionatura. Il  sistema del Parmigiano Reggiano e del
Grana Padano sono stati fortemente danneggiati con circa un milione di forme
crollate a terra a seguito delle ripetute scosse che impediscono a breve la
ripresa dei lavori in condizioni di sicurezza. Questo determina di conseguenza
difficoltà nella distribuzione del prodotto “salvato”, che va estratto dalle
“scalere” accartocciate, verificato qualitativamente e poi trasferito in
opportuni locali prima di poter essere posto in vendita. Abbiamo perciò ritenuto
opportuno mettere a disposizione nel sito http://emergenze.coldiretti.it tutte
le informazioni aggiornate relative alla commercializzazione nelle diverse
regioni italiane anche attraverso la rete di vendita degli agricoltori di
Campagna Amica.

 

Cordiali saluti.

Ufficio relazioni esterne Coldiretti

 

 

www.taxjustice.net ; www.fanpage.it

www.ecobiocontrol.bio

www.andreagiacobino.com

 

 

http://www.matrasport.dk/Cars/Avantime/avantime-index.html

 

 

Auto e Moto d’Epoca 2013

 

- Nuovo sistema tutela auto e moto d'epoca;
- Veicoli d'interesse storico, la fiscalità e il redditometro;
- Norme per la circolazione dei veicoli storici;
- Veicoli d'interesse storico e collezionistico: circolazione e fiscalità 

 

 

 

http://delittodiusura.blogspot.it/2011/12/rete-antiusura-onlus.html

http://www.vitalowcost.it

http://www.terzasettimana.org

 www.attactorino.org SITO SOCIALE TORINESE

 

 

 

 http://www.giurisprudenzadelleimprese.it/

 

http://www.avvocatitelematici.to.it/

 

http://www.uibm.gov.it/

 

http://www.obiettivonews.it/

 

http://www.penalecontemporaneo.it

 

http://controsservatoriovalsusa.org/

 

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/price-sensitive/home.html?lang=it

 

http://www.societaquotate.com/

 

 

 

http://smarthyworld.com/renault.html

http://www.turbo.fr/renault/renault-avantime/photos-auto/

http://avantimeitalia.forumattivo.it/

http://it.wikipedia.org/wiki/PSA_ES_e_Renault_L7X

http://www.avantime-club.eu/

http://www.centropestelli.it/  scuola di giornalismo torinese

www.foia.it x la trasparenza

http://www.lingottoierieoggi.com la storia del lingotto

www.ipetitions.com PETIZIONI

http://www.casa.governo.it GUIDA AGEVOLAZIONI CASA

http://www.comune.torino.it/ambiente/bm~doc/report-siti-procedimenti-di-bonifica_informambiente.pdf
AREE EX SITI INDUSTRIALI TORINESI DA BONIFICARE

 

 

 

 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO 10/03/2023 00.20.47

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POTETE 

SCARICARE

 

LE LETTERE DI EDOARDO AGNELLI



ORIGINALI CUSTODITI DALLA BIBLIOTECA DI SETTIMO TORINESE 

SE VUOI AVERE UNA COPIA  DELLE LETTERE DI EDOARDO AGNELLI  :

 https://1drv.ms/f/s!AlFGwCmLP76pgSdXDIwzmDgGSLkE

 

COMODATO D'USO DI VILLA SOLE DOVE VIVEVA EDOARDO AGNELLI

DOCUMENTi SULLA DICEMBRE SOCIETA' SEMPLICE CHE CONTROLLA STELLANTIS





il mio libro sui Piani INDUSTRIALI



LA MIA TESI DI LAUREA IN GIURISPRUDENZA SUL PROCESSO AL SENATORE AGNELLI  PER
AGIOTAGGIO

CON SENTENZA NEL 1912



 

VEDETE  COME LAVORA UIBM

CACAO&MIELE\7228-REG-1547819845775-rapp di ricerca.pdf

 

09.03.23
 1. RIDICOLIZZERANNO ANCORA IL PESCE PICCOLO ?  I tre ex ministri della Salute
    sotto inchiesta. Per la procura di Bergamo l'ipotesi di reato è omissione di
    atti d'ufficio
    roma
    Indagati Speranza, Grillo e Lorenzin "Non aggiornato il piano pandemico"
    Il Tribunale dei ministri archivia la denuncia presentata da Taormina
    FRANCESCO MOSCATELLI
    MILANO
    Non la gestione dei primi complicatissimi giorni dell'emergenza Covid. Ma il
    mancato rinnovo del piano pandemico. Ovvero di quello strumento che ogni
    Stato dovrebbe attuare in caso di allarme pandemico o di allarme epidemico
    grave, così come raccomandato dall'Oms nel 2013 e come ribadito anche con la
    Decisione 1082 dello stesso anno del Parlamento e del Consiglio europeo.
    Eppure il piano pandemico italiano, prima dell'ultimo aggiornamento del 24
    gennaio 2021, risaliva all'approvazione della Conferenza Stato-Regioni del
    febbraio 2006.
    È per questo motivo che i pm di Bergamo hanno stralciato dalla
    maxi-inchiesta sulla pandemia e trasmesso per competenza territoriale ai
    colleghi di Roma le posizioni di altri dieci indagati. Si tratta degli ex
    ministri della Salute Beatrice Lorenzin (governo Renzi), Giulia Grillo
    (governo Conte I) e Roberto Speranza (governo Conte II, sotto inchiesta
    anche per epidemia colposa nel filone sulla mancata applicazione del piano),
    ma anche dei dirigenti del ministero della Salute che avrebbero dovuto
    occuparsi del piano o dei dettagli necessari a renderlo operativo. Sono
    Giuseppe Ruocco, segretario generale dal 2017 al 2021 e già direttore della
    Prevenzione sanitaria dal 2012 al 2014, Ranieri Guerra, Maria Grazia Pompa e
    Francesco Paolo Maraglino.
    L'ipotesi di reato, per tutti loro, è omissione d'atti d'ufficio. Inoltre
    Raniero Guerra, ex numero due dell'Oms e Maraglino, oltre ad altri tre alti
    funzionari del ministero (Claudio D'Amario, Loredana Vellucci e Mauro
    Dionisio) sono indagati anche per falsità ideologica in relazione ai «dati
    falsi comunicati all'Oms e alla Commissione Europea attraverso appositi
    questionari».
    «Tutti i direttori generali della direzione Prevenzione del ministero della
    Salute pro-tempore – scrivono gli investigatori della Gdf – dichiaravano di
    essere stati a conoscenza del fatto che il piano pandemico fosse del 2006 e
    che andava aggiornato, ad eccezione di Guerra, il quale riferiva,
    falsamente, che nel corso del suo mandato il piano non era stato aggiornato
    in quanto non vi erano state variazioni sostanziali epidemiologiche,
    tantomeno indicazioni da parte di Oms di variazione del piano». La
    dottoressa Pompa, inoltre, ha dichiarato che il piano pandemico non era
    stato aggiornato in quanto «di volta in volta vi erano altre priorità».
    Ma negli atti dell'indagine si legge: «Gli stessi direttori generali hanno
    anche omesso di redigere i piani di dettaglio necessari affinché il piano
    funzionasse in tutti i suoi aspetti. Tale negligenza ha conseguentemente
    comportato la circostanza di avere un documento privo delle essenziali
    indicazioni operative per renderlo efficace nei minimi particolari». E
    ancora: «Vi è anche da segnalare la totale assenza di formazione del
    personale: un qualunque tipo di piano o una qualunque circolare, per avere
    successo nella sua applicazione, è necessario che sia conosciuto a tutta la
    platea degli attori e che tutti partecipino a esercitazioni svolte in
    special modo a livello locale, ossia negli ospedali».
    Spetta ora alla procura di Roma valutare le posizioni e decidere come
    procedere. Per i familiari delle vittime riuniti nell'associazione
    #Sereniesempreuniti la trasmissione degli atti nella capitale rappresenta
    comunque un passo avanti. «Questa notizia ci dà ancora più forza per
    proseguire il nostro cammino verso la verità e la giustizia che dobbiamo a
    tutti i nostri cari» spiegano con una nota.
 2. LA REALTA'  SUL CONTROLLO NIGERIANO: Quando è scesa dall'aereo a Ciampino,
    così alta e impacciata nella sua tunica africana, scortata stretta da due
    agenti della polizia, uno faceva persino fatica a capire che cosa ci facesse
    lì in mezzo. I capelli neri e fluenti le coprivano tutta la schiena.
    Zoppicava e l'hanno dovuta mettere su una sedia a rotelle. Ma Momy, come la
    chiamano, non è una qualunque. È una delle cento persone più ricercate al
    mondo. Si chiama Jeff Joy. E l'Italia le dava la caccia dal 2010.
    Alla fine il questore di Ancona, Cesare Capocasa, e il capo della Squadra
    Mobile, Carlo Pinto, hanno vinto la loro battaglia, cominciata nel 2006,
    quando una giovane prostituta nigeriana si era coraggiosamente ribellata
    alla schiavitù e alle minacce tribali della Black Mafia, denunciando la
    Madame che gestiva il traffico della prostituzione, questa signora dalle
    maniere apparentemente garbate che si nascondeva sotto varie identità: Jeff
    Joy, alias Omoruy Chrity, detta Momy, nata il 12 aprile 1975. Nel 2013 era
    stata condannata a 13 anni di carcere per associazione a delinquere, tratta
    degli esseri umani e sfruttamento della prostituzione, ma lei ormai si era
    già eclissata da tre anni, sparendo dai radar della polizia italiana. Da
    allora, Momy è diventata una delle cento persone più ricercate del mondo,
    una donna che ha scalato le gerarchie del potere all'interno di
    un'organizzazione criminale dalle regole molto rigide e dalle strutture
    verticistiche, per alcuni aspetti simili a quelle della ‘ndrangheta, fondata
    su omertà e timore diffuso negli adepti esercitato anche attraverso antichi
    riti tribali e violenze spietate. Momy è stata arrestata in Nigeria il 4
    giugno del 2022 dal Department of State Services in esecuzione di una «red
    notice» emessa dall'Italia, operazione complessa, perché la Black Mafia gode
    in patria, per motivi storici, di grandi appoggi e coperture a tutti i
    livelli.
    La giovane prostituta che si era ribellata alle sue leggi feroci aveva
    sollevato per la prima volta un velo sulla mafia nigeriana. Aveva raccontato
    nei dettagli come vengono reclutate e schiavizzate le ragazze come lei:
    pagano loro il viaggio per arrivare in Europa, con una cifra inarrivabile
    considerando le loro misere condizioni economiche, e sono costrette a
    restituire quei soldi mercificando il loro corpo. Dopo una iniziazione
    voodoo, che prevede anche le minacce ai familiari, danno loro i vestiti e le
    buttano sulla strada. Quello che non tutti sanno è che la Black mafia si
    forma nella società alta del Paese, composta da persone con un elevato grado
    di istruzione. Nasce negli Anni 80, in seguito alla crisi del petrolio, che
    aveva portato i gruppi dirigenti a cercare l'appoggio della criminalità per
    mantenere i propri privilegi. In cambio, ottengono la protezione necessaria
    per poter svolgere indisturbati i loro traffici, contando sull'appoggio di
    una parte del mondo politico, oltre che sullo scarso controllo dello Stato.
    Si espandono in quasi tutti i Paesi dell'Europa, e gestiscono oltre al
    traffico di eroina e cocaina, l'accattonaggio e la prostituzione. I vertici
    sono in genere maschili per le attività di narcotraffico e le truffe
    telematiche, femminili per lo sfruttamento della schiavitù sessuale. In
    genere la figura della Madame è molto spesso, come nel caso di Jeff Joy, una
    ex prostituta che riesce a passare dall'altra parte della barricata, o
    immigrate con regolari permessi di soggiorno che si adoperano come corrieri
    della droga conquistando la fiducia dei boss. Jeff Joy ha scalato le
    gerarchie partendo dal basso. Quando viene denunciata dalla giovane ribelle,
    lei è a capo di una vasta zona della Riviera adriatica, che parte da Rimini
    e attraversa le coste marchigiane. Dietro quell'apparenza persino signorile
    con cui si presenta, viene descritta come una donna dura e spietata.
    D'altro canto questi sono i tratti caratteristici della mafia nigeriana,
    fondata da persone colte e dalle buone maniere che usano i mezzi e i metodi
    più terribili per imporre la loro volontà. Per questo forse è stata così a
    lungo sottovalutata. Prima di farsi largo in Italia ha stretto alleanze con
    la mafia e la 'ndrangheta. A Palermo, nel quartiere storico di Ballarò, ha
    gestito lo spaccio e la prostituzione sotto la guida di Giuseppe Di Giacomo,
    boss del clan Portanuova ucciso nel 2014. E in Campania, invece, in alcune
    zone ha finito persino per prendere il posto dei casalesi quando questi
    hanno cominciato a essere colpiti seriamente dalle indagini di polizia.
    Adesso i maggiori alleati della Black Mafia sono cinesi e albanesi. E tanto
    per capire com'è cambiato il loro ruolo all'interno delle organizzazioni
    criminali, basti sapere che oggi per portare la droga nel nostro Paese
    utilizzano anche corrieri italiani, nuovi soldati della mala, remunerandoli
    con tremila euro per ogni trasporto.
    Per tutti questi motivi, l'arrivo di Jeff Joy in Italia è il frutto di una
    grande operazione diplomatica e di intelligence, seguita passo a passo dal
    servizio Centrale per la cooperazione internazionale di Polizia, e dalla sua
    Direzione centrale, guidata dal prefetto Vittorio Rizzi. Momy che scende
    dall'aereo a Ciampino è un capitolo che si chiude. E ce n'è voluto del
    tempo. Ma il bello è che questo adesso potrebbe diventare l'inizio di
    un'altra storia.
 3. FLOP NUCLEARE FRANCESE : 
    
    I prezzi dell'energia in Francia salgono mentre tornano le preoccupazioni
    per i reattori nucleari
    
    L'EDF deve rivedere i controlli sui reattori, afferma l'autorità nucleare
    
    Anche la Francia è sconvolta dagli scioperi mentre il freddo si impadronisce
    del nord EuropaDi Vanessa Dezem, Todd Gillespie e Francois de Beaupuy
    
    (Bloomberg) -- I prezzi dell'energia in Francia sono aumentati tra nuove
    preoccupazioni per la corrosione nella flotta nucleare del paese, in un
    contesto di scioperi diffusi che hanno causato interruzioni ovunque, dai
    porti alle centrali elettriche.
    
    La potenza francese per il prossimo anno è balzata fino al 7,9%, il massimo
    dalla fine di gennaio. I prezzi del gas naturale del giorno prima nella
    nazione sono avanzati per un secondo giorno.
    
    Electricite de France SA deve rivedere il suo programma di controlli sui
    reattori nucleari dopo aver trovato una nuova crepa su un tubo nella sua
    unità Penly-1 all'inizio di quest'anno, ha detto l'autorità nucleare del
    paese. Non è chiaro in che modo la revisione influirà sulla produzione, che
    la società prevede di recuperare dopo molteplici interruzioni nel 2022.
 4. LA POLITICA UN MESTIERE:
    
    
    Così si rischia di celebrare il requiem delle Circoscrizioni. Per questo
    motivo, nella riunione di martedì con gli otto presidenti di quartiere,
    Francesco Tresso, l’assessore incaricato di occuparsi del Decentramento, ha
    usato tutte le cautele del caso e ha promesso una comunicazione ufficiale
    nei prossimi giorni. La modifica del Testo Unico degli Enti Locali e
    l’approvazione da parte di Palazzo Civico della delibera per aumentare gli
    stipendi del sindaco e dei consiglieri hanno provocato un terremoto per i
    parlamentini costretti a fare i conti con una novità: da quest’anno non è
    più permesso concedere un gettone di presenza ai coordinatori partecipanti
    alle riunioni di giunta delle otto Circoscrizioni.
    
    Per gli «assessorini» è una doppia beffa. Palazzo Civico ha annunciato anche
    che scriverà loro una lettera con la richiesta di restituzione di quelli
    guadagnati nei primi tre mesi del 2023. Dopo i tagli dei finanziamenti,
    l’ultima novità normativa indebolisce uno degli «strumenti» di
    partecipazione più importanti. Le Circoscrizioni, emanazione dei vecchi
    consigli di quartiere, sono l’anello amministrativo, e quindi della vita
    politica, più vicino ai cittadini. Il «taglio» degli emolumenti delle
    riunioni di giunta arriva a pochi giorni dallo scoppio del caso dei gettoni
    delle conferenze dei capigruppo da rimborsare. I rappresentanti dei partiti
    del 2013 in Circoscrizione e in Sala Rossa hanno ricevuto la richiesta di
    restituire parte di quanto guadagnato con l’attività da consigliere. Con la
    conseguenza che adesso un centinaio di eletti nei parlamentini di quartiere
    teme la stagnata, perché la preoccupazione è di dover mettere mano al
    portafoglio anche per gli anni successivi, fino al 2019. Il Comune è finito
    sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti. I magistrati
    contestano la parte dello Statuto della Città, dove si legge che «la
    conferenza capigruppo esercita anche le funzioni di Commissione permanente»
    (articolo 31, comma 2) quando tratta alcune «materie», specificate nel
    Regolamento del Consiglio Comunale, che sono gli affari legali, i problemi
    della polizia urbana, la sicurezza della città.
    
    Già nel 2018 la Corte dei Conti di Torino si è espressa contro questa
    interpretazione del Tuel, in risposta a un parere richiesto da un comune del
    Novarese. Una «bocciatura» ritornata d’attualità, a distanza di cinque anni,
    la settimana scorsa quando Palazzo Civico ha inviato le raccomandate per
    mettere in mora i capigruppo dei partiti eletti nelle elezioni del 2011. Una
    diffida che ordina la restituzione dei gettoni guadagnati in modo irregolare
    dai consiglieri di allora che si difendono dicendo: «Noi non abbiamo mai
    chiesto il loro pagamento, essendo previsto nel regolamento». Martedì però
    si è abbattuta una nuova tempesta sulle Circoscrizioni. Da gennaio è vietato
    riconoscere un emolumento ai partecipanti alle sedute della giunta. A
    dettarlo, è stata una delibera approvata dal Consiglio Comunale, che ha
    modificato il regolamento in vigore da vent’anni. La riunione degli
    «assessorini» perde così l’equiparazione con la commissione consigliare che
    prevede 60 euro lordi a seduta.
    
    Palazzo Civico, in un solo colpo, ha aumentato il numero complessivo di
    gettoni che un singolo eletto può guadagnare (sono passati da 14 a 19), ma
    ha «azzoppato» l’attività dei coordinatori. Cariche non marginali nei
    parlamentini di quartiere perché si occupano (quasi) quotidianamente dei
    sopralluoghi, del ricevimento dei cittadini e delle organizzazioni del
    calendario di iniziative amministrative. A Genova, in risposta alla modifica
    del Tuel, si è concesso ai coordinatori un’indennità. Mentre qui rischiano
    di essere «degradati». Un paradosso per amministratori che, come nel caso
    della Cinque, «governano» una Circoscrizione con più cittadini di molti
    capoluoghi di provincia.

 

 

09.03.23
 1. Ursula von der Leyen
    "Migranti, ora soluzioni Ue Investiremo mezzo miliardo per i corridoi
    umanitari"
    Gli sforzi comuni
    L'accoglienza
    Caro Primo Ministro, la ringrazio di avermi scritto dopo il drammatico
    naufragio al largo delle coste calabresi. Condivido appieno il suo parere
    secondo cui, in quanto europei, politici e cittadini, abbiamo il dovere
    morale di evitare simili tragedie, che purtroppo si verificano troppo
    spesso. Quest'ultima tragedia deve pertanto servire da monito per accrescere
    la nostra determinazione a trovare soluzioni efficaci e durature.
    È vero: il fenomeno migratorio è una realtà complessa e in costante
    trasformazione. È una sfida a cui facciamo fatica a dare una risposta e che
    richiede soluzioni radicali ed esaustive. Le soluzioni si potranno trovare
    soltanto agendo unitamente. Nel tempo, abbiamo dimostrato che, quando agiamo
    insieme, l'Ue è in grado di gestire le migrazioni. Per esempio, i milioni di
    ucraini in fuga dalla guerra della Russia stanno portando allo sfollamento
    più gigantesco sul nostro continente dai tempi della Seconda Guerra
    Mondiale. Ne consegue, chiaramente, che le migrazioni sono una sfida europea
    che esige una soluzione europea.
    Fare progressi significativi nel Patto europeo su migrazione e asilo è di
    importanza fondamentale, se davvero vogliamo spezzare il circolo vizioso
    delle soluzioni arrangiate che non portano a miglioramenti soddisfacenti. Ai
    fini dell'approccio proposto dalla Commissione europea è cruciale gestire il
    fenomeno migratorio agendo in maniera olistica sui diversi aspetti della
    nostra politica: aiutando chi ha bisogno di protezione a livello
    internazionale, impedendo le partenze irregolari, lottando contro le reti
    criminali dei trafficanti, offrendo corridoi per migrare in modo sicuro e
    legale, e rimpatriando coloro che non hanno il diritto di rimanere.
    Come lei fa notare giustamente, mentre ci adoperiamo per pervenire a
    un'intesa su un quadro giuridico comune, l'Ue può agire. Per questo motivo,
    ho predisposto alcune misure operative immediate in vista dell'ultimo
    Consiglio europeo e sono stata incoraggiata a farlo dalle reazioni e, in
    particolare, dall'impegno dimostrato dall'Italia nel lavorare in stretta
    collaborazione. Mi piacerebbe quindi sottolineare alcune delle aree d'azione
    più importanti, basandomi anche sul Piano d'azione sul Mediterraneo centrale
    ora in vigore.
    Primo, dobbiamo coordinare le nostre azioni con i partner più importanti per
    impedire le partenze irregolari e salvare vite in mare. A questo fine, la
    Commissione sta lavorando in stretta collaborazione con gli Stati membri per
    intensificare la cooperazione con i partner più importanti in Africa
    settentrionale. L'Ue e l'Italia collaborano da molti anni per rafforzare la
    gestione delle frontiere e così pure le capacità di ricerca e salvataggio.
    La nostra collaborazione ha dato vita alla capacità di tutelare il fenomeno
    migratorio e di gestirlo a livello internazionale in Africa del Nord e
    oltre, lungo le rotte migratorie più importanti. Nell'ambito della
    programmazione dei finanziamenti dell'Ue, ancora una volta quest'anno daremo
    la priorità a questa attività, con un'attenzione particolare nei confronti
    di Tunisia ed Egitto. Offriremo anche ulteriore appoggio alla gestione delle
    frontiere marine della Libia, alle capacità di ricerca e intervento di
    salvataggio e rafforzeremo gli interventi complementari per intensificare il
    controllo delle sue frontiere di terra con l'Egitto.
    Faccio affidamento sul nostro incessante partenariato e il nostro comune
    impegno nei confronti di un approccio europeo unitario. Questo non soltanto
    ci offre i mezzi per intervenire in maniera efficace, ma consolida anche la
    nostra capacità di agire con sistematicità e affidabilità con i partner più
    importanti. Il vicepresidente Schinas e la commissaria Johansson stanno
    lavorando in stretta collaborazione con le rispettive controparti nei vari
    Stati membri, coinvolgendo in un impegno congiunto e unitario europeo i
    Paesi partner. Questo porterà a missioni congiunte nei Paesi partner,
    soprattutto in Tunisia ed Egitto.
    Secondo, dovremmo concentrare i nostri sforzi nei confronti di coloro che
    necessitano di protezione internazionale, fornendo loro alternative reali al
    fatto di affidare il loro destino alle mani dei criminali. Lo sforzo
    dell'Italia e di altri Paesi volto a offrire rotte sicure e legali alle
    persone vulnerabili grazie a corridoi umanitari costituisce un contributo
    fondamentale. Da qui al 2025 offriremo finanziamenti per almeno mezzo
    miliardo di euro per i ricollocamenti e i corridoi umanitari, fornendo aiuto
    alla ricollocazione di circa cinquantamila persone. Continueremo a dare la
    priorità alle rotte sicure e legali dalla Libia e dalla Nigeria rafforzando
    il Meccanismo per il Transito di Emergenza e offrendo opportunità di
    Rimpatrio volontario assistito per chi non necessita di protezione,
    nell'ambito del nostro impegno a tutto campo con la task force di Ue, Unione
    africana, Nazioni Unite. Inoltre, per appoggiare modelli emergenti nati a
    partire dall'esperienza dei corridoi umanitari, a gennaio la Commissione ha
    lanciato un appello a finanziamenti mirati nel quadro del Fondo Asilo,
    migrazione e integrazione per il patrocinio comunitario. Avremo occasione di
    discutere maggiormente queste soluzioni nei dettagli durante il prossimo
    "Resettlement Forum" dell'Ue fissato a maggio, oltre a continuare a
    sostenere a livello di Ue l'esperienza dell'Italia con i corridoi umanitari.
    Partendo dalla cooperazione in essere con Paesi partner come la Nigeria e il
    Marocco, dove nel luglio dell'anno scorso abbiamo lanciato la Partnership
    operativa anti-trafficanti, ci stiamo adoperando per lanciarne altre due con
    la Tunisia e l'Egitto, aiutati da Europol ed Eurojust. Queste partnership
    ambiscono a consolidare la compagine legale, politica, operativa e
    strategica nei Paesi partner in reazione al traffico di migranti e per
    migliorare la partecipazione, l'impatto e la sostenibilità a lungo termine
    dei loro sforzi in modo strutturato. Queste partnership trarranno beneficio
    dal finanziamento di un nuovo programma plurinazionale nordafricano volto a
    intensificare la lotta al traffico di migranti nella regione.
    Terzo, per lavorare in più stretta collaborazione a un approccio di ricerca
    e salvataggio più coordinato, la Commissione ha rilanciato il Gruppo di
    contatto europeo per la ricerca e il salvataggio nell'ambito del Piano
    d'azione per il Mediterraneo centrale. Il gruppo mette a disposizione un
    forum per promuovere la cooperazione e il coordinamento tra le autorità
    nazionali e sono lieta di apprendere il forte impegno in tal senso
    dell'Italia. A partire dalla prima riunione del gruppo, si continuerà a
    discutere di come predisporre un più ampio assetto di collaborazione per la
    ricerca e il salvataggio tra gli Stati lungo le coste e gli stati di
    bandiera. Posso assicurarvi che la Commissione continuerà a dare la massima
    priorità a questo progetto.
    Nel nostro prossimo Consiglio europeo di marzo, intendo fornire una
    panoramica sullo stato di avanzamento delle iniziative in corso riguardanti
    le misure operative da me proposte a febbraio. Il sostegno e i contributi
    degli Stati membri, Italia compresa, saranno graditi. Questo è l'unico modo
    che esiste per garantire che la nostra azione faccia davvero una differenza
    reale sul terreno.
 2. La difesa di Fini sulla casa di Montecarlo "Ingannato da mia moglie e dal
    fratello"
    Ah, l'amore. La parabola politica di Gianfranco Fini sembra tutta qui.
    All'apice del potere, quando era presidente della Camera e leader della
    destra, alleato-competitor di Silvio Berlusconi, Fini s'innamorò della
    bellissima e furbissima Elisabetta Tulliani, vent'anni più giovane, volto
    patinato di una famiglia vorace della piccola borghesia romana. E fu la sua
    disgrazia.
    «Quella dell'appartamento di Montecarlo è stata la vicenda più dolorosa per
    me. Sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta»,
    ha detto ieri Fini in una deposizione al tribunale di Roma. Lui era sua
    cognato, lei sua moglie e madre di sue due figlie. Fini si fidò
    all'inverosimile. E loro lo tradirono. La storia è tutta qui.
    Si celebra in questi giorni il processo per la compravendita del celebre
    appartamento di Montecarlo, la buccia di banana su cui Fini scivolò nel
    2010. È sotto processo per reati seri che vedono coinvolti anche i Tullianis
    (il padre Sergio, i figli Giancarlo ed Elisabetta), il re dei videoslot
    Francesco Corallo (figlio di Gaetano, ritenuto il cassiere del clan mafioso
    Santapaola) finito in carcere per un'evasione da centinaia di milioni di
    euro, l'ex deputato Amedeo Labocetta, trasformatosi in lobbista personale
    dell'imprenditore. Ebbene, Fini risponde di concorso in riciclaggio perché
    Corallo diede 300 mila euro ai fratelli Tulliani per fargli comprare la casa
    di Montecarlo (proprietà della fondazione di Alleanza nazionale), li
    assistette per schermare i nomi dietro società di comodo, e poi i due
    fratelli diabolici nel 2015 rivendettero l'appartamento guadagnandoci un
    milione di euro.
    «Loro - ha testimoniato ieri Fini - insistettero perché mettessi in vendita
    l'immobile. Giancarlo mi disse che una società era interessata ad
    acquistarlo, ma non sapevo che della società facevano parte lui e la
    sorella: la sua slealtà e la volontà di ingannare credo si sia dimostrata in
    tutta una serie di occasioni».
    Ingenuo e innamorato, dunque, ma non corrotto. «Anche il comportamento di
    Elisabetta - ha aggiunto Fini - mi ha ferito. Ho scoperto solo dagli atti
    del processo che era comproprietaria dell'appartamento e poi appresi anche
    che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita.
    Tutti fatti che prima non conoscevo. Per me è stato un turbamento forte».
    Solo nel 2010 Fini avrebbe appreso chi era il reale proprietario
    dell'immobile. «E ruppi ogni rapporto».
    Lui pendeva dalle labbra della giovane moglie. Il cognato mirava dritto agli
    affari come ha testimoniato Guido Paglia, uno che in quella stagione divenne
    un potente alla Rai. Convocato a Montecitorio per parlare brutalmente di
    come andava aiutato Giancarlo Tulliani, litigò forte con Fini. Il quale ora
    dice: «Se avessi saputo nel 2008 chi era davvero, non avrei disturbato
    Paglia»
 3. DALEMA IL CERVELLO PROBLEMATICO DI SPERANZA: I verbali dell'ex ministro
    Speranza: "La bussola l'abbiamo sempre avuta"
    "L'Italia era senza manuale d'istruzioni"
    milano
    In mezzo alla tempesta della pandemia, «l'Italia non era "senza bussola", ma
    "senza manuale d'istruzione"».
    È il 21 gennaio del 2021 e l'ex ministro Roberto Speranza è davanti ai
    magistrati di Bergamo, sentito per la seconda volta, prima ancora di finire
    indagato nella maxi inchiesta per epidemia colposa. «La bussola - dice -
    l'abbiamo sempre avuta e ci portava a difendere innanzitutto la salute delle
    persone dinanzi a ogni altra valutazione. Ciò che ci mancava era il manuale
    d'istruzione su come fronteggiare un virus sconosciuto».
    Al centro delle incalzanti domande dei pm c'è la mancata adozione del piano
    pandemico vecchio del 2006 (sul mancato aggiornamento, l'indagine stralciata
    è ancora in corso). Convinto che l'Italia avrebbe «rappresentato un modello
    per il mondo per come ha affrontato la pandemia», Speranza spiega che quel
    piano «era datato e non costruito su un coronavirus ma su un virus
    influenzale. Questo ha portato i nostri tecnici a preferire la definizione
    di un nuovo strumento costruito sul Covid».
    In ogni caso, il «compito di applicarlo - sottolinea il ministro - spettava
    al dg della Prevenzione del ministero, Claudio D'Amario». Fu Silvio
    Brusaferro, direttore dell'Iss - ha ricostruito invece D'Amario - a proporre
    «un piano specifico che a partire dalla casistica cinese e seguendo dei
    modelli matematici poteva meglio misurare il bisogno emergenziale»: il piano
    elaborato da Merler, che già a fine febbraio delineava «scenari
    catastrofici». Anche questo, però. scrive la Gdf, fu «secretato» e
    «disatteso».
 4. QUANTE TANGENTI PER IL NUCLEARE DI PICHETTO ? L'atomo potrebbe rientrare
    nella strategia a lungo termine che l'esecutivo dovrà presentare all'Ue
    entro il 30 giugno
    La tentazione nucleare del governo idea reattori nel piano energetico
    Francesco Bertolino
    Il governo italiano apre il cantiere nucleare e studia l'inserimento dei
    reattori nel piano energetico a lungo termine. Il patto industriale
    sull'atomo annunciato lunedì da Edison, Edf e Ansaldo ha smosso la politica.
    «Sul fronte nucleare l'Italia ha forte esperienza, capacità e storia», ha
    sottolineato ieri il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica,
    Gilberto Pichetto Fratin. Non si tratta, ha chiarito, «di fare domattina una
    centrale, ma dobbiamo stare al passo con il mondo».
    Una dichiarazione destinata a riaprire il dibattito che dovrà giungere in
    tempi brevi a un esito, positivo o negativo. La costruzione di reattori
    richiederebbe anni e, prima di avviare gli investimenti, le imprese
    attendono un indirizzo legislativo stabile e preciso.
    Il loro auspicio potrebbe essere esaudito già prima del 30 giugno. Per
    quella data l'Italia, infatti, dovrà presentare alla Commissione europea
    l'aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Il
    documento definirà la strategia che il Paese adotterà di qui al 2030 per
    ridurre le emissioni, aumentare l'efficienza energetica e garantire la
    sicurezza degli approvvigionamenti.
    In ambienti finanziari è diffusa la convinzione che il nucleare troverà
    spazio nel programma. I reattori potrebbero infatti affiancare le fonti
    rinnovabili, assicurando la fornitura continua e flessibile di energia.
    D'altra parte, il centrodestra non ha mai fatto mistero della volontà di
    riaprire la porta alla fissione, chiusa dai due referendum del 1987 e del
    2011. Il programma elettorale della maggioranza contemplava esplicitamente
    l'installazione di impianti nucleari di nuova generazione. All'indomani
    della vittoria alle primarie, invece, la neo-segretaria del Partito
    Democratico, Elly Schlein, ha così liquidato la questione nucleare: «Non è
    la strada da seguire»
    I partiti di maggioranza appaiono tuttavia decisi a maneggiare l'atomo. La
    loro coesione sarà sottoposta a un primo test dalla mozione presentata dal
    capogruppo di Forza Italia alla Camera, Alessandro Cattaneo, e dal
    responsabile Energia del partito, Luca Squeri. L'istanza parlamentare
    impegna il governo a intraprendere iniziative per promuovere la ricerca e
    l'adozione del nucleare in sede europea e nazionale.
    Nel caso, Ansaldo ed Edison non sono le uniche aziende nazionali pronte a
    partecipare al rilancio dell'industria dell'atomo in Italia. Eni è da tempo
    al lavoro sulla fusione a confinamento magnetico e a tal fine ha investito
    centinaia di milioni nell'americana Commonwealth Fusion Systems,
    diventandone primo azionista. Leonardo e la stessa Ansaldo sono poi
    coinvolte nel progetto internazionale Iter che mira a costruire la macchina
    per la fusione nucleare più grande al mondo.
 5. SCAMBIO ELETTORALE :Sono 311 le proposte di modifica al decreto Superbonus
    presentate ieri Commissione Finanze alla Camera. E stando a quanto emerso al
    termine di un nuovo vertice tecnico che si è svolto ieri al Mef, il governo
    ha dato disponibilità ad intervenire sulla cessione dei crediti, su
    sismabonus, edilizia libera, case popolari e Onlus. Da subito però si
    cercherà di salvare i crediti maturati nel 2022 attualmente bloccati
    nell'iter di approvazione in banca che in vista della scadenza del 31 marzo
    rischiano di decadere se non vengono registrati entro quella data
    all'Agenzia delle Entrate. Accogliendo la soluzione individuata nei giorni
    scorsi dal relatore al decreto, Andrea de Bertoldi (Fdi), il governo
    dovrebbe consentire di iscrivere il credito sulla piattaforma dell'Agenzia
    delle Entrate fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca. Per
    questo verrebbe emanato un «comunicato-legge» per anticipare la modifica che
    verrebbe poi inserita con un apposito emendamento nel decreto in discussione
    alla Camera.
    «Apprezzo che il governo abbia dato disponibilità sui temi di questi mesi -
    spiegato ieri De Bertoldi -. Aver contenuto in circa 300 il numero degli
    emendamenti aiuterà il dialogo tra le parti e porterà a modificare in meglio
    il decreto. Ci troviamo di fronte a una situazione insostenibile che va
    immediatamente frenata, ma che non deve penalizzare né le famiglie né le
    imprese».
    Forza Italia chiede lo sblocco dei crediti posseduti dalle banche tramite la
    compensazione con gli F24 e l'acquisto da parte delle partecipate di Stato,
    la proroga di tre mesi (al 30 giugno) per la conclusione dei lavori col 110%
    per villette e Iacp. Mentre rispetto al futuro per i redditi bassi l'idea è
    quella di consentire loro di poter spalmare su più anni di quelli
    attualmente previsti le detrazioni fiscali maturate. Oltre a questo si punta
    sulla deroga al blocco dello sconto in fattura per i territori terremotati,
    terzo settore, rigenerazione urbana e barriere architettoniche. Sulle
    villette insiste anche Fratelli d'Italia che punta a prolungare a fine
    giugno il Superbonus.
 6. LA PROVA DELLA DITTATURA SANITARIA: Il docufilm «Invisibili» censurato da
    Youtube e bandito dal virologo Matteo Bassetti, domenica verrà proiettato
    nel teatro dell'oratorio parrocchiale a Chivasso. Nella città dove in piena
    zona rossa si organizzavano gli aperitivi disobbedienti.
    Si tratta di un documentario realizzato da Paolo Cassina e che racconta e
    denuncia i drammi e le tragedie delle vittime delle reazioni avverse da
    vaccino Sars-Cov2. E a seguire ci sarà un dibattito a cui parteciperanno
    esponenti del Comitato Ascoltami, avvocati e medici.
    Alla proiezione non ci sarà il sindaco Claudio Castello nonostante abbia
    ricevuto l'invito all'evento promosso dal Popolo per i diritti e libertà,
    dal Coordinamento Piemonte e dal Comitato di Liberazione Nazionale. Ma
    sull'opportunità o meno della proiezione il primo cittadino preferisce
    tacere. Non se la sente di commentare questo tipo di iniziativa il dottor
    Antonio Barillà, responsabile del distretto dei medici di famiglia, ma
    ricorda come in quel periodo si sia «usciti dalla pandemia seguendo quanto
    la scienza ci aveva indicato. Non ho gli elementi per commentare
    l'iniziativa perché non ne conosco i contenuti, ma posso ricordare come a
    Chivasso si siano inoculati oltre 140 mila vaccini».
    Ma quella proiezione fa riflettere la politica. Soprattutto la minoranza.
    Chi probabilmente andrà a vedere il docufilm è Enzo Falbo, il consigliere di
    Fratelli d'Italia seduto all'opposizione: «Preciso di aver fatto tutti e tre
    i vaccini, ma credo sia un tema che vada approfondito». Matteo Doria
    consigliere della civica Amo Chivasso è certamente pro vax, ma allo stesso
    tempo ricorda che debba essere garantita a tutti la liberà di espressione.
    Stessa opinione per il consigliere della civica Per Chivasso, Bruno Prestia:
    «Sulla proiezione non mi esprimo perché non so di cosa tratti, ma sul
    convegno non ci vedo nulla di male perché ci sono dei medici».
    Per Clara Marta di Forza Italia «Don Davide, sicuramente in buona fede, ha
    dato la disponibilità del locale. Il tema della pandemia non va
    spettacolarizzato. Senza vaccini, oggi, la situazione sarebbe drammatica.
    Chi sostiene la battaglia no vax ha il diritto di pensarla come crede. Non
    mi pare però opportuno che un oratorio, luogo di educazione, diventi
    megafono di teorie, quantomeno discutibili.

 

 

08.03.23

Torino 06.03.2023

ALL’ECC.MA PROCURA DELLA REPUBBLICA ROMA

Oggetto: PROPOSTA ACQUISTO RETE TIM DA PARTE DELLA CDP per 18 miliardi contro
una quotazione di 6,72 della intera Tim.

Il sottoscritto Marco BAVA, nato a TORINO il 07.09.57
rappresenta che : Ieri 05.03.23 CDP ha presentato una offerta di acquisto della
rete Tim per 18 miliardi di euro quando la capitalizzazione borsistica , dopo la
diffusione della notizia, e’ di 6,72 miliardi. Tale differenza di prezzo non e’
minimamente giustificata se non un con un gioco al rialzo orchestrato da Vivendi
, socio di riferimento di Tim, attraverso l’offerta di KKR di 20 miliardi.
Corre l'anno 1988 quando Raul Gardini crea una joint venture tra due colossi
della chimica: ENI, azienda pubblica leader nel settore degli idrocarburi, e
Montedison, numero uno della chimica tra i gruppi privati e operante anche in
altri settori come quello farmaceutico, energetico, metallurgico,
agroalimentare, assicurativo e dell'editoria.
Il polo che ne nasce è una società che vede i due player spartirsi equamente le
quote: 40% per entrambi, il resto è in mano ai mercati.
Il sodalizio però dura poco. Il dualismo porta a molte divergenze strategiche,
così ENI tenta la scalata cercando di acquistare il 20% del flottante,
attraverso una cordata di finanzieri vicino all'azienda pubblica. Come
conseguenza di questo vi è l'incrinatura dei rapporti con il partner d'affari e
la decisione di Gardini di cedere all'ente di Stato il 40% di proprietà di
Montedison.
Il denaro incassato dalla cessione azionaria viene utilizzato per pagare le
tangenti al sistema politico, attraverso l'intermediazione del finanziere Sergio
Cusani che in quel periodo è un illustre dirigente della famiglia Ferruzzi,
socio di maggioranza di Montedison.
Così risulta dall'inchiesta Mani Pulite condotta dall'allora pubblico ministero
Antonio Di Pietro e che vede coinvolti quasi tutti i partiti della Prima
Repubblica.
Come contropartita della tangente incassata, i politici promettono una
defiscalizzazione generale delle plusvalenze che Montedison realizza con
l'attribuzione di parte delle attività a Enimont. Le somme intascate arrivano
fino a 150 miliardi di vecchie lire e almeno 90 miliardi passano attraverso lo
IOR, che è la banca del Vaticano.
Il mezzo attraverso cui avviene il giro di denaro è con l'attribuzione agli
esponenti dei partiti di titoli di Stato, che vengono detenuti in conti
off-shore presso l'istituto di credito religioso. Questi titoli sono gestiti
direttamente dal direttore dello IOR, Monsignor Donato De Bonis, che attraverso
vari intermediari si occupa di convertire in denaro liquido le somme
immobilizzate e di stornarle presso banche estere.

L'inchiesta è un vero terremoto giudiziario che mette in subbuglio i vertici
delle istituzioni repubblicane. Gli arresti fioccano così come, per i politici,
i rinvii a giudizio, che però devono passare per il vaglio dell'aula
parlamentare.
Nel bel mezzo dello scandalo e della vergogna si suicida nel carcere di San
Vittore, Gabriele Cagliari, presidente dell'ENI dal 1989 al 1993. Poco dopo Raul
Gardini viene trovato morto nonostante la pistola che lo ha ucciso venga trovata
appoggiata su un comodino.Di Pietro archivia il fatto come omicidio.
Tra tutti gli imputati accusati di corruzione, Sergio Cusani è l'unico a
chiedere e ottenere il rito abbreviato, ma il suo processo è inghiottito dal
ciclone che investe tutto il mondo politico-finanziario e che produce indagini
su indagini e interrogatori su interrogatori.
Le prime condanne arrivano il 27 ottobre del 1995, per tutti i personaggi di
spicco della politica e della finanza italiana. Per Sergio Cusani però la
sentenza di primo grado viene pronunciata il 28 aprile 1994 e comporta una
condanna di 8 anni.
Dopo la sentenza d'appello emessa il 7 giugno 1997, che vede alcuni imputati
patteggiare la pena con la Procura, arriva per Cusani la condanna definitiva in
Cassazione a 5 anni e 10 mesi il 21 gennaio 1998. Mentre per gli altri, il 13
giugno dello stesso anno si emettono questi verdetti:
· Arnaldo Forlani: 2 anni e 4 mesi;
· Severino Citaristi: 3 anni;
· Giuseppe Garofano: 3 anni;
· Carlo Sama: 3 anni;
· Luigi Bisignani: 2 anni e 6 mesi;
· Romano Venturi: 1 anno e 8 mesi;
· Alberto Grotti: 1 anno e 4 mesi;
· Renato Altissimo: 8 mesi;
· Umberto Bossi: 8 mesi;
· Alessandro Patelli: 8 mesi;
· Giorgio La Malfa: 6 mesi e 20 giorni;
· Egidio Sterpa: 6 mesi.
Poco meno di un mese dopo, esattamente il 10 luglio 1998, un'altra sentenza
passa in giudicato, quella di Paolo Cirino Pomicino, con 1 anno e 8 mesi di
reclusione. Mentre per altri due personaggi eccellenti del panorama politico
italiano, Bettino Craxi e Claudio Martelli, bisogna rifare il processo
d'appello.
Il 1° ottobre 1999 Craxi viene condannato a 3 anni ma la pena non può essere
scontata in quanto l'ex segretario del PSI e Primo Ministro della Repubblica
muore ad Hammamet tre mesi dopo. Mentre per Claudio Martelli viene confermata la
sentenza d'appello a 8 mesi di carcere il 21 marzo 2000.
Con quest'ultima condanna si chiude definitivamente un processo che ha aperto
uno squarcio nell'intreccio tra politica e alta finanza e che ha lasciato un
segno indelebile nella storia delle istituzioni repubblicane.
Oggi con l’acquisto da parte di CDP per 18 miliardi di una parte di Tim che ne
vale 7 in borsa , credo che si ripresentino tutti gli indizi di una ENIMONT 2 ,
tangenti comprese.
"La valutazione delle azioni Enimont, detenute dalla Montedison, di 2805
miliardi era eccessiva, le azioni potevano valere tra i 2000 e 2200 miliardi".
Lo ha dichiarato Sergio Cragnotti, ex amministratore delegato dell' Enimont,
durante il suo interrogatorio, durato circa tre ore. Prima di Cragnotti, il
procuratore aggiunto Ettore Torri, titolare dell' inchiesta giudiziaria aveva
ascoltato Raul Gardini. L' ex presidente della Montedison si è presentato
spontaneamente per consegnare alcuni documenti. Nell' interrogatorio dei giorni
scorsi Gardini si era riservato di presentare una memoria sulle vicende da lui
vissute in relazione alla questione Enimont. Ma oltre la consegna dei documenti,
il giudice Torri ha chiesto dei chiarimenti. Il magistrato intendeva conoscere
chi fosse il responsabile legale della Montedison al momento dell' accordo di
compravendita delle azioni. Gardini ha precisato che in quel periodo non era più
presidente della Montedison, gli era subentrato Giuseppe Garofano mentre
amministratore delegato era Carlo Sama. Torri ha voluto precisare queste
circostanze perché nei prossimi giorni dovrà inviare gli avvisi di garanzia alle
parti per poter poi richiedere la perizia giudiziaria. Gardini, tra l' altro,
avrebbe affermato che era sua intenzione acquistare le azioni Enimont, detenute
dall' Eni, purché il loro costo si aggirasse sui 2000 miliardi. C' è un
particolare strano in questa vicenda. Anche Gardini avrebbe affermato che l' Eni
ha sopravvalutato le azioni da acquistare e di fronte all' offerta di 2805
miliardi non c' era altra via che vendere. Sergio Cragnotti ha fatto presente al
magistrato che si è battuto affinché l' Enimont fosse privatizzata per una
questione di efficienza e di prospettiva economica. Ma le cose andarono
diversamente e, così, lasciò l' incarico di amministratore delegato. La storia
sulla compravendita delle azioni Enimont ha una versione ufficiale, quella del
ministro delle Partecipazioni statali, Franco Piga, raccontata in Parlamento. Il
17 novembre 1990, Piga autorizza l' Eni a procedere alla determinazione del
prezzo di acquisto-vendita dell' Enimont. Due giorni dopo la giunta dell' Eni
all' unanimità comunica al ministro di aver deliberato il prezzo, rientrante
nella forbice autorizzata dallo stesso Piga ed oscillante tra i 2650 e i 2850
miliardi, e chiede l' autorizzazione a lanciare un' "opa". Piga contatta la
Consob per l' eventuale sospensione dei titoli e dà il via libera all' Eni per
la presentazione a Montedison della proposta contrattuale finale con l'
indicazione del prezzo secco di vendita-acquisto. L' attesa per sapere se
Enimont sarà pubblica o privata dura due giorni. Il presidente della Montedison,
Giuseppe Garofano, e l' amministratore delegato, Carlo Sama, comunicano al
ministro di aver sciolto le riserve: Montedison vende la sua quota per 2805
miliardi. L' acquisto da parte dell' Eni è "un' operazione molto pesante per l'
Ente di Stato" afferma il ministro Piga che ricorda al Parlamento di aver
cercato di evitare un contenzioso giudiziario che avrebbe avuto un impatto
devastante per la Montedison. Il 22 novembre 1990, il ministro riceve l' intera
giunta dell' Eni, Giuseppe Garofano e Carlo Sama. Le parti si scambiano i
contratti con la manifestazione del loro reciproco assenso. L' Eni, commenta
Piga, deve svolgere uno sforzo finanziario imponente mentre l' Enimont si trova
di fronte al più gravoso impegno mai affrontato nel corso della sua storia. A
distanza di poco più di due anni, la magistratura cerca di fare completa luce su
questa vicenda. Dalle prime indagini e dai primi interrogatori emerge un coro
comune: quelle azioni sono state sopravvalutate. Lo stesso presidente dell' Eni,
Gabriele Cagliari, indagato per peculato per appropriazione e false
comunicazioni sociali avrebbe affermato al magistrato che lo Stato ha pagato
circa 1000 miliardi di più sull' effettivo valore di tutte le azioni acquistate.
Altri come l' ex consigliere di amministrazione dell' Eni, Luigi Cappugi,
interrogato come testimone, ha dichiarato che il reale valore delle quote
Montedison era inferiore di 600-800 miliardi. Cragnotti e Gardini affermano che
c' è stata una sopravvalutazione.

Per tali motivi
Il sottoscritto chiede che codesta Ecc.ma Autorità giudiziaria verifichi se
esistano estremi di reato per i fatti sopra indicati.
Chiede di essere informato a norma dell’art. 408 c.p.p di un’eventuale richiesta
di archiviazione.
Con deferenza.
Marco BAVA
 

 

07.03.23
 1. QUANDO LA LEGGE E' SOGGETTA AL REGIME:   La repressione politica in
    Bielorussia non conosce tregua. Il regime di Aleksandr Lukashenko ieri ha
    inflitto condanne pesantissime a Svetlana Tikhanovskaya e altri quattro noti
    dissidenti. La leader dell'opposizione bielorussa è stata condannata a 15
    anni di reclusione. L'ex ministro della Cultura, Pavel Latushko, a 18. Sono
    stati invece condannati a 12 anni Sergey Dylevsky, Olga Kovalkova e Maria
    Moroz. Tutti e cinque gli imputati sono però costretti da tempo all'esilio e
    sono stati quindi giudicati in contumacia.
    Le accuse sono tanto gravi quanto inique e politicamente motivate, inventate
    di sana pianta per colpire persone che hanno avuto il coraggio di opporsi a
    Lukashenko e al suo regime: "alto tradimento", "creazione di
    un'organizzazione estremista", "cospirazione per prendere il potere". Ieri
    si è trattato di condanne in contumacia. Ma accanto ai tanti oppositori che
    hanno dovuto lasciare la Bielorussia per sfuggire alla dittatura, ce ne sono
    molti altri che sono finiti dietro le sbarre. E l'ong Viasna stima che i
    prigionieri politici in Bielorussia siano quasi 1.500, compreso il fondatore
    dell'organizzazione: il Nobel per la Pace Ales Bialiatski, condannato a 10
    anni in un processo farsa. Tikhanovskaya ha voluto ricordare proprio loro
    dopo essere stata condannata ingiustamente dal tribunale di Minsk. «Ma oggi
    non penso alla mia sentenza. Penso a migliaia di innocenti, detenuti e
    condannati a pene detentive reali. Non mi fermerò finché ciascuno di loro
    non sarà rilasciato», ha promesso la leader dell'opposizione.
    Tra i dissidenti in carcere c'è anche suo marito, Sergey Tikhanovsky: un
    blogger seguitissimo che tre anni fa paragonò Lukashenko alla Grande Blatta,
    il prepotente scarafaggio coi baffi nato dalla penna di Korney Chukovsky.
    Tikhanovsky prese a girare per il Paese con un'enorme ciabatta sul tetto
    dell'auto e organizzò manifestazioni antiregime in cui la gente agitava
    simbolicamente una pantofola. L'oppositore puntava alle presidenziali, ma fu
    presto arrestato. Fu solo allora che Svetlana Tikhanovskaya decise di
    candidarsi al posto del marito finito in cella e si alleò con Veronika
    Tsepkalo e Maria Kolesnikova. L'immagine delle tre donne unite contro il
    regime fece subito il giro del globo: Kolesnikova (ora in carcere) disegnava
    un cuore con le mani, Tsepkalo (ora in esilio) formava la "V" di vittoria
    con le dita, mentre Tikhanovskaya stringeva il pugno in segno di sfida.
    Le elezioni sono state vinte ufficialmente da Lukashenko, ma secondo
    moltissimi osservatori quel risultato è frutto di massicci brogli
    elettorali, e migliaia e migliaia di bielorussi sono scesi in piazza per
    mesi per contestare il despota. Le proteste pacifiche sono state però
    represse brutalmente dal regime, a manganellate e con migliaia di arresti, e
    la polizia bielorussa è anche accusata di torture. Tikhanovskaya è stata
    costretta a lasciare la Bielorussia subito dopo aver sfidato Lukashenko alle
    presidenziali e da ormai tre anni vive in esilio.
 2. BUGIE DI STATO: A fine febbraio del 2020 la situazione in Lombardia era già
    fuori controllo. A Bergamo i carabinieri andavano a caccia di ossigeno. Alla
    ricerca delle bombole che non c'erano per i malati di Covid che si
    moltiplicavano, di ora in ora. Battevano paese per paese, per recuperare le
    bombole dalle abitazioni di persone nel frattempo decedute o finite in
    ospedale. Avevano addirittura creato un hub in caserma per i dispositivi da
    distribuire a chi ne avesse bisogno. Eppure, in base al folle imperativo di
    «non creare panico», anche ai militari dell'Arma sarebbe stata negata la
    verità sul numero dei malati e dei morti di Covid.
    L'allora comandante provinciale, Paolo Storoni, aveva chiesto quei dati al
    dg di Ats, Massimo Giupponi. Ma l'ordine dei vertici di Regione Lombardia
    era di «evitare allarmismi», celare i fatti tragici che potessero «scatenare
    il panico». «A che cosa servono i numeri alle forze dell'ordine? » . Per
    «valutare l'opportunità e l'eventuale obbligo di dare queste info», che
    evidentemente non condivideva, Giupponi scrive all'ufficio Affari generali.
    Alla fine Ats invia una nota a tutti i sindaci per informarli che «neppure i
    carabinieri sono titolati a richiedere dati epidemiologici».
    Il 26 febbraio alle 19, Alberto Zoli, di Areu, manda un messaggio al
    vicepresidente della Regione, Fabrizio Sala: «Non vogliono o meglio Gallera
    non vuole dare i dati giusti, ma oramai siamo a 305 positivi». La risposta:
    «Sono aggiornato, ho appena sentito Attilio», il governatore di Regione
    Lombardia.
    L'«indicazione» era questa, a tutti i livelli: governo, Regione, Comune.
    Anzi, neppure i primi cittadini dovevano sapere. Nelle sue chat con
    Giupponi, l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, lo
    ripeteva spesso: «Ats non deve comunicare i dati dei positivi ai sindaci».
    Nonostante – annota la Gdf – anche loro fossero «autorità sanitaria locale,
    nonché autorità di pubblica sicurezza». E questo assurdo «divieto», per
    l'accusa, ha impedito loro di valutare la possibilità di adottare o
    richiedere «provvedimenti urgenti» e necessari, come la zona rossa ad Alzano
    e Nembro.
    Tacere, punto. Sminuendo la gravità della situazione. Arrivando a incontrare
    capiredattori e direttori dei più importanti media locali «con lo scopo di
    condividere con loro la non opportunità che vengano pubblicati dati sui
    contagi, ma notizie positive come la disponibilità del volontariato al
    trasporto dei dializzati». Per poi tacciare di «fake news» e bacchettare
    chiunque si permettesse a contraddire l'indicazione.
    Peccato che proprio il mancato rispetto del dovere di trasparenza e
    informazione, secondo gli investigatori, avrebbe contribuito all'espansione
    della epidemia.
    Si legge, infatti, nelle carte dell'inchiesta: «Non può non evidenziarsi
    come la continua volontà di tacere i dati, secretare il piano Merler di
    risposta all'epidemia» perché mostrava già quale sarebbe stato lo «scenario
    catastrofico» cui si andava incontro, «negare la gravità del quadro
    epidemiologico, minimizzare, cercare, appunto, di non creare panico», abbia,
    invece, prodotto nella popolazione «l'idea che la situazione non fosse così
    grave». Con l'assurda conseguenza che «tali indicazioni potrebbero aver
    indotto i cittadini a tenere comportamenti certamente meno prudenti del
    necessario. Concorrendo, quindi, all'espansione dell'epidemia e al loro
    contagio».
    Sono categorici i magistrati della procura diretta da Antonio Chiappani. E
    per spiegarlo mettono in fila molti esempi. Come la chat di whatsapp in cui
    l'assessore Gallera andava su tutte le furie quando era trapelata la notizia
    di un bambino di un anno di Alzano Lombardo finito in terapia intensiva al
    Papa Giovanni di Bergamo: «Dare questa notizia è devastante. Chi l'ha data?
    Vi abbiamo detto allo sfinimento di non dare numeri! » , scriveva su
    Whatsapp alla dg Beatrice Stasi. «Un bambino in terapia neonatale domani è
    l'apertura dei giornali nazionali. Notizia devastante. Licenzia l'addetta
    stampa! » .
    E ancora, come le preoccupazioni di Aida Andreassi, medico della direzione
    generale Welfare in Regione. Il 7 marzo scriveva in chat: «Sono con gli
    intensivisti. Mi viene da piangere, mi viene da piangere, mi viene da
    piangere. Sai cosa mi ha detto il presidente? Che non si può dire la verità.
    Gli ho risposto che allora siamo come in Cina. Lui mi ha risposto che siamo
    peggio che in Cina, almeno lì lo sanno che c'è la dittatura». E ancora: «Se
    sarai con i sindaci alle 14 ti scongiuro di dire la verità. Digli al
    presidente che gli intensivisti vogliono uscire con messaggi devastanti alla
    popolazione. Gli conviene che sia lui o i sindaci o gli sputtaneranno».
    Andreassi si disperava: «La proiezione lombarda dice 20 mila casi al 26
    marzo. Vuol dire 10 mila ricoveri e 2 mila posti in terapia intensiva in
    Lombardia. Noi al massimo arriviamo a 900 posti. Solo per il Covid faremo
    migliaia di morti e altrettanti per pazienti con infarto, oncologici, traumi
    e neurologici... Ho parlato con Fontana, dice che è "una indicazione" tenere
    tutto nascosto... I nostri politici sono delle m.

 

06.03.23
 1. LE VERE RAGIONI DELL'ARROGANZA : È il 25 febbraio del 2020. Da quattro
    giorni l'Italia si è risvegliata con il terrore del Covid, senza conoscere
    ancora le dimensioni che, di lì a poco, avrebbe assunto la pandemia. Con il
    Cts (troppo «influenzato» dalla volontà politica) e un governo che invece,
    per l'accusa, avrebbero avuto tutti gli strumenti per capirlo. Con il
    premier Giuseppe Conte che alla notizia del primo caso a Codogno, nel
    Lodigiano, qualche sera prima, continuava a ripetere: «Che guaio». E il
    ministro alla Salute, Roberto Speranza, «completamente nel pallone»,
    nonostante alert e indicazioni che dai primi dell'anno arrivavano dall'Oms.
    Una tragedia epocale in cui, secondo la ricostruzione della Gdf di Bergamo,
    ognuno avrebbe provato in qualche modo a portare acqua al suo mulino. Chi
    per interesse politico, chi per mero interesse economico.
    Così, tra le pieghe della maxi inchiesta per epidemia colposa appena
    conclusa dalla procura diretta da Antonio Chiappani, spunta fuori anche una
    nuova accusa mossa al professore Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto
    superiore di sanità, descritto come il braccio operativo del ministro
    Speranza nel Comitato tecnico scientifico. Si parla di truffa aggravata per
    il conseguimento di erogazioni pubbliche. Un'accusa stralciata in un filone
    di inchiesta ancora in corso che, per competenza territoriale, presto
    potrebbe essere trasmesso alla procura di Roma.
    Perché l'Iss non solo sarebbe riuscito a ottenere dal governo il via libera
    iniziale per validare tutti i test che arrivavano dalle Regioni, nonostante
    non fosse assolutamente pronto a farlo, con un enorme spreco di tempo, e lo
    «sfalsamento dell'analisi dei risultati dei tamponi», mentre il virus
    correva. Tant'è che quel 25 febbraio, con il numero dei malati Covid che
    iniziava a moltiplicarsi, scriveva Brusaferro ai colleghi: «Dopo
    l'imposizione alle Regioni, solo noi validiamo i casi, compresi i morti.
    Tutti i casi! Quindi ora dobbiamo attrezzarci su h24». Ma anche perché su
    quei tamponi, ipotizzano gli investigatori, Brusaferro avrebbe fatto la
    cresta. Facendo spendere allo Stato ben «750 euro per ogni test a fronte di
    un costo reale di 2,82 euro».
    Così il 26 febbraio la vice capo di gabinetto del ministero Tiziana
    Coccoluto inoltrava al commissario Borrelli la «sintesi delle risorse
    necessarie stimate dall'Iss»: «Dall'esecuzione dei primi 200 test da parte
    dell'Iss emergono oneri pari a 150 mila euro. Tenuto conto che l'Istituto ha
    una richiesta di circa 100 campioni al giorno, si chiedono risorse utili per
    l'effettuazione di almeno 800 test, pari a 600 mila euro, nonché ulteriori
    risorse per il rinnovo delle attrezzature pari a 100 mila euro. Le risorse
    complessive per l'attuazione della presente ordinanza sono pari a 854.000
    euro lordi».
    Dieci giorni più tardi, il 6 marzo, alle 23, era sempre Brusaferro a
    chiedere in chat a Speranza: «Scusa come sta andando il tema delle risorse
    all'Iss? Si riesce a includere tutto?». Risposta: «Troveremo il modo. C'è un
    ok politico. Dobbiamo capire se strutturale o per sei mesi». La replica di
    Brusaferro: «Ovviamente meglio strutturale anche per organizzare un sistema
    stabile partendo da questa esperienza. Grazie per il supporto».
    E ancora, in un'altra chat, Speranza sosteneva la volontà del governo di
    chiudere le scuole. Brusaferro: «Cts critico». La risposta del politico:
    «Così andiamo a sbattere, ho i ministri col fiato sul collo».
    Un rapporto privilegiato, quello tra Speranza e Brusaferro, che avrebbe
    ricambiato la disponibilità del ministro «influenzando» le scelte del Cts in
    base alla volontà della politica: «In più occasioni Speranza ha concordato
    con Brusaferro quale sarebbe poi stata l'indicazione del Cts sui vari
    quesiti che gli venivano posti», annota ancora la Gdf. Tanto che è stato il
    capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, il 13 marzo, inviando a Brusaferro il
    parere sull'essenzialità dell'Iss, necessario per ottenere ulteriori fondi,
    a fargli notare: «Spero lei si renda conto di che cosa sta facendo per il
    ministro». Per l'accusa, «come se si trattasse di uno scambio di favori». La
    risposta di Brusaferro: «Certamente sosteniamo il ministro al meglio delle
    nostre possibilità».
    Un rapporto privilegiato, che getta ombre sull'intero Cts che, secondo gli
    inquirenti, avrebbe avuto un ruolo nella catena degli errori che hanno
    portato all'espansione dell'epidemia, a partire dalla mancata istituzione
    della zona rossa a Nembro e Alzano. Ma anche nella decisione di non adottare
    il piano pandemico del 2006 e neppure quanto previsto nello stesso piano
    Covid, erroneamente «secretato» e non condiviso con le Regioni, del
    matematico Stefano Merler («Stiamo passando per «dilettanti allo sbaraglio!»
    , diceva un funzionario dell'Iss).
    Emblematico lo scambio in chat tra Giuseppe Ruocco, membro del Cts e
    segretario generale del ministero: «Non abbiamo un piano invece vogliono che
    siamo allineati. Insomma i politici non dovrebbero dialogare con noi.
    Dovrebbero ricevere i nostri suggerimenti e poi decidere». La risposta di
    una tale Livia, funzionaria del ministero della Salute, che già il 3 marzo
    se ne rendeva conto: «Certo, questa commistione è pericolosa, molto. Per la
    gente e per loro».
 2. Torino
    sfregiata
    Due occhi di ghiaccio: «Mi guardavano fissi, quasi persi nel vuoto.
    Indifferenti». La mattina dopo Pierluca ne parla come se la ragazza fosse
    ancora lì, dall'altra parte del vetro, a cercare in tutti i modi di sfondare
    la barriera di cristallo ed entrare nel suo negozio. «Sembrava giovane.
    Aveva un passamontagna e una grossa pietra appuntita. Batteva contro il
    vetro, urlando insulti in inglese». Di fianco a lei altri due ragazzi con il
    casco e i bastoni. Il vetro resiste. I colpi lo riducono a una ragnatela.
    «Urlavo anche io. La fissavo. Gridavo basta, basta, con i palmi delle mani
    rivolti verso di lei. Come se servisse a qualcosa. Ho sperato che il
    cristallo resistesse. Era l'unico diaframma. Lei non ha calcolato, non lo
    poteva sapere, che la vetrina è fatta di due lastre. Che dopo aver ridotto
    in frantumi la prima avrebbe dovuto ricominciare da capo con la seconda. Ma
    lei e i suoi amici, per fortuna, non avevano tutto quel tempo. Così noi,
    dentro il locale, ci siamo salvati». Se fossero riusciti a sfondare la
    vetrina? «Voglio sperare che la polizia, che era lì di fronte, sarebbe
    venuta a salvarci».
    Chi lo sa? Meglio non provare. Sotto il sole di marzo, dopo una notte di
    guerriglia, via della Consolata, pieno centro di Torino, cammina sui pezzi
    di vetro e i resti della serata di follia. Sui muri le scritte per tirare
    «fuori Alfredo dal 41 bis». L'obiettivo è quello di togliere il carcere duro
    a un criminale che una mattina di dieci anni fa si era svegliato di buonora
    per andare a sparare a un uomo che usciva di casa per andare al lavoro. Ma
    che cosa c'entra tutto questo con la scelta di dare l'assalto alla galleria
    d'arte "Spazio Musa" del signor Pierluca? Difficile da capire. Anarchici che
    sbagliano? È quasi certo che se Alfredo Cospito fosse stato tra loro avrebbe
    aiutato la ragazza dagli occhi di ghiaccio a sfasciare le vetrine. In fondo,
    nella sua carriera di terrorista, ha fatto ben di peggio. Nei condomini che
    si affacciano sulla via ci si scambia i video della serata: «Lo vedi quello
    che si toglie il passamontagna? Perché lo avevo insultato, quel bastardo».
    Piccoli eroismi di una comunità aggredita senza motivo alcuno. Nel filmato
    la signora inveisce dal balcone rivolta ai caschi neri in mezzo alla strada:
    «Codardi, conigli, toglietevi il casco se avete il coraggio». La risposta è
    il fragore cristallino delle vetrine dei negozi che vanno in frantumi.
    «Abbiamo avuto paura. Qualcuno ha infilato un fumogeno attraverso il vetro
    rotto di una rivendita di mobili. Se avesse preso fuoco si sarebbe
    incendiato tutto il condominio». Non è andata così. Ma a tarda sera i
    dipendenti di Rochebobois erano lì a ripulire il negozio ammassando i divani
    contro le vetrine rotte per evitare che nella notte entrassero i ladri.
    La via che va dal centro al santuario della Consolata e alla sede del
    Cottolengo, il cuore della cattolicità torinese, unisce sacro e profano. Le
    scritte e le bombe di vernice sfregiano le facciate indifferentemente.
    Colpiscono l'obelisco di piazza Savoia, monumento alla laicità dello stato e
    alla legge che espropriò a metà Ottocento, i beni ecclesiastici: «Morte ai
    ricchi», è scritto alla base. Slogan rischioso per la sopravvivenza dei
    familiari di un bel numero di partecipanti al corteo.
    Non c'è pace nemmeno per il santuario, la chiesa più amata dai torinesi, che
    da oltre mille anni si identifica con le vicende e le tragedie della città.
    In alto, vicino al tetto, è rimasta conficcata una palla di cannone
    dell'assedio francese del 1706, quando la chiesa era all'angolo del muro
    esterno di Torino. Da sabato sera più in basso, molto più in basso, a
    sfregiare la facciata ci sono le macchie di vernice marrone lanciate dai
    compagni anarchici in lotta per un carcere dal volto umano. Ieri mattina, al
    termine della messa, il rettore ha dovuto prendere atto che sul sagrato è
    comparsa anche una grande bestemmia scritta con la vernice nera. Nei video
    si vedono due ragazzi che tracciano la scritta con le bombolette: «Ho visto
    anche quello, purtroppo», confessa monsignor Giacomo Martinacci. «Devo dire
    che avrebbe potuto andarci molto peggio. Le scritte e la vernice le
    cancelleremo. Resta l'amarezza per il gesto compiuto contro la Chiesa dalla
    solita minoranza rumorosa. Gente che si sente forte quando è in gruppo.
    Presi uno per uno sono quasi sempre inoffensivi».
    Poi, certo, la vita continua. Già ieri sera la galleria d'arte ha ripreso
    l'attività. Sulla vetrina si intravede ancora il titolo della mostra di arte
    contemporanea, le opere di cento artisti emergenti di tutto il mondo:
    "Babele". Mai nome fu più azzeccato per raccontare il caos di sabato notte.
    Pierluca sorride: «Effettivamente, sembra fatta apposta». Si cerca di
    rabberciare i danni alla bene meglio. Qualcuno usa un vaso capovolto per
    coprire un tombino divelto. Altri radunano alla bene meglio, sul marciapiede
    davanti all'anagrafe, i resti di un cassonetto che ha bruciato per ore nella
    notte, come il roveto di Mosè, probabilmente alimentato da una latta d'olio.
    Sul sagrato davanti alla Consolata qualcuno a messo due rose gialle e una
    bianca a coprire, o meglio a tentare di stemperare, l'effetto della
    bestemmia. In serata la scritta verrà cancellata. In piazza Savoia si lavora
    con il cartone e il nastro adesivo per rabberciare il parabrezza delle auto
    prese a sassate in solidarietà con Cospito. Davanti al negozio di fiori di
    piazza Savoia una signora con il vestito verde chiaro racconta i momenti
    dell'assalto: «Un ragazzo con la barba ha preso un cartello stradale e ha
    cominciato a colpire quel suv azzurro». Oggi interverranno i carrozzieri a
    riparare i vetri. Quella che sarà più difficile da rimarginare è la ferita
    alla credibilità della battaglia per Cospito che, dopo la notte di sabato,
    sembra irrimediabilmente compromessa.

 

 

 

 

05.03.23
 1. LA NUTELLA E' NATA DALLA AUTARCHIA:  La Russia aggira le sanzioni, torna a
    un import a livelli pre invasione dell'Ucraina e spinge gli alleati a
    stringere i controlli sul business internazionale e a premere sui Paesi
    terzi. A un anno dall'imposizioni delle sanzioni è soprattutto il comparto
    tecnologico – chips, semiconduttori, circuiti elettrici integrati –
    impiegato in droni, satelliti e nel comparto militare a non mostrare
    cedimenti.
    Sono i dati del Trade Data Monitor, citati da Bloomberg, a delineare uno
    scenario in cui emerge una rete di Paesi e società che non solo sta
    sostenendo il business con la Russia, ma che si è sostituita, in alcune
    aree, ai produttori ed esportatori europei e Usa.
    Fonti dell'Amministrazione Biden hanno spiegato a La Stampa che «nessuno si
    aspettava che le sanzioni avrebbero avuto un impatto immediato e che il loro
    effetto si misurerà a medio e lungo termine». Tuttavia le difficoltà sono
    ben note a Washington. Sia perché diversi Paesi hanno intensificato i
    commerci con la Russia; sia perché l'evasione delle sanzioni è diventata
    sistematica.
    La task force di Dipartimento della Giustizia, Commercio e Tesoro ha varato
    delle linee guida per inasprire controlli per le società che aggirano le
    sanzioni. Il 24 febbraio il G7 aveva diramato una nota che si concludeva con
    l'annuncio del giro di vite contro "terzi attori" che aiutano Mosca ad
    aggirare le sanzioni. Il pensiero era corso alla Cina, ma l'elenco dei Paesi
    che sfruttando i cosiddetti "transshipment points", (ovvero luoghi di
    trasbordo delle merci destinate alla Russia) che hanno incrementato gli
    affari con Putin è ben più lungo. Cina, compresi Macao e Hong Kong, Armenia,
    Turchia e Uzbekistan sono gli snodi chiave.
    Per fare entrare merci vietate in Russia o in Bielorussia, le società
    ricorrono a meccanismi di camuffamento: una rete tentacolare di
    distribuzione confonde le spedizione, gli IP Web non corrispondono a quelli
    del cliente, cambiamenti all'ultimo minuto delle rotte di spedizione,
    pagamenti che giungono da Paesi terzi e non riconducibili all'ultimo
    destinatario oltre che il ricorso a email private anziché aziendali sono
    alcuni dei "trucchi" per far perdere le tracce della spedizione.
    Il G7 ha varato l'Enforcement Coordination Mechanism, uno strumento di
    condivisione di dati per stroncare l'evasione delle sanzioni. E in novembre
    Washington ha imposto un'ammenda di 497mila dollari alla Vorago Technologies
    di Austin (Texas) che aveva inviato a Mosca – via Bulgaria – circuiti
    elettronici avanzati. Fonti dell'Amministrazione Usa hanno spiegato che
    «abbiamo già agito contro attori terzi», ma che per far funzionare appieno
    il regime sanzionatorio «bisogna coordinare gli sforzi». L'Ue ha regole meno
    stringenti degli Usa. Il controllo tocca ai singoli Stati membri e non c'è
    un allineamento. La Lettonia, per esempio, è l'unico Paese che considera «un
    crimine la violazione delle sanzioni».
    Washington da una parte inasprisce i controlli e dall'altra si muove a
    livello diplomatico per isolare Mosca. Il segretario di Stato Antony Blinken
    è da poco rientrato da una missione in Kazakhstan e Uzbekistan. Quest'ultimo
    è nella lista dei paesi del trasbordo. Astana esportava semiconduttori per
    la cifra di 12mila dollari all'anno prima della guerra in Ucraina, nel 2022
    il giro di affari è salito a 3,7 milioni. Astana ha colmato una piccola
    parte del gap lasciato da europei e americani: prima della guerra questi
    fornivano beni hi tech per 163 milioni di dollari, nel 2022 appena 60
    milioni. Turchia, Serbia, Asia centrale e dagli Emirati Arabi Uniti ci hanno
    messo il resto. Gli emiratini però sono finiti sotto i radar americani
    poiché nella seconda metà del 2022 hanno esportato in Russia per 18 milioni
    di dollari congegni hi tech che possono essere usati sul campo di battaglia.
    Proprio quello che a Washington, dal momento del varo delle prime sanzioni,
    volevano scongiurare.

 

 

04.03.23
 1. IL POTERE SCHIACCIA LA MELONI ?   Giorgia Meloni è impegnata in una
    trasferta in India ed Emirati Arabi. Firma di accordi politici, commerciali,
    contratti e strette di mano con i leader internazionali.
    Secondo Palazzo Chigi è stato un successo. Ma né a Nuova Dehli, né ieri ad
    Abu Dhabi la premier ha voluto rispondere alle domande dei cronisti al suo
    seguito. Lo scopo di questo silenzio è evidente: evitare di portare
    all'estero questioni tutte italiane, un'abitudine che la presidente del
    Consiglio (come alcuni suoi predecessori) ritiene scorretta, anche se in
    questo caso il governo ha di fronte una tragedia senza precedenti come
    quella di Crotone.
    Per farlo, però, si evita di rendere conto anche della stessa missione
    internazionale che la presidente vorrebbe valorizzare. Ieri nella capitale
    degli Emirati arabi non è stata diffusa l'agenda ufficiale e nemmeno per
    oggi sono stati dichiarati gli appuntamenti. È noto che Meloni incontrerà il
    presidente degli Emirati, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ma non c'è un orario
    preciso.
    Della giornata di ieri di Meloni si conosce soltanto la prima parte,
    iniziata con la partenza del volo di Stato da Nuova Delhi, con l'arrivo ad
    Abu Dhabi intorno alle 10 del mattino (ora italiana). All'aeroporto si è
    svolto il primo e ultimo incontro formale della giornata, quello con il
    ministro della tecnologia avanzata Sultan Al Jaber. Poi della premier si
    sono perse le tracce.
 2. LE TANGENTI CI SONO ?Il grattacielo della Regione non finisce di riservare
    sorprese e costi, a sei zeri : l'ultimo è un esborso di 15 milioni pagato
    obtorto collo ai costruttori. Comunque assai meno delle richieste, spiegano
    dagli uffici dell'ente, a mò di consolazione.
    Resta il fatto che mentre anche gli assessori si preparano a traslocare
    nella nuova sede, la nuova sede continua a risucchiare denaro come
    un'idrovora. A dare notizia del nuovo step è Giulio Manfredi, Radicali
    Italiani, documenti alla mano: con determina dirigenziale del 27 dicembre
    2022, la Regione ha dato corso alle procedure per la corresponsione
    all'A.T.I. Appaltatrice dei lavori del grattacielo dell'importo di 12.9
    milioni di euro per interessi di mora (maturati in un mese) più 2.8 milioni
    di Iva, per un totale di 15.9 milioni.
    «Il pagamento, in corso, fa seguito alla decisione del Collegio consultivo
    tecnico, chiamato a dirimere le controversie fra Regione e A.T.I., di
    riconoscere parzialmente una contestazione ("riserva") avanzata dai
    costruttori - spiega Manfredi -: nel provvedimento non è precisato di quali
    lavori si tratti». Sia come sia, aggiunge citando il documento, per ora la
    Regione ha acconsentito a pagare, anche per ridurre al minimo i pesanti
    interessi di mora, "… senza che ciò costituisca in alcun modo acquiescenza o
    accettazione ai contenuti della pronuncia del Collegio, restando
    impregiudicata la facoltà della Regione di adire, nei tempi stabiliti, il
    giudice competente per far valere i propri interessi e diritti per
    l'annullabilità del lodo …".
    Dagli uffici dell'assessore Andrea Tronzano, che da quando è entrato in
    giunta si trova alla prese con questa gatta da pelare, confermano la
    sostanza. Compresa la volontà della Regione di chiedere all'Avvocatura una
    valutazione sulla possibilità di impugnare la decisione. Anche se, a questo
    punto, siamo al proforma o quasi.
    Una cartina di tornasole della complessità dell'opera, sempre sul punto di
    essere conclusa e sempre in itinere, è data da altri fattori: durante il
    percorso il numero delle ditte subappaltatrici dei lavori nel grattacielo e
    nella zona circostante è salito a 128.
    Sempre Manfredi segnala che con un'altra determina, sempre del 27 dicembre,
    la Regione ha "incardinato" la procedura per l'acquisto di 3 mila cuffie
    stereo con microfono, per un importo complessivo di quasi 182 mila euro, che
    saranno destinate ai 2.200 dipendenti «per tentare di ridurre l'inevitabile
    inquinamento acustico determinato dal dover lavorare in "open space" in
    tutti i 41 piani della nuova sede unica». Sul punto dagli uffici
    dell'assessore non confermano nè smentiscono. Sempre la Regione ha avviato
    le procedure per sostituire uno dei tre componenti della Commissione di
    collaudo in corso d'opera e definitivo dei lavori del grattacielo, che si è
    recentemente dimesso.
    Venendo alle notizie positive, la "torre" che giganteggia sul quartiere
    Lingotto - 43 piani e 204,4 metri, che la rendono una delle più alte in
    Italia - comincia lentamente a popolarsi. Come abbiamo premesso, il prossimo
    passaggio, a breve, riguarda il trasferimento di tutti gli assessori: entro
    giugno si conta di completare lo spostamento di tutto il personale. Le altre
    sedi di proprietà dell'ente che oggi ospitano i diversi assessorati verranno
    messe in vendita, ad eccezione del Palazzo storico di Piazza Castello.
    Lo scorso 14 ottobre la "presa in carico" da parte della giunta. Per quanto
    tribolata, parliamo di a struttura innovativa anche dal punto di vista della
    sostenibilità, che sfrutta la geotermia e il fotovoltaico, consentendo al
    palazzo una autonomia energetica di oltre il 30% (non c'è uso di gas e il
    sistema sfrutta anche l'acqua piovana). Al grattacielo si affianca un centro
    servizi con un auditorium da circa 300 posti e altre due sale eventi da
    quasi 100 posti l'una: una noviytà nella novità è la passerella con
    copertura fotovoltaica, che potrà essere percorsa a piedi o in bicicletta
    dai cittadini creando un collegamento diretto tra il sottopasso della
    stazione Lingotto e via Nizza.

 

 

 

03.03.23
 1. ILLEGALE :  Parlavano di droga, di cannabis, di liberalizzazione delle
    droghe ma anche dei loro effetti sugli adolescenti e a un certo punto –
    erano all'incirca le 9,40 del mattino di mercoledì – è arrivata la polizia.
    A un adulto magari non farebbe effetto, ma se ci si mette nei panni dei tre
    ragazzi di diciotto anni o poco più, che stavano gestendo l'assemblea su
    Meet, dunque a distanza, la prospettiva cambia del tutto.
    «Hanno chiesto chi eravamo, i nostri nomi e noi non abbiamo capito perché,
    volevamo spiegazioni e ci hanno risposto che le domande le facevano loro»,
    hanno raccontato il rappresentante d'istituto e i due della consulta
    provinciale degli studenti, ancora visibilmente colpiti.
    Succede a Piazza Armerina, città in provincia di Enna famosa per la Villa
    romana del Casale, mosaici millenari in cui arrivano visitatori da tutto il
    mondo: all'istituto superiore Majorana-Cascino, licei classico e scientifico
    e istituti tecnici tutti insieme, è arrivata invece la polizia. L'incontro
    di approfondimento a distanza – presenti pure i professori delle varie
    classi collegate – con i rappresentanti dell'associazione Meglio legale, è
    stato sospeso qualche minuto, «non si può parlare di irruzione o di
    interruzione – spiega la preside, Lidia Di Gangi – però, ecco, diciamo che
    la presenza degli agenti in borghese per i ragazzi è stata un po'
    inquietante».
    È diplomatica, la dirigente dell'istituto, ma non nasconde né sorpresa né
    disappunto: «Io in quel momento ero fuori sede, ma gli agenti hanno parlato
    con me al telefono e tanto sarebbe dovuto bastare – chiosa –. Sono io la
    rappresentante legale della scuola e avevo dato tutte le autorizzazioni per
    lo svolgimento dell'assemblea». Il questore di Enna, Corrado Basile, al
    telefono non tradisce emozioni, ma nella sua carriera avrà certamente
    vissuto giornate migliori, visto che infuria la polemica politica attorno
    all'operato di uomini che lavorano nel commissariato di Piazza Armerina,
    dipendente dalla sua questura: «Non voglio commentare – dice – ma stiamo
    valutando la situazione». E in effetti nel tardo pomeriggio arriva una nota
    stringata: nessuna interruzione e nessuna identificazione formale degli
    studenti, «qualsiasi attività condotta presso l'istituto scolastico comunque
    non avrà alcun seguito». Ma vai a smontare il caso: anche se ai ragazzi non
    sono stati chiesti i documenti, poco cambia.
    «La nostra scuola – riprende la dirigente – sta seguendo un preciso percorso
    educativo e didattico, non c'era improvvisazione ma un iter preciso, ripeto,
    con la presenza degli insegnanti, non c'era un barlume di possibilità che ci
    fosse qualcosa di strano, di losco. E i ragazzi erano visibilmente agitati,
    dopo questa esperienza», racconta Lidia Di Gangi. Ma allora cos'è successo?
    La ricostruzione fatta attraverso testimonianze e il contributo del
    professore Massimiliano Blandini, che ha materialmente accolto i poliziotti
    e poi ha scritto una relazione alla preside, parla di una chiamata (non si
    sa se anonima) arrivata alla questura di Enna, da cui sarebbe partito
    l'input per il controllo, poi delegato agli agenti del commissariato
    piazzese. Basile non commenta, tanto meno conferma: probabile che quello che
    doveva essere un banale controllo («Tante volte siamo noi a sollecitare la
    loro presenza», afferma la preside) sia sfociato in un atto apparso come
    prevaricatore, certamente fuori luogo.
    Si poteva pensare che si stessero facendo dimostrazioni dell'uso della
    cannabis? «Ma scherziamo? – sorride Antonella Soldo, presidente di Meglio
    Legale –. Facciamo assemblee dappertutto, ogni settimana in una scuola
    diversa e non era mai capitato che arrivasse la polizia. Non capiamo nemmeno
    noi le ragioni, la nostra associazione non sostiene l'uso delle droghe,
    nemmeno di quelle leggere. I nostri esperti spiegano anzi con chiarezza gli
    effetti negativi e collaterali che anche questo tipo di stupefacenti possono
    avere sulle fasce giovanili, adolescenziali. Questi incontri, anche quello
    che si svolgeva con la presenza del mio collaboratore Pierluigi Gagliardi,
    collegato con l'istituto Majorana-Cascino, hanno una doppia valenza, anche
    contro la mafia». Nella realtà siciliana, in particolare, gli studenti
    apprendono come i traffici di droga siano tornati a essere centrali, tra le
    forme di finanziamento delle mafie: «Non si devono a maggior ragione
    criminalizzare queste iniziative: quello che è successo – conclude la
    presidente Soldo – è stato arbitrario, irrazionale. Non vorrei che fosse un
    effetto del nuovo clima politico».
    Indignato anche Marco Greco, originario dell'Ennese e coordinatore nazionale
    della Federazione degli studenti: «I diritti di assemblea e alla libera
    espressione del pensiero – dice – sono sanciti dalla nostra Costituzione,
    che proprio nelle scuole dovrebbe trovare il suo massimo grado di
    esplicazione». Gli fa eco Alfredo Alerci, segretario dei Giovani del Pd:
    «Abbiamo condannato il gesto, abbiamo diritto a spiegazioni».
 2. CRIMINI DI GUERRA :Nell'appartamento del secondo piano di via Pershotravneva
    lo scaffale dello studio contiene pile di documenti catalogati con ordine.
    Lo stesso ordine che si trova in camera da letto, dove negli armadi giacche
    e camicie sono appese senza che si schiaccino e le maglie sono sistemate in
    pile simmetriche. Chissà se il suono del pianoforte del ragazzino del quarto
    piano arrivava fino allo studio grigio e giallo, o se rallegrava l'anziana
    signora del terzo piano. Forse i gomitoli di lana rossa precipitati nel
    cortile sono i suoi. Forse queste stanze ora aperte sul vuoto hanno
    risuonato delle risate di bambini e di televisori con il volume troppo alto.
    La casa di Lesia, 5 anni, e di sua zia Marika, 13 anni, è un pezzo di cielo
    azzurro. Una casa che non esiste più da quando il 9 marzo scorso alle 7 di
    mattina un missile russo l'ha colpita facendo conflagrare l'intero
    condominio sul seminterrato dove i residenti speravano di trovare riparo. È
    qui, in questo complesso residenziale proprio all'ingresso di Izium, che
    sono morte 47 persone, poi seppellite nelle fosse nei boschi scoperte a
    settembre, dopo la liberazione della città.
    C'è voluto tempo, e pazienza, ma ora tutte le vittime scomparse nelle
    sepolture di massa di Izium sono state esumate. Mancavano «pezzi», alcuni
    non sono mai stati ritrovati, come le mani amputate di uomo seviziato mentre
    era ancora vivo. Di quei 436 corpi molti portano le tracce di una morte
    violenta, bombe, schegge, proiettili. Almeno trenta mostrano segni
    inequivocabili di tortura. Le donne sono state stuprate, gli uomini feriti,
    un giovane è stato evirato e lasciato a morire per dissanguamento, dice il
    rapporto dei medici forensi e confermano le testimonianze del Kharkiv Human
    Rights Protection Group.
    Nei boschi di Izium, accanto al cimitero, sulle 436 fosse ora vuote scende
    una neve leggera, mentre lentamente si procede a dare i nomi a quei resti.
    Nemmeno la contabilità del massacro è certa, né mai, forse, lo sarà: «194
    corpi di sesso maschile; 215 corpi di sesso femminile; 22 corpi di soldati;
    5 corpi di bambini; 11 non identificati».
    Ogni fossa porta una croce di legno e un numero, la neve non ha ancora
    ricoperto il mucchio di guanti blu e tute bianche usate dai tecnici forensi
    che hanno lavorato qui per mesi. Il Dna ha permesso di confermare che il
    corpo sepolto con il numero "319" è quello del poeta e scrittore per bambini
    Volodymyr Vakulenko. Era stato sequestrato dai russi nel marzo 2022 e
    assassinato. Senza confronti genetici molti numeri sono destinati a rimanere
    tali. Vicino alla strada ci sono altre fosse, queste grandi abbastanza per
    nascondere un carro armato, scavate dai russi per proteggere se stessi e poi
    la loro fuga. Davanti i tank, dietro i morti.
    Tra le buche di fango dove prima di ritirarsi avevano buttato le loro
    vittime, ci sono anche quelle di via Pershotravneva, di Lesia e di Marika,
    assieme alle loro famiglie. Qualcuno dei quarantasette del palazzo
    sbriciolato - forse il ragazzino che suonava il pianoforte o la babushka che
    sferruzzava -, avrebbe potuto essere salvato se il bombardamento non avesse
    impedito qualsiasi tentativo di salvataggio.
    I sopravvissuti dicono che per giorni, da sotto tonnellate di macerie, si
    sono sentiti urla e lamenti. Quando le bombe hanno dato tregua è stato
    chiaro che quasi tutti i membri di due famiglie, inclusi tre bambini, erano
    stati uccisi, anche se la portata della tragedia è diventata evidente solo
    con la scoperta del luogo di sepoltura di massa nella foresta di Izium.
    Lesia, sua sorella di 8 anni, la mamma Olena e suo marito Dmytro. Assieme a
    loro la sorella tredicenne di Olena, Marika, e i genitori. Sotto le bombe è
    morta anche la bisnonna di Lesia, Liudmyla. E assieme a loro altre 39
    persone. In quel seminterrato è sopravvissuta solo Halyna, 71 anni. Sette
    vittime sono state sepolte senza essere identificate e altre sette non sono
    state trovate: hanno trovato i loro documenti, ma non i corpi.
    Presumibilmente la bomba li ha distrutti.
    Ora che a tutte le 436 salme dei boschi è stato dato un numero inizia il
    tempo in cui si cercherà di dare a tutte loro un nome.
    Le strade per Izium hanno il suono tipico delle strade ucraine ferite dai
    cingoli dei carri armati, che qui sono passati avanti e indietro per mesi.
    L'80% delle infrastrutture civili è stato distrutto, poche case sono rimaste
    intatte. Davanti a un piccolo caffè Tatiana e Ludmila, 63 anni, vendono
    calze fatte a mano. Tatiana ha passato i cinque mesi di occupazione nascosta
    nello scantinato di casa con altre dieci persone, i primi tre mesi notte e
    giorno, gli ultimi due solo di notte. «Uno di noi usciva solo per prendere
    l'acqua, ma avevamo troppa paura di incontrare i russi, e cercavamo di bere
    poco. Abbiamo capito che se ne erano andati quando per tre giorni di c'è
    stato silenzio, poi alcuni conoscenti dei paesi vicini sono venuti ad
    avvertirci che eravamo liberi». L'amica di Tatiana, Ludmila, ha saputo che
    l'incubo era finito perché dalla cantina in cui si nascondeva ha sentito un
    rumore assordante: «Erano gli stivali dei fascisti russi che se ne andavano
    di gran fretta, poi sono passati i loro carri armati».
    La radio aveva annunciato il coprifuoco per 24 ore: «Quando siamo usciti
    erano scomparsi, avevano lasciato indietro tantissimi mezzi e materiale, ma
    in compenso si erano portati via tutto quello che avevano potuto rubare
    dalle case: forni a microonde, frigoriferi, televisioni, perfino i nostri
    vestiti». Tatiana ride di gusto: «Quando sono venuti in casa mia si sono
    guardati attorno, hanno sputato sul pavimento della cucina, hanno detto che
    ero una poveraccia e se ne sono andati a mani vuote. Non c'era niente da
    rubare». Tutti quelli rimasti in città sanno delle fosse del bosco e delle
    torture, ma fanno fatica a parlarne: «A mio nipote hanno fatto cose
    orribili, poi l'hanno buttato in un buco».
    Non tutte le vittime uccise dall'aggressione russa a Izium sono state
    sepolte nel bosco. Alla fine di gennaio gli investigatori hanno riferito che
    almeno altri 400 corpi non erano ancora stati identificati. Ma non è solo il
    numero delle vittime a fare inorridire, quanto un metodo che – ormai è
    chiaro – è un modello consolidato: come dice l'Institute for the Study of
    War, le fosse e le camere di tortura a Izium confermano che «le atrocità di
    Bucha non erano crimini di guerra isolati, ma piuttosto un microcosmo di
    atrocità russe in tutte le aree occupate».

 

 

02.03.23
 1. SOLO COSI POTRANNO FORSE  CAPIRE GLI ARROGANTI ERRORI: È chiusa dopo tre
    anni l'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid nei primi
    mesi della pandemia nella provincia più colpita di tutta Italia. Diciannove
    gli indagati tra politici e tecnici, in cui spiccano l'ex presidente del
    Consiglio Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza.
    Tutti accusati, a vario titolo, di epidemia colposa aggravata, omicidio
    colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio. «Sono tranquillo di fronte al
    Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con
    pieno senso di responsabilità, durante uno dei momenti più duri vissuti
    dalla nostra Repubblica», ha affermato l'ex premier. Sulla stessa falsariga
    ha commentato Speranza: «Sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con
    disciplina e onore nell'esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come
    sempre nella magistratura». I loro nomi non compaiono nell'avviso di
    chiusura, ma sono stati separati per essere trasmessi al Tribunale dei
    Ministri. Questo perché avrebbero commesso le ipotesi di reato a loro
    contestate quando ricoprivano le funzioni di capo del governo e ministro.
    Nell'atto, che ieri sera doveva essere ancora notificato ai diretti
    interessati, invece compaiono i loro rispettivi omologhi lombardi: il
    governatore Attilio Fontana, recentemente confermato alle ultime regionali,
    e l'ex assessore al Welfare Giulio Gallera. «Abbiamo affrontato il Covid a
    mani nude - ha sottolineato Gallera - e, sulla base delle pochissime
    informazioni che avevamo, abbiamo messo in campo le decisioni più opportune
    per affrontare l'emergenza». Rischiano un processo anche il presidente del
    Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli, il presidente
    dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del
    primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo e l'ex capo della
    Protezione civile Angelo Borrelli. E ancora esponenti locali tra cui vertici
    dell'Asst Bergamo Est, quella competente in Val Seriana.
    Le indagini, avviate nell'aprile 2020, come ha scritto in una nota il
    procuratore Antonio Chiappani «sono state articolate, complesse e consistite
    nell'analisi di una rilevante mole di documenti sequestrati» al ministero
    della Salute, l'Istituto superiore di sanità, il dipartimento della
    Protezione civile, Regione Lombardia, Ats, Asst, l'ospedale Pesenti-Fenaroli
    di Alzano Lombardo, ma anche «migliaia di mail e di chat telefoniche in uso»
    agli indagati, «oltre che nell'audizione di centinaia di testimoni».
    Un'attività condotta dalla Guardia di Finanza e in prima persona dai pm
    Silvia Marchina e Paolo Mandurino, coordinati dall'aggiunto Maria Cristina
    Rota, che si è mossa su tre piani: quello locale sulla fulminea chiusura e
    riapertura dell'ospedale di Alzano dopo la scoperta del primo caso in
    Bergamasca, per poi salire a quello nazionale con la mancata istituzione
    della «zona rossa» a inizio marzo fino a lambire anche quello globale con
    l'Oms. Accertamenti che hanno ricostruito «i fatti così come si sono svolti
    dal 5 gennaio 2020». Il giorno in cui l'Oms aveva lanciato l'allarme globale
    sul Coronavirus. Nelle valutazioni degli inquirenti ha poi pesato la
    gigantesca consulenza firmata dal microbiologo Andrea Crisanti, secondo il
    quale con un tempestivo lockdown di Nembro e Alzano si sarebbero potute
    salvare migliaia di vite. «Da oggi si riscrive la storia della strage
    bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità
    che hanno portato alle nostre perdite - è stato il commento
    dell'associazione dei familiari delle vittime -. La storia di un'Italia che
    ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del
    Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni».
 2. l procuratore di Bergamo Antonio Chiappani: "Il mio obiettivo è che la gente
    sappia quello che è successo" La relazione Crisanti, superconsulente dei pm:
    chiudendo tutto il 27 febbraio 2020, si sarebbero evitati 4.148 morti
    L'ospedale in tilt e i continui rinvii così esplose l'inferno in Val Seriana
    monica serra
    milano
    C'è un'immagine simbolo di che cosa è stata la pandemia nella provincia di
    Bergamo, che l'Italia intera non può dimenticare. Quella dei furgoni
    militari incolonnati, uno dietro l'altro, che portavano via le bare delle
    vittime del Covid, a decine, perché nella camera mortuaria del cimitero non
    c'era più posto.
    Era il 28 marzo del 2020. Quando ci si rese conto di che cosa stava
    accadendo era già troppo tardi. Nove giorni dopo, il 6 aprile, l'aggiunta
    Maria Cristina Rota, all'epoca reggente della procura – in attesa della
    nomina del procuratore Antonio Chiappani – decise di aprire d'ufficio il
    fascicolo d'inchiesta che ha riscritto la storia di quei giorni. Lo definì,
    senza girare attorno alle parole, «un atto dovuto». Erano i giorni in cui
    già la pagina Facebook del comitato «Noi denunceremo» esplodeva di rabbia e
    dolore coi racconti dei parenti delle persone morte di coronavirus, poi
    confluiti nei 150 esposti presentati tra il giugno e l'ottobre del 2020 alla
    stessa procura. Il filo conduttore, come si legge in una delle denunce
    firmate dagli avvocati Consuelo Locati e Luca Berni nel pool di legali che
    rappresenta il Comitato dei familiari delle vittime, era quello della
    «inerzia assoluta che ha provocato un incendio di proporzioni devastanti in
    Valle Seriana» da parte di governo e Regione Lombardia rispetto alla
    decisione di chiudere Nembro e Alzano, i due comuni dove il virus già
    imperversava. Come a Codogno e negli altri paesi del Lodigiano, dove però i
    confini erano già stati sigillati, mentre in provincia di Bergamo alla
    decisione si arrivò solo l'8 marzo, con il resto del Paese.
    La difficoltà maggiore di un'inchiesta, che portò presto i magistrati a
    Roma, per gli ascolti eccellenti dell'allora premier Giuseppe Conte e
    dell'ex ministro della Salute, Roberto Speranza, era l'ipotesi di reato:
    epidemia colposa. Un'accusa nell'ambito della quale, anche a causa di una
    precedente pronuncia della Cassazione, è difficile dimostrare l'esistenza
    del nesso causale tra i decessi e la diffusione della pandemia. Tanto che,
    durante la relazione di apertura dell'anno giudiziario, a febbraio, lo
    stesso procuratore Chiappani, facendo riferimento alle «gravi omissioni
    accertate da parte delle autorità sanitarie nel valutare i rischi epidemici
    e nella gestione complessiva della pandemia», ha spiegato: «Questa indagine
    presenta molte difficoltà tecniche, ma il mio obiettivo è che la gente
    sappia quello che è successo».
    Tre i piani su cui, nei tre anni di accertamenti serrati che hanno portato
    al provvedimento di ieri, si sono mossi i magistrati. Quello locale, sulla
    gestione dell'ospedale di Alzano nel febbraio del 2020; quello nazionale,
    sulla mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca; quello
    mondiale, che è arrivato a lambire l'Oms.
    Centrale nelle indagini è stato anche il mancato aggiornamento e la mancata
    applicazione del piano pandemico, fermo al 2006, sia a livello nazionale che
    regionale, e pure dei protocolli per Sars-Cov1 (del 2002 e del 2003) e Mars
    Cov (2012). Molto probabilmente non sarebbero riusciti ad arginare del tutta
    la diffusione del contagio, ma avrebbero previsto misure di contenimento
    almeno in grado di frenare il virus: mascherine, percorsi sicuri, tamponi.
    In quei giorni difficili mancava ogni cosa a Bergamo, in Lombardia, in
    Italia.
    C'era poi la vicenda dell'ospedale di Alzano, stretto tra Bergamo e Nembro,
    primo epicentro del contagio. Gli accertamenti non si sono concentrati tanto
    sulla chiusura e poi riapertura del pronto soccorso, nel giro di poche ore
    domenica 23 febbraio del 2020, dopo la scoperta del primo caso di Covid. Ma,
    soprattutto, sul fatto che da quel momento in avanti, nonostante nei reparti
    si contassero un centinaio di persone infette tra pazienti e personale
    sanitario, non fu adottato alcun provvedimento.
    E ancora, sulla mancata istituzione della zona rossa, sentito direttamente a
    Palazzo Chigi, a giugno del 2020, Giuseppe Conte dichiarò di essere stato
    informato solo il 5 marzo della situazione di Bergamo. Ma le indagini
    avrebbero dimostrato che l'allora premier, nel corso di una riunione
    blindata, di cui non fu redatto alcun verbale, era già stato messo al
    corrente di tutto almeno due giorni prima. La superconsulenza affidata dalla
    procura di Bergamo al professore Andrea Crisanti, oggi senatore del Pd,
    mette nero su bianco il numero delle vite che si sarebbero potute salvare.
    Se la zona rossa fosse stata istituita il 27 febbraio, ci sarebbero state 4.
    148 vittime in meno. Il 3 marzo, invece, 2. 659. In una provincia in cui,
    solo tra la fine di febbraio e l'aprile del 2020, venne registrato un
    eccesso di mortalità di 6. 200 persone rispetto agli anni precedenti. —

 

 

 

 

 

01.03.23
 1. LA MAFIA USA COSPITO ? Solo il tempo dirà se diventerà un'onda oppure
    resterà un'iniziativa personale. Da 24 ore, nel supercarcere Bancali di
    Sassari c'è un altro detenuto ristretto al 41 bis che ha iniziato lo
    sciopero della fame. È un boss (presunto) della mafia metapontina: Scansano,
    Tursi, Policoro, una lingua di mare Jonio incastrata tra la Calabria e la
    Puglia sulla statale 106 che collega Reggio Calabria a Taranto sulla quale
    si è abbattuta una sentenza di primo grado definita storica dagli
    investigatori: la prima per 416 bis in Basilicata. Si chiama Domenico
    Porcelli, 49 anni, originario di Bitritto (Bari), condannato a giugno a 26
    anni e 6 mesi di carcere, non vuole più mangiare. «Ieri lo ha comunicato al
    personale del penitenziario e oggi – assicura il suo legale Maria Teresa
    Pintus – chiederà di essere sentito per inviare una comunicazione al
    tribunale di Sorveglianza e al ministro della Giustizia Carlo Nordio».
    Da quando è iniziata la battaglia dell'anarchico Alfredo Cospito contro il
    41 bis è il primo uomo di un'organizzazione mafiosa che segue la linea
    dell'ideologo del Fai (federazione anarchica informale) che pure a Bancali
    aveva iniziato a rifiutare di alimentarsi salvo essere trasferito per motivi
    di salute nel reparto assistenza intensiva del carcere di Opera, dove è
    tornato da 48 ore al termine di un temporaneo ricovero all'ospedale San
    Paolo di Milano.
    Porcelli è detenuto dal 2018, ha già trascorso 4 anni in regime di carcere
    duro e da poche settimane il provvedimento – come da protocollo – è stato
    prorogato. Nelle relazioni depositate a supporto della decisione «si parla
    di telefonini e computer in suo possesso». Ma – ribatte la legale già
    difensore (tra gli altri) di Alfredo Cospito – non sarebbero «mai state
    svolte indagini approfondite sul caso». E poi nella zona di influenza del
    boss tra i vertici del cosiddetto «clan Schettino» (un ex carabiniere
    condannato a 25 anni e mezzo di cui Porcelli è ritenuto luogotenente)
    sarebbero successe cose strane negli ultimi tempi: incendi, atti
    intimidatori che qualificherebbero la pericolosità sociale del detenuto. «Il
    mio assistito – racconta la legale Pintus – non c'entra con questa storia,
    che pare radicata in motivi privati di un uomo mai collegato al presunto
    clan. Porcelli avrebbe voluto fare una dichiarazione oggi (ieri, ndr) in
    aula a Potenza dove si celebra il processo a suo carico, ma c'è stato un
    rinvio e non gli è stato permesso di parlare. Ad ogni modo ha iniziato il
    suo percorso». Collegamenti con Cospito? «I fatti di Alfredo sono noti, le
    notizie vengono apprese dai giornali. Porcelli ritiene che il provvedimento
    del carcere duro nei suoi confronti sia immotivato».
    La sentenza, peraltro ancora non definitiva (Porcelli è detenuto in custodia
    cautelare dal giorno dell'arresto), è arrivata il 22 giugno: 24 persone sono
    state condannate, una sola assolta. Per la Dda, una pietra miliare nella
    lotta alla mafia fin qui senza precedenti.
 2. GRAZIE SPERANZA-DRAGHI-PD: La girandola dei medici a gettone: camici
    itineranti che fanno spola da un pronto soccorso all'altro, da una chirurgia
    all'altra per tamponare i buchi di organico. Medici pagati a incarico. E non
    poco. Un fenomeno in «preoccupante» aumento che impoverisce le finanze
    statali e rischia di ridurre la qualità professionale.
    Da Torino a Roma si diffonde l'allarme dei magistrati della Corte dei Conti:
    per salvare la sanità pubblica dalla penuria di medici, dalle liste d'attesa
    interminabili per prestazioni diagnostiche e specialistiche, dall'assedio di
    pazienti in barella, servono nuove strategie, risorse e soprattutto più
    personale «stabilizzato» negli ospedali.
    Nei giorni scorsi la presidente della sezione controllo della magistratura
    contabile piemontese, Maria Teresa Polito, a conclusione dell'analisi
    annuale del bilancio della Regione, ha deciso di scrivere al ministro della
    Sanità, Orazio Schillaci per sollevare l'allarme sulla proliferazione dei
    contratti a gettone in corsia. «Questa situazione - afferma la presidente
    Polito -, che i dirigenti ospedalieri conoscono bene ma non riescono ad
    arginare, sta assumendo livelli allarmanti: occorrono soluzioni tempestive
    per porvi rimedio. Soprattutto in vista degli importanti investimenti
    connessi al Pnrr: le assunzioni periodiche e temporanee fino al 2026 del
    personale sanitario, ad esempio, non possono considerarsi delle soluzioni
    adeguate rispetto agli investimenti individuati per la creazione delle case
    e degli ospedali di comunità».
    Negli ultimi anni le aziende sanitarie regionali hanno fatto sempre più
    ricorso a contrattati a tempo determinato, affidandosi a convenzioni con
    cooperative professionali per sopperire alle carenze di medici nei reparti
    che forniscono servizi essenziali. Un riflesso, osserva la Corte dei Conti,
    di una programmazione inadeguata che non ha difeso la qualità della sanità
    pubblica. Alterando così il bilanciamento tra domanda sanitaria e offerta di
    medici per soddisfarla.
    Nelle 18 aziende ospedaliere piemontesi, si legge nelle relazione presentata
    ieri a Torino in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della
    magistratura contabile, questi rapporti sono quasi decuplicati. Un salasso.
    E non solo. I giudici della sezione controllo, incaricati di vigilare con
    un'ottica preventiva sui bilanci degli enti pubblici, hanno rilevato il
    sistematico «abbandono delle strutture pubbliche da parte dei medici». Un
    cambio di rotta verso il settore privato che «accentua i costi del servizio
    sanitario e non assicura quella continuità assistenziale adeguata».
    Colpa della continua girandola degli incarichi a gettone. I medici finiscono
    così per lavorare in ospedali diversi, a contatto con esperienze diverse,
    perdendo in altre parole «continuità formativa». Tutto ciò a scapito dei
    cittadini: da una parte nelle veste di contribuenti, attraverso le tasse, e
    dall'altra come pazienti, quando vengono ricoverati o sottoposti a visite.
    Poi c'è un altro problema. Le verifiche sui rapporti di convenzione. «Questa
    frammentazione di incarichi da un ospedale all'altro - aggiunge la
    presidente Polito - non rende agevole l'attività di verifica». E aggiunge:
    «Non esistono regole di accreditamento che impongono standard comuni nella
    definizione delle convenzioni». Infine, cosa tutt'altro che trascurabile se
    si considerano gli incarichi in ballo, «i controlli che le aziende sanitarie
    dispongono sui servizi resi vengono svolte ex post».
    Anche la procura regionale del Lazio ha acceso un faro sul fenomeno. «La
    questione – ha detto il procuratore Pio Silvestri - è di recente esplosa in
    tutta la sua problematicità mettendo in rilievo le difficoltà in cui opera,
    a causa della mancanza di personale e di retribuzioni non sempre adeguate,
    il personale medico del servizio pubblico. Il nostro intento sarà quello di
    verificare possibili omissioni nella individuazione di profili organizzativi
    che potrebbero consentire alle aziende ospedaliere, di far fronte alle
    esigenze della medicina soprattutto quella di urgenza».
    Soluzioni? Per invertire la rotta si potrebbe rivedere la regola del numero
    chiuso a medicina o alzare l'asticella dei limiti nei bandi per le scuole di
    specializzazione. Oppure restringere i piani di «rientro nelle regioni con
    elevati disavanzi finanziari». In altri termini, poi, il ricorso ai medici a
    gettone, sottolineano i giudici piemontesi «è una formula organizzativa non
    adeguata, sia sotto il profilo economico-finanziario, sia della qualità del
    servizio reso, con evidente danno di un diritto essenziale come quello della
    salute, costituzionalmente tutelato»
 3. BISOGNA PIANTARE ALBERI : Era già successo lo scorso anno, ma questa volta
    gli effetti, e i problemi, rischiano di essere ancora più gravi. La siccità
    non risparmia gli invasi destinati alla produzione dell'energia
    idroelettrica. Nonostante l'inverno non sia ancora stato archiviato e
    malgrado l'ultima neve depositata in quota. Qualche esempio? L'«oro blù»
    dell'invaso di Ceresole alimenta la centrale di Rosone e, da lì, le acque
    scaricate fanno girare le turbine dell'impianto di Bardonetto, a Locana e
    poi ancora quelle di Pont. A Ceresole invece la centrale di Villa è
    raggiunta dall'acqua degli invasi più a monte delle dighe Serrù e Agnel.
    Solo per citare quelli della Valle Orco.
    «A causa della carenza idrica, nel 2022 è stata dimezzata la produzione di
    energia da fonte idroelettrica, con un conseguente impatto economico
    negativo e la necessità di fare ricorso a fonti di energia alternative. Ora
    vedremo come va nei prossimi mesi, anche se siamo preoccupati di questa
    scarsità di precipitazioni nevose che allo stato attuale ci riporta alle
    condizioni del 2022» dice Giuseppe Bergesio, l'ad di Iren Energia. Precisa:
    «Analizzando i dati mese per mese, nei nostri bacini abbiamo registrato
    riduzioni mensili dal 30 fino al 90 per cento di afflusso dell'acqua
    utilizzabile per scopi idroelettrici». Non solo: «Lo scorso anno e,
    probabilmente succederà anche quest'estate, sono stati modificati i
    programmi di produzione di energia per concedere una portata costante nei
    canali irrigui per circa due mesi. Ci è sembrato doveroso, vista
    l'attenzione che l'azienda da sempre riserva al territorio e alle sue
    popolazioni». L'acqua "liberata" nel torrente Orco consentì a circa 5.500
    agricoltori di irrigare 8.500 ettari di terreni in Canavese.
    Il guaio è che il lungo periodo di siccità, dagli invasi sulle Alpi Graie,
    ha condizionato pure le attività della pianura, influendo sulla produzione
    della centrale termoelettrica lungo il tratto del Po a Moncalieri, che oggi
    è operativa solo in parte. «Si tratta di un impianto che viene raffreddato
    da canali appositi che attingono acqua dal Po - spiega Bergesio - E, con
    scarsità d'acqua, non è possibile garantire un funzionamento pieno e
    costante. Diversa è la situazione nell'impianto termoelettrico che abbiamo
    nell'area nord di Torino e che è raffreddato ad aria». Anche per questo i
    prossimi investimenti di Iren andranno in quella direzione, verso forme di
    raffreddamento alternativo all'acqua piuttosto che verso il rinnovabile
    fotovoltaico: «Il cambiamento del mix produttivo di energia necessita
    comunque qualche anno perché bisogna rispettare quello che viene definito in
    ingegneria il "trilemma energetico" - puntualizza l'ad di Iren Energia -
    Vale a dire la sicurezza degli approvvigionamenti, la compatibilità
    economica e la sostenibilità ambientale, altrimenti non funziona».
    Il risultato è che anche i vertici Iren sposano i progetti futuri di
    realizzare nuovi invasi in quota o comunque l'impiego massiccio di
    tecnologie come i pompaggi che consentano di «riutilizzare la stessa acqua
    in un ciclo virtuoso, in un'ottica di massimo efficientamento e piena
    sostenibilità economica. «I cambiamenti climatici sono ormai una realtà
    oggettiva - insiste Bergesio - Di conseguenza il nostro piano industriale al
    2030 prevede un forte e rapido sviluppo delle energie rinnovabili abbinate a
    sistemi di storage elettrico e termico da accompagnarsi a nuovi modelli di
    consumo ispirati al risparmio e all'efficientamento energetico»

 

ESCLUSIONE COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE , COME AZIONISTA ATLANTIA, NEL PROCESSO
A CARICO DI CASTELLUCCI PER IL CROLLO DEL PONTE MORANDI



 

 

 

 

Diritti degli azionisti

La Direttiva 2007/36/EC stabilisce diritti minimi per gli azionisti delle
societa' quotate in Unione Europea. Tale Direttiva stabilisce all'Articolo 9 il
diritto degli azionisti a porre domande connesse ai punti all'ordine del giorno
dell'assemblea e a ricevere risposte dalle societa' ai quesiti posti.

 

Considerando le difficolta' che spesso si incontrano nel proporre domande e nel
ricevere risposte in tempo utile, in particolare per quanto riguarda gli
azionisti individuali impossibilitati a partecipare alla assemblea, e
considerando che talvolta vi e' poca chiarezza sulle modalita' da seguire per
porre domande alle societa',

 

Ritiene la Commissione:

che il diritto degli azionisti a formulare domande e ricevere risposte sia
adeguatamente garantito all'interno dell'Unione Europea?

che la possibilita' di porre domande e ottenere risposte solo nel caso
l'azionista sia fisicamente presente nell'assemblea sia compatibile con la
Direttiva 2007/36/EC?

 

In che modo la Commissione ritiene che le societa' quotate debbano definire e
comunicare le modalita' per porre domande da parte degli azionisti, in modo da
assicurare che tale diritto sia rispettato appieno? Sergio Cofferati

 

 

IL MIO LIBRO "L'USO DELLA TABELLA MB nei CASI DI PIANI INDUSTRIALI: FIAT,
TELECOMITALIA ED ALTRI..." che doveva essere pubblicato da LIBRAMI-NOVARA nel
2004,  e' ora disponibile liberamente   

 

In data 3103.14 nel corso dell'assemblea Fiat il presidente J.Elkann mi fa fatto
allontanare dalla stessa dalla DIGOS impedendomi il voto eccone la prova:   



 

Sentenze  

1) IL 21.12.12  alle ore 09.00 nel TRIBUNALE TORINO aula 80 C'E'  STATA LA
SENTENZA DI ASSOLUZIONE  PER LA QUERELA DELLA  FIAT,  PER QUANTO DETTO
nell'ASSEMBLEA FIAT 2008 .UN TENTATIVO DI IMBAVAGLIARMI, AL FINE DI VEDERE COME 
DIFENDO I MIEI DIRITTI E DI TUTTI GLI AZIONISTI DI MINORANZA NELLE ASSEMBLEE .

 Mb

    

il 24.11.14 alle ore 1200 si tenuto al TRIBUNALE DI TORINO aula 50 ingresso 19
l'udienza finale del mio processo d'appello in seguito alla querela di Fiat per
aver detto il 27.03.2008 all'assemblea FIAT che ritengo "Marchionne
un'illusionista temerario e spavaldo" e che "la sicurezza Fiat e' responsabile
della morte di Edoardo Agnelli per omessa vigilanza". In 1° grado ero stato
assolto anche in 2° e nuovamente sia FIAT che PG hanno impugnato per ricorso in
Cassazione che mi ha negato la libertà di opinione con una sentenza del
14.09.15.

SOTTO POTETE TROVARE LA DOCUMENTAZIONE

            

2) il 21 FEBBRAIO 2013  GS-GABETTI sono stati condannati per agiotaggio
informativo.

SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULL'ERRORE DEL TRIBUNALE DI TORINO NELL'ASSOLVERE
GABETTI E GRANDE STEVENS

 

 


IFIL-EXOR: NO RISARCIMENTO A PARTI CIVILI, CONSOB PUNTA A CASSAZIONE

Borsa Italiana-21/feb/2013

Come parti civili si erano costituite la Consob e due piccoli azionisti, tra
cui Marco Bava, noto per il suo attivismo in molte assemblee. "Non so ...



 

SU INTERNET IL  LIBRO DI GIGI MONCALVO  SULL'OMICIDIO DI EDOARDO AGNELLI

 


EDOARDO, UN AGNELLI DA DIMENTICARE

 

Marco Bernardini non ha le prove del suicidio io ho molte prove dell'omicidio
che sono state illustrate in 5 libri di cui l'ultimo e' l'ultimo di Puppo :

EDOARDO AGNELLI, UN GIALLO TROPPO COMPLICATO - DIRITTO DI CRONACA

Ma Lapo ricorda il suo cane :

http://www.today.it/rassegna/morto-cane-lapo-elkann-comodino.html

 

 


LA VOSTRA VOCE IN EUROPA - CONSULTAZIONI APERTE - IT

 

 

www.italiachecambia.org

www.jobyourlife.com

www.osservatoriodannoallapersona.org

www.valserena.it PER PRODOTTI NATURALI

 rowdfundingbuzz.it

http:/fliiby.com/marcobava/?utm_source=in150&utm_medium=email&utm_campaign=life_cycle

http://paoloferrarocdd.blogspot.it/

 

Sarà operativa dal 9 gennaio la nuova piattaforma per la risoluzione alternativa
delle controversie online messa in campo dalla Commissione europea. Gli
organismi di risoluzione alternativa delle controversie (Adr) notificati dagli
Stati membri potranno accreditarsi immediatamente, mentre consumatori e
professionisti potranno accedere alla piattaforma a partire dal 15 febbraio
2016, all'indirizzo

http://ec.europa.eu/consumers/odr/

 

 

http://www.freevillage.it/ sito avv.Mario Piccolino ucciso il 29.05.15

 

VIDEO Mb

https://youtu.be/ACwrglgdOeA

https://youtu.be/gQoC1u6yWOM

https://youtu.be/pJ3Y_oSqMV8

https://youtu.be/cSQo3ljpM-Y

 

 

 

 http://www.barattobb.it/

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





Videoinforma :  www marcobava.it

 

SE VUOI VEDERE COME VA IL MOND0 VAI SU : https://youtu.be/3sqdyEpklFU

 

 


SISTEMA DI GESTIONE E CONTROLLO PRNN

https://www.mase.gov.it/pagina/pnrr/sistema-di-gestione-e-controllo

 

 

 

Mentre i deceduti non vaccinati sono stati soltanto 304 e quelli vaccinati con
ciclo incompleto (senza seconda dose) 25. Il periodo preso in considerazione
dalla tabella ISS è quello che va dal 29 aprile al 29 maggio 2022.

 



La tabella del Bollettino Covid-19 pubblicato il 24 giugno scorso dall’Istituto
Superiore della Sanità di Roma – link a fondo pagina



 

 

NO AL NUCLEARE , SULL'H2-FOTOVOLTAICO  NON SI SPECULA
 1. IL RAZIONAMENTO ENERGETICO NON RISOLTO CON LE RINNOVABILI PUO' ESSERE USATO 
    PER  GIUSTIFICARE IL NUCLEARE CHE UCCIDE VEDI RUSSIA E GIAPPONE.
 2. CON LA SCUSA DEL NUCLEARE SI PUO' FAR PAGARE 10 QUELLO CHE VALE 1
 3. MENTRE LA FRANCIA INVESTE PER SANARE LO SFASCIO DEL NUCLEARE L'ITALIA CI
    VUOLE ENTRARE ?
 4. GLI INCIDENTI NUCLEARI IN RUSSIA E GIAPPONE NON CI HANNO INSEGNATTO NULLA ?
    NE VOGLIAMO UNO ANCHE IN ITALIA ?

 

LA CHIMERA MANGIA-SOLDI DELLA FUSIONE NUCLEARE       QUANTE RINNOVABILI SI
POSSONO FARE ? IL CNR SPENDE PIU' PER IL FINTO NUCLEARE CHE PER LA BANCA DEL
SEME AGRICOLO.

IL FUTURO H2 CHE NON SI VUOLE VEDERE

E' ASSURDO CONTINUARE A PENSARE DI GESTIRE A COSTI BASSI ECONOMICAMENTE
VANTAGGIOSI LA FUSIONE NUCLEARE QUANDO ESISTONO ENERGIE RINNOVABILI MOLTO più
CONTROLLABILI ED EFFICIENTI A COSTI più BASSI, COME DIMOSTRA IL :
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_22_3131

 

           IL DOPPIO SACRILEGIO DELLA BESTEMMIA    

   RICETTA LIEVITO MADRE

RICAMBIO POLITICO BLOCCATO         

 

L'Ucraina in fiamme - Documentario di Igor Lopatonok Oliver Stone 2016
(sottotitoli italiano)

https://www.youtube.com/watch?v=2AKpsBF-bvo

"Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra della
Russia". Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
"Le prove raccolte delle atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina
garantiranno che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia",
aggiunge, con il link al sito in inglese

https://war.ukraine.ua/russia-war-crimes/

 

 

 


COSA C’ENTRA IL CLIMATE CHANGE CON L’INCIDENTE AL GHIACCIAIO DELLA MARMOLADA?

4 Luglio 2022

 

Temperature di 10°C a 3.300 metri di altezza da giorni, anomalie termiche
pronunciate da maggio. Sono questi i fattori alla base del crollo del seracco
che ha travolto due cordate di alpinisti domenica 3 luglio sotto Punta Penia

 



crediti: Local Team




IL GHIACCIAIO DELLA MARMOLADA SI STA RITIRANDO DI 6 METRI L’ANNO

(Rinnovabili.it) – Almeno 10 morti, 9 feriti e un disperso. È il bilancio
provvisorio dell’incidente che ha coinvolto il 3 luglio due cordate di alpinisti
nella zona di Punta Rocca, proprio sotto il ghiacciaio della Marmolada. Una
parte del ghiacciaio è collassata per le temperature elevate, scivolando
rapidamente a valle in una enorme valanga di ghiaccio, pietre e acqua fusa.


LA DINAMICA DELL’INCIDENTE

Verso le 14 del 3 luglio ha ceduto un seracco del ghiacciaio della Marmolada, la
vetta più alta delle Dolomiti, tra Punta Rocca e Punta Penia a oltre 3000 metri
di quota. La scarica che si è creata è stata imponente, alta 60 metri con un
fronte largo circa 200, e ha investito un tratto della via normale per la cima
di Punta Penia precipitando a 300 km/h.





Il punto di distacco del seracco è ben visibile in alto a destra. Crediti: Local
Team.



Ogni ghiacciaio ha dei seracchi, blocchi di ghiaccio che assomigliano a dei
pinnacoli e si formano con il movimento del corpo glaciale. Scorrendo verso il
basso, il ghiacciaio incontra delle variazioni nella pendenza della montagna.
Queste deformano il ghiacciaio e provocano la formazione di crepacci, che a loro
volta danno luogo a delle “torri” di ghiaccio, i seracchi. Queste formazioni,
seppur normali, sono per loro natura instabili. Tendono a cadere a valle,
ricompattandosi con il resto del corpo glaciale, ed è difficile prevedere quando
esattamente un evento del genere si può verificare.


IL CLIMATE CHANGE SUL GHIACCIAIO DELLA MARMOLADA

Il distacco del seracco dal ghiacciaio della Marmolada, con ogni probabilità, è
stato facilitato e reso più rovinoso dal cambiamento climatico. Negli ultimi
giorni, anche sulle cime di quel settore delle Dolomiti il termometro è salito
regolarmente a 10°C. Ma è da maggio che si registrano anomalie termiche molto
pronunciate.

Anomalie che investono tutto l’arco alpino. Sulla cima del monte Sonnblick, in
Austria, 100 km più a nord-est, uno degli osservatori con le serie storiche più
lunghe e affidabili della regione alpina ieri segnalava il quasi completo
scioglimento del manto nevoso. Un dato che illustra molto bene quanto l’estate
del 2022 sia eccezionale: lì la neve non si era mai sciolta prima del 13 agosto
(capitò nel 1963 e nel caldissimo 2003).

Che legame c’è tra il crollo del seracco e le temperature elevate? Secondo la
società meteorologica alpino-adriatica, “il ghiacciaio si è destabilizzato alla
base a causa della grande disponibilità di acqua di fusione dopo settimane di
temperature estremamente elevate e superiori alla media”. Il caldo ha accelerato
lo scioglimento del ghiacciaio: “la lubrificazione dell’acqua alla base (o negli
interstrati) e l’aumento della pressione nei crepacci pieni d’acqua sono
probabilmente le cause principali di questo evento catastrofico”.



Normalmente, il ghiaccio sciolto – acqua di fusione – penetra fra gli strati di
ghiaccio o direttamente sul fondo del ghiacciaio, incuneandosi tra massa
glaciale e rocce sottostanti, per sgorgare poi al fondo della lingua glaciale.
Questo processo “lubrifica” il ghiacciaio, accelerandone lo scivolamento, ma può
anche creare delle “sacche” piene d’acqua che non trova uno sfogo e preme sul
resto del ghiacciaio.

Come tutti gli altri ghiacciai alpini, anche il ghiacciaio della Marmolada è in
veloce ritirata a causa del riscaldamento globale. L’ultima campagna di
rilevazioni, condotta dal Comitato Glaciologico Italiano e da Arpa Veneto lo
scorso agosto, ha segnalato un ritiro di 6 metri in appena 1 anno, mentre la
perdita complessiva di volume raggiunge il 90% in 100 anni.

Il cambiamento climatico corre più veloce sulle Alpi che nel resto del pianeta,
facendo delle terre alte uno dei settori più vulnerabili. Un aumento della
temperatura globale di 1,5 gradi si traduce in un innalzamento, sulle montagne
italiane, di 1,8 gradi (con un margine d’errore di ±0,72°C). Superare i 2 gradi
a livello globale significa invece Alpi 2,51°C più calde (±0,73°C). Ma durante i
mesi estivi, l’aumento di temperatura è ancora più pronunciato e può arrivare,
rispettivamente, a 2,09°C ±1,24°C e a 2,81°C ±1,23°C.

 

 

https://www.rinnovabili.it/ambiente/impatti-ambientali-delle-guerre/

 

 

 

 

 

 

IL VERO OBBIETTIVO DELLA MAFIA ESSERE LEGITTIMATA A TRATTARE ALLA PARI CON LO
STATO.

QUESTO LA HA FATTO LO GIURISPRUDENZA DELLA TRATTATIVA STATO MAFIA  CHE HA
LEGITTIMATO DI FATTO LA MAFIA A TRATTARE ALLA PARI CON LO STATO.

LA RESPONSABILITA' DEI SERVIZI SEGRETI NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO , E
PALESE.

I SERVIZI SEGRETI DIPENDONO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO


Dichiarazione di Giuliano AMATO

«Stragi del '92 con matrice oscura. Giusto l'intervento di Pisanu» - INTERVISTA

(02 luglio 2010) - fonte: Corriere della Sera - Giovanni Bianconi - inserita il
02 luglio 2010 da 31

«Certo che il nostro è uno strano Paese», esordisce Giuliano Amato, presidente
del Consiglio nel 1992 insanguinato dalle stragi di mafia, e dunque testimone
diretto di quella drammatica stagione rievocata nella relazione del presidente
della commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu.

Perché, presidente?

«Perché quando un personaggio di primissimo rango come Giulio Andreotti esce
indenne da un lungo processo si dice che questo capita se si confonde la
responsabilità penale con quella politica, mentre quando un presidente
dell`Antimafia come Pisanu si sforza di cercare responsabilità politiche laddove
non ne sono state individuate di penali gli si risponde che bisogna lasciar
lavorare i giudici. Ma allora che bisogna fare?».

Secondo lei?

«Secondo me il lavoro di Pisanu è legittimo e prezioso, perché può aiutare la
politica a cercare delle chiavi di lettura che non possono sempre venire dalla
magistratura. E a trovare finalmente il giusto modo di affrontare la questione
mafiosa. Provando a capire che cosa è accaduto in passato si può affrontare
meglio anche il presente».

Il passato, in questo caso, sono le stragi del 1992 e 1993. Lei divenne capo del
governo dopo la morte di Giovanni Falcone e prima di quella di Borsellino. Ha
avuto la sensazione di «qualcosa di simile a una trattativa», come dice Pisanu?

«Sinceramente no. L`ho detto anche ai procuratori di Caltanissetta quando mi
hanno interrogato.
Io in quelle settimane ero molto impegnato ad affrontare l`emergenza
economico-finanziaria, dovevamo fare una manovra da 30.000 miliardi di lire per
il`92 e impostare quella del `93. La strage di via D`Amelio ci colse nel pieno
dei vertici economici internazionali.
Ricordo però che dopo quel drammatico avvenimento ebbi quasi un ordine da
Martelli, quello di far approvare subito il decreto-legge sul carcere duro per i
mafiosi varato dopo l`eccidio di Capaci. Andai di sera dal presidente del Senato
Spadolini, ed ottenni una calendarizzazione ad horas del provvedimento».

Dei contatti tra alcuni ufficiali del Ros dei carabinieri e l`ex sindaco mafioso
di Palermo Ciancimino lei sapeva qualcosa, all`epoca?

«No, però voglio dire una cosa. Che ci sia stato un certo lavorio di qualche
apparato a livello inferiore è possibile, ma pensare che dei contatti poco
chiari potessero avere una sponda in Nicola Mancino che era stato appena
nominato ministro dell`Interno è un ipotesi che considero offensiva, in primo
luogo per lo stesso Mancino. Sulle ragioni della sua nomina è Arnaldo Forlani
che può fare chiarezza».

Perché?

«Perché la Dc di cui allora era segretario decise, o fu spinta a decidere, che
bisognava tagliare Gava dal governo. Ma a Gava bisognava comunque trovare una
via d`uscita onorevole, individuata nella presidenza del gruppo al Senato che
era di Mancino».

L`ex presidente del Consiglio Ciampi ha ripetuto che dopo le stragi del '93 lui,
da Palazzo Chigi, ebbe timore di un colpo di Stato. Lei pensò qualcosa di
simile, nello stesso posto, dopo le bombe del '92?

«No, ma del resto non ebbi timori di quel genere nemmeno dopo le stragi degli
anni Settanta. All`indomani di via D`Amelio non ebbi allarmi particolari dal
ministro dell`Interno, né dal capo della polizia Parisi o da quelli dei servizi
segreti. Parisi lo trovai ai funerali di Borsellino, dove io e il presidente
Scalfaro subimmo quasi un`aggressione e avemmo difficoltà ad entrare in chiesa.
Ma attribuimmo l`episodio alla rabbia contro lo Stato che non era riuscito ad
evitare quella morte. Il problema che ancora oggi resta insoluto è la vera
matrice di quelle stragi».

Che intende dire?

«Che per la mafia furono un pessimo affare. Non solo quella di via D`Amelio,
dopo la quale Martelli applicò immediatamente il regime di carcere duro a
centinaia di boss, ma anche quella di Capaci. Certo, Falcone era un nemico, ma
in quel momento un`impresa economico-criminale come Cosa Nostra avrebbe avuto
tutto l`interesse a stare lontana dai riflettori, anziché accenderli con quella
manifestazione di violenza. Quali interessi vitali dell`organizzazione mafiosa
stava mettendo in pericolo, Falcone?
La spiegazione che volevano eliminare un magistrato integerrimo, come lui o come
Borsellino, è troppo semplice. In ogni caso potevano ucciderlo con modalità meno
eclatanti, come hanno fatto in altre occasioni. Invece vollero colpire lui e
insieme lo Stato, imponendo una devastante dimostrazione di potere».

Chi può esserci allora, oltre a Cosa nostra, dietro gli attentati che per la
mafia furono controproducenti?

«Purtroppo non lo sappiamo, ma è questa la domanda-chiave a cui dovremmo trovare
la risposta. Perché vede, per le stragi degli anni Settanta si sono trovate
molte spiegazioni; compresa quella che sosteneva il prefetto Parisi, il quale
immaginava un ruolo dei servizi segreti israeliani per punire la politica estera
italiana sul versante palestinese. E per le stragi del 1993 io trovo abbastanza
convincente la tesi di una ritorsione per il carcere duro affibbiato a tanti
boss e soprattutto al loro capo, Riina, arrestato all`inizio dell`anno. Per
quelle del`92, invece, non riesco a immaginare motivazioni mafiose sufficienti a
superare le ripercussioni negative. E questo conferma l`ipotesi di qualche
condizionamento esterno rispetto ai vertici di Cosa nostra.
Perciò ha ragione Pisanu a interrogarsi e chiedere di fare luce».

Anche laddove i magistrati non riescono ad arrivare?

«Ma certo. Noi siamo arrivati al limite del giuridicamente accettabile con il
reato di concorso esterno in associazione mafiosa, che io condivido ma che
faccio fatica a spiegare all`estero.
Al di là di quel reato, però, non ci sono solo i boy scout; possono esistere
rapporti pericolosi, magari meno diretti o meno importanti, ma pur sempre
rapporti. E di questi dovrebbe occuparsi la politica, prima dei magistrati».

Infatti Andreotti e Cossiga, agli ordini  di Henry Kissinger,  se ne
interessarono con Delle Chiaie che rappresentava un estremismo di destra che
teneva rapporti con la mafia di Rejna , secondo Lo Cicero.

 

 

 

CARO PIERO ANGELA UOMO DI STATO



 

 

ESPERIENZA STORICA DELL'ARROGANZA DELLA FIAT

https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2022/07/watchfolder-tgr-piemonte-web-de-ponte-auto-elettrica-vl-tg1tgp2mxf-5f9b9ee5-2a7f-4d92-81c5-52a913e172bc.html

 

 


IL POTERE SEGRETO. PERCHÉ VOGLIONO DISTRUGGERE JULIAN ASSANGE E WIKILEAKS

di Stefania Maurizi

PERCHE'  IL PRESIDENTE BIDEN NON GRAZIA ASSANGE dimostrando di essere migliore
dei suoi predecessori ?

 

 FATTI NO BLA BLA BLA  DELLA STAMPA PER CONDIZIONARE LA VITA DELLE PERSONE CHE
NON PENSANO PRIMA DI AGIRE

LE NON RISPOSTE DI DRAGHI E CINGOLANI DOCUMENTATE DA REPORT



QUALE E' LA VERITA' SUI MANDANTI DELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO ?

Era il 23 maggio del 1992 quando Giovanni Falcone guidava la Fiat Croma della
sua scorta che lo accompagnava dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo.

Assieme a lui c’erano la moglie Francesca Morvillo, e l’autista Giuseppe
Costanza che quel giorno sedeva dietro.

Nel corteo delle auto che accompagnano il magistrato palermitano c’erano anche
altre due auto, la Fiat Croma marrone sulla quale viaggiavano gli agenti Antonio
Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, e la Fiat Croma azzurra sulla quale
erano presenti gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.

Alle 17:57 circa, secondo la ricostruzione della versione ufficiale, viene
azionato da Giovanni Brusca il telecomando della bomba posta sotto il viadotto
autostradale nel quale passava il giudice Falcone.

La prima auto, quella degli agenti Montinaro, Schifani e Dicillo viene sbalzata
in un campo di ulivi che si trovava vicino alla carreggiata. Muoiono tutti sul
colpo.

L’auto di Falcone e di sua moglie Francesca viene investita da una pioggia di
detriti e l’impatto tremendo scaglia entrambi contro il parabrezza della
macchina.

In quel momento sono ancora vivi, ma le ferite riportate sono molto gravi ed
entrambi moriranno nelle ore successive all’ospedale.

L’autista Giuseppe Costanza sopravvive miracolosamente alla strage ed è ancora
oggi vivo.

Mai in Italia la mafia era riuscita ad eseguire una operazione così clamorosa e
così ben congegnata tale da far pensare ad un coinvolgimento di apparati
terroristici e militari che andavano ben oltre le capacità di Cosa Nostra.

Capaci è una strage unica probabilmente anche a livello internazionale. Fu fatta
saltare un’autostrada con 200 kg di esplosivo da cava. Appare impossibile
pensare che furono soltanto uomini come Giovanni Brusca o piuttosto Totò Riina
soprannominato Totò U Curtu potessero realizzare qualcosa del genere.

Impossibile anche che nessuno si sia accorto di come nei giorni precedenti sia
stata portata una quantità considerevole di esplosivo sotto l’autostrada senza
che nessuno notasse nulla.

È alquanto probabile che gli attentatori abbiano utilizzato dei mezzi pesanti
per trasportare il tritolo e il T4 utilizzati per preparare l’ordigno.

Il via vai di mezzi deve essere stato frequente ed è difficile pensare che
questo passaggio non sia stato notato da nessuno nelle aree circostanti.

Così come è impossibile che gli attentatori sapessero l’ora esatta in cui
Falcone sarebbe sbarcato a Palermo senza avere una qualche fonte dall’interno
che li informasse dei movimenti e degli spostamenti del magistrato.

Capaci per tutte le sue caratteristiche quindi è un evento che appare del tutto
inattuabile senza il coinvolgimento di elementi infedeli presenti nelle
istituzioni che diedero agli attentatori le informazioni necessarie per eseguire
la strage.

Senza i primi, è impossibile sapere chi sono i veri mandanti occulti
dell’eccidio che è costato la vita a 5 persone e che sconvolse l’Italia.

E per poter comprendere quali siano questi mandanti occulti è necessario
guardare a cosa stava lavorando Falcone nelle sue ultime settimane di vita.

Senza posare lo sguardo su questo intervallo temporale, non possiamo comprendere
nulla di quello che accadde in quei tragici giorni.

La stampa nostrana sono trent’anni che ci offre una ricostruzione edulcorata e
distorta della strage di Capaci.

Ci vengono mostrate a ripetizione le immagini di Giovanni Brusca. Ci è stato
detto tutto sulla teoria strampalata che vedrebbe Silvio Berlusconi tra i
mandanti occulti dell’attentato, teoria che pare aver trovato una certa fortuna
tra gli allievi liberali montanelliani, quali Peter Gomez e Marco Travaglio.

Non ci viene detto nulla però su ciò che stava facendo davvero Giovanni Falcone
prima di morire.

L’indagine di Falcone sui fondi neri del PCI

All’epoca dei fatti, Falcone era direttore generale degli affari penali,
incarico che aveva ricevuto dall’allora ministro della Giustizia, Claudio
Martelli.

Nei mesi prima di Capaci, Falcone riceve una vera e propria richiesta di aiuto
da parte di Francesco Cossiga, presidente della Repubblica.

Cossiga chiede a Falcone di fare luce sulla marea di fondi neri che erano
piovuti da Mosca dal dopoguerra in poi nelle casse dell’ex partito comunista
italiano.

Si parla di somme da capogiro pari a 989 miliardi di lire che sono transitati
dalle casse del PCUS, il partito comunista dell’Unione Sovietica, a quelle del
PCI.

La politica del PCUS era quella di finanziare e coordinare le attività dei
partiti comunisti fratelli per diffondere ed espandere ovunque l’influenza del
pensiero marxista e leninista e dell’URSS che si dichiarava custode di quella
ideologia.

Questa storia è raccontata dettagliatamente in un avvincente libro intitolato
"Il viaggio di Falcone a Mosca" firmato da Francesco Bigazzi e da Valentin
Stepankov, il procuratore russo che stava collaborando con Falcone prima di
essere ucciso.

Il sistema di finanziamento del PCUS era piuttosto complesso e spesso si rischia
di perdersi in un fitto dedalo di passaggi e sottopassaggi nei quali è spesso
difficile comprendere dove siano finiti effettivamente i fondi.

I finanziamenti erano erogati dal partito comunista sovietico agli altri suoi
satelliti nel mondo e di questo c’è traccia nelle carte esaminate da Stepankov.

Ricevevano fondi il partito comunista francese e persino il partito comunista
americano rappresentato da Gus Hall che a Mosca assicurava tutto il suo impegno
contro l’imperialismo americano portato avanti da Ronald Reagan.

Il partito comunista italiano era però quello che riceveva la quantità di fondi
più ingenti perché questo era il partito comunista più forte d’Occidente ed era
necessario nell’ottica di Mosca assicurargli un costante sostegno per tenera
aperta la possibilità di spostare l’Italia dall’orbita del patto Atlantico a
quella del patto di Varsavia.

Una eventualità che se fosse mai avvenuta avrebbe provocato non solo la
probabile fine della stessa NATO ma anche un probabile conflitto tra Washington
e Mosca che si contendevano un Paese fondamentale, allora come oggi, per gli
equilibri dell’Europa e del mondo.

Ed è in questa ottica che va vista la strategia della tensione ispirata e
attuata da ambienti atlantici per impedire che Roma si avvicinasse troppo a
Mosca.

Nell’ottica di questa strategia era necessario colpire la popolazione civile
attraverso gruppi terroristici, ad esempio le Brigate Rosse, infiltrati da
ambienti dell’intelligence americana per eseguire azioni clamorose, su tutte il
rapimento e l’uccisione di Aldo Moro.

Il sangue versato dall’Italia nel dopoguerra per volontà del cosiddetto stato
profondo di Washington è stato versato per impedire all’Italia di intraprendere
un cammino politico che avrebbe potuto allontanarla troppo dalla sfera di
dominio Euro-Atlantica non tanto per approdare in quella sovietica, ma
piuttosto, secondo la visione di Moro, nel campo dei Paesi non allineati né con
un blocco né con l’altro.

Nel 1992 questo mondo era già crollato e non esisteva più la cosiddetta minaccia
sovietica. A Mosca regnava il caos. Una epoca era finita e l’URSS era crollata
non per via della sua struttura elefantiaca, come pretende di far credere una
certa vulgata atlantista, ma semplicemente perché si era deciso di demolirla
dall’interno.

La perestrojka, termine russo che sta per ristrutturazione, di cui l’ex
segretario del PCUS, Gorbachev, fu un convinto sostenitore fu ciò che preparò il
terreno alla caduta del blocco sovietico.

Gorbachev era ed è un personaggio molto vicino agli ambienti del globalismo che
contano e fu uno dei primi sovietici ad essere elogiato e sostenuto dal gruppo
Bilderberg che nel 1987 guarda con vivo interesse e ammirazione alla sua
apertura al mondo Occidentale.

Al Bilderberg c’è il gotha della società mondiale in ogni sua derivazione
politica, economica, finanziaria e ovviamente mediatica senza la quale sarebbe
stato impossibile perseguire i piani di questa struttura paragovernativa
internazionale.

Uno dei membri di spicco di questo club, David Rockefeller, ringraziò
calorosamente alcuni anni dopo gli esponenti della stampa mondiale, soprattutto
quella anglosassone, per aver taciuto le attività di questa società segreta che
senza il silenzio dei media non sarebbe mai riuscita a portare avanti
indisturbata i suoi piani.

Nella visione di questi ambienti, l’URSS, di cui, sia chiaro, non si ha
nostalgia, era comunque diventata ingombrante e doveva essere rimossa.

Il segretario del partito comunista, Gorbachev, attraverso le sue “riforme” ebbe
un ruolo del tutto fondamentale nell’ambito del raggiungimento di questo
obbiettivo.

I signori del Bilderberg avevano deciso che gli anni 90 avrebbero dovuto essere
gli anni della globalizzazione e della concentrazione di un potere mai visto
nelle mani della NATO che per poter avvenire doveva passare dall’eliminazione
del blocco opposto, quello dell’Unione Sovietica.

Il crollo dell’URSS ebbe un impatto devastante sulla società post-sovietica
russa. Moltissimi dirigenti, 1746, si tolsero la vita. Un numero di morti per
suicidio che non trova probabilmente emuli nella storia politica recente di
nessun Paese.

Alcuni suicidi furono piuttosto anomali e si pensò che alcuni influenti notabili
di Mosca in realtà siano stati suicidati per non far trapelare le verità scomode
che sapevano riguardano ai finanziamenti del partito.

A Mosca era iniziato il grande saccheggio e le svendite di tutto quello che era
il patrimonio pubblico dello Stato.

L’URSS era uscita dall’era della proprietà collettivizzata per entrare in quella
del neoliberismo più feroce e selvaggio così come avvenne per gli altri Paesi
dell’Europa Orientale che furono messi all’asta e comprati da corporation
angloamericane.

Il procuratore russo Stepankov voleva far luce sulla enorme quantità di soldi
che era uscita dalle casse del partito. Voleva capire dove fosse finito tutto
questo denaro e come esso fosse stato speso.

Per fare questo, chiese assistenza all’Italia e il presidente Cossiga girò
questa richiesta di aiuto all’allora direttore generale degli affari penali,
Giovanni Falcone.

Falcone accettò con entusiasmo e ricevette a Roma nel suo ufficio il procuratore
Stepankov per avviare quella collaborazione, inedita dal secondo dopoguerra in
poi, tra l’Italia e la neonata federazione russa.

Al loro primo incontro, Falcone e Stepankov si piacciono subito. Entrambi si
riconoscono una integrità e una determinazione indispensabili per degli
inquirenti determinati a comprendere cosa fosse accaduto con quella enorme
quantità di denaro che aveva lasciato Mosca per finire in Italia.

I fondi venivano stanziati in dollari e poi convertiti in lire ma per poter
completare questo passaggio era necessaria l’assistenza di un’altra parte, che
Falcone riteneva essere la mafia che in questo caso avrebbe agito in stretto
contatto con l’ex PCI.

I legami tra PCI e mafia non sono stati nemmeno sfiorati dai media mainstream
italiani. La sinistra progressista si è attribuita una sorta di primato morale
nella lotta alla mafia quando questa storia e questa indagine rivelano invece
una sua profonda contiguità con il fenomeno mafioso.

L’indagine di Falcone rischiava di mandare a monte il piano di Mani Pulite

Giovanni Falcone era determinato a fare luce su questi legami, ma non fece in
tempo. Una volta iniziata la sua collaborazione con Stepankov la sua vita fu
stroncata brutalmente nella strage di Capaci.

Era in programma un viaggio del magistrato nei primi giorni di giugno a Mosca
per continuare la collaborazione con Stepankov.

Il giudice si stava avvicinando ad una verità scabrosa che avrebbe potuto
travolgere l’allora PDS che aveva abbandonato la falce e martello del partito
comunista due anni prima nella svolta della Bolognina inaugurata da Achille
Occhetto.

Il PCI si stava tramutando in una versione del partito democratico liberal
progressista molto simile a quella del partito democratico americano.

Il processo di conversione era già iniziato anni prima quando a Washington
iniziò a recarsi sempre più spesso Giorgio Napolitano che divenne un
interlocutore privilegiato degli ambienti che contano negli Stati Uniti,
soprattutto quelli sionisti e atlantisti.

A Washington avevano già deciso probabilmente in quegli anni che doveva essere
il nuovo partito post-comunista a trascinare l’Italia nel girone infernale della
globalizzazione.

Il 1992 fu molto di più che l’anno della caccia alle streghe giudiziaria. Il
1992 fu una operazione internazionale decisa nei circoli del potere
anglo-sionista che aveva deciso di liberarsi di una classe politica che, seppur
con tutti i suoi limiti, aveva saputo in diverse occasioni contenere
l’atlantismo esasperato e aveva saputo esercitare la sua sovranità come accaduto
a Sigonella nel 1984 e come accaduto anche con l’omicidio di Aldo Moro, che pagò
con la vita la decisione di voler rendere indipendente l’Italia dall’influenza
di questi centri di potere transnazionali.

Il copione era quindi già scritto. Il pool di Mani Pulite agì come un cecchino.
Tutti i partiti vennero travolti dalle inchieste giudiziarie e tutti finirono
sotto la gogna mediatica della pioggia di avvisi di garanzia che in quel clima
da linciaggio popolare equivalevano ad una condanna anticipata.

Il PSI di Craxi fu distrutto così come la DC di Andreotti. Tutti vennero colpiti
ma le inchieste lasciarono, “casualmente”, intatto il PDS.

Eppure era abbastanza nota la corruzione delle cosiddette cooperative rosse,
così come era nota la corruttela che c’era nel partito comunista italiano che
riceveva fondi da una potenza straniera, allora nemica, e poi li riciclava
attraverso la probabile assistenza di organizzazioni mafiose.

Questa era l’ipotesi investigativa alla quale stava lavorando Giovanni Falcone e
questa era la stessa ipotesi che subito dopo raccolse Paolo Borsellino, suo
fraterno amico e magistrato ucciso soltanto 55 giorni dopo a via d’Amelio.

Mai la mafia era giunta a tanto, e non era giunta a tanto perché non era nelle
sue possibilità. C’è un unico filo rosso che lega queste due stragi e questo
filo rosso porta fuori dai confini nazionali.

Porta direttamente in quei centri di potere che avevano deciso che tutta la
ricchezza dell’industria pubblica italiana fosse smantellata per essere portata
in dote alla finanza anglosionista.

Questi stessi centri di potere globali avevano deciso anche che dovesse essere
il nuovo PDS a proseguire lo smantellamento dell’economia italiana attraverso la
sua adesione alla moneta unica.

E fu effettivamente così, salvo la parentesi berlusconiana del 94. Il PDS portò
l’Italia sul patibolo dell’euro e di Maastricht e privò della sovranità
monetaria il Paese agganciandola alla palla al piede della moneta unica, arma
della finanza internazionale.

E fu il turbare di questi equilibri che portò alla prematura morte dei
magistrati Falcone e Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino avevano
messo le mani sui fili dell’alta tensione. Quelli di un potere così forte che fa
impallidire la mafia.

I due brillanti giudici sapevano che il fenomeno mafioso non poteva essere
compreso se non si guardava al piano superiore, che era quello costituito dalla
massoneria e dal potere finanziario.

Cosa Nostra e le altre organizzazioni sono solamente della manovalanza di un
potere senza volto molto più potente.

È questa la verità che non viene raccontata agli italiani che ogni anno quando
si celebrano queste stragi vengono sommersi da un fiume di retorica o da una
scadente cinematografia di regime che mai sfiora la verità su quanto accaduto in
quegli anni e mai sfiora il vero potere che eseguì il colpo di Stato del 1992 e
che insanguinò l’Italia nello stesso anno.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due figure che vanno ricordate non solo
per il loro eroismo, ma per la loro ferma volontà e determinazione nel fare il
loro mestiere, anche se questo voleva dire pagare con la propria vita.

Lo fecero fino in fondo sapendo di sfidare un potere enormemente più forte di
loro. Sapevano che in gioco c’erano equilibri internazionali e destini decisi da
uomini seduti nei consigli di amministrazione di banche e corporation che erano
i veri registi della mafia.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vanno ricordati perché sono due eroi
italiani che si sono opposti a ciò che il Nuovo Ordine Mondiale aveva deciso per
l’Italia e pur di farlo non hanno esitato a sacrificare la loro vita.

Oggi, trent’anni dopo, sembra che stiano per chiudersi i conti con quanto
accaduto nel 1992 e l’Italia sembra più vicina all’avvio di una nuova fase della
sua storia, una nella quale potrebbe esserci la seria possibilità di avere una
sovranità e una indipendenza come non la si è avuta dal 1945 in poi.

 

 

 

Autovelox mobili: la multa non è valida se non sono segnalati
multe autovelox
La Cassazione ha confermato che anche gli autovelox posti sulle pattuglie delle
varie forze dell’ordine devono essere adeguatamente segnalati.
Autovelox mobili: la multa non è valida se non sono segnalati

AUTOVELOX MOBILI - Subire una multa per eccesso di velocità non è certamente
piacevole, soprattutto perché questo comporta la necessità di dover mettere mano
al portafoglio per una spesa imprevista. Ci sono però delle situazioni in cui la
sanzione può essere ritenuta non valida e quindi annullata, come indicata da una
recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione. Che ha così chiarito i dubbi
su cosa può accadere nel caso in cui l’autovelox presente in un tratto di strada
non sia opportunamente segnalato: l’obbligo è valido anche per gli autovelox
mobili montati sulle auto della polizia.

UNA LUNGA TRAFILA LEGALE - La vicenda trae origine da un’automobilista di Feltre
(Belluno) aveva subito sei anni fa una multa per eccesso di velocità dopo essere
stato sorpreso a 85 km/h in un tratto di strada in cui il limite era invece di
70 m/h. Una pattuglia della polizia presente sul posto dotata di autovelox Scout
Speed aveva provveduto a sanzionarlo. L’uomo era però convinto di avere subito
un’ingiustizia e aveva così deciso di fare ricorso. Alla fine, nonostante la
trafila sia stata particolarmente lunga, è stato proprio il conducente a vincere
fino ad arrivare alla sentenza della Cassazione emessa pochi giorni fa.

LA SENTENZA - Nella quale si legge: "In attuazione del generale obbligo di
preventiva e ben visibile segnalazione, contempla la possibilità di installare
sulle autovetture dotate del dispositivo Scout Speed messaggi luminosi
contenenti l'iscrizione “controllo velocità” o “rilevamento della velocità”,
visibili sia frontalmente che da tergo. Molteplici possibilità di impiego e
segnalazione sono correlate alle caratteristiche della postazione, fissa o
mobile, sicché non può dedursi alcuna interferenza negativa che possa
giustificare, avuto riguardo alle caratteristiche tecniche della strumentazione
impiegata nella postazione di controllo mobile, l'esonero dall'obbligo della
preventiva segnalazione".

 

  

COSTITUENDA ASSOCIAZIONE:

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per non fare diventare l'ITALIA un'hotspot europeo dell'immigrazione in quanto
bisogna resistere come italiani nel nostro paese dando agli immigrati un
messaggio forte e chiaro : ogni paese puo' svilupparsi basta impegnarsi per
farlo con le risorse disponibili e l'intelligenza , che significa adattamento
nel superare le difficolta'.

Inventarsi un lavoro invece che fare l'elemosina.

Quanti miracoli ha fatto Maometto rispetto a Gesu' ?

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obiettivi:

1) esame d'italiano e storia italiana per gli immigrati

2) lavori socialmente utili

3) pulizia e cucina autonoma

3 gennaio 1917, Suor Lucia nel Terzo segreto di Fatima: Il sangue dei martiri
cristiani non smetterà mai di sgorgare per irrigare la terra e far germogliare
il seme del Vangelo.  Scrive suor Lucia: “Dopo le due parti che già ho esposto,
abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo
con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme
che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto
dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui:
l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza,
Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “Qualcosa di
simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un
Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo
Padre”. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna
ripida, in cima alla quale c’era una grande croce di tronchi grezzi come se
fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi,
attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo
vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che
incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio
ai piedi della grande croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli
spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli
uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone
secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della
croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei
quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si
avvicinavano a Dio”. interpretazione del Terzo segreto di Fatima era già stata
offerta dalla stessa Suor Lucia in una lettera a Papa Wojtyla del 12 maggio
1982. In essa dice:  «La terza parte del segreto si riferisce alle parole di
Nostra Signora: “Se no [si ascolteranno le mie richieste la Russia] spargerà i
suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni
saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni
saranno distrutte” (13-VII-1917). La terza parte del segreto è una rivelazione
simbolica, che si riferisce a questa parte del Messaggio, condizionato dal fatto
se accettiamo o no ciò che il Messaggio stesso ci chiede: “Se accetteranno le
mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi
errori per il mondo, etc.”. Dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo
appello del Messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso
il mondo con i suoi errori. E se non constatiamo ancora la consumazione completa
del finale di questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati a poco a poco a
larghi passi. Se non rinunciamo al cammino di peccato, di odio, di vendetta, di
ingiustizia violando i diritti della persona umana, di immoralità e di violenza,
etc. E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli uomini
che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e chiama
al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono
responsabili».

Le storie degli immigrati occupanti che cercano di farsi mantenere insieme alle
loro famiglie , non lavoro come gli immigrati italiani all'estero:

1)  Mi trovavo all'opedale per prenotare una visita delicata , mentre stato
parlando con l'infermiera, una donna mi disse di sbrigarmi : era di colore.

2) Mi trovavo in C,vittorio ang V.CARLO ALBERTO a Torino, stavo dando dei soldi
ad un bianco che suonava una fisarmonica accanto ai suoi pacchi, arriva un nero
in bici e me li chiede

3) Ero su un bus turistico e' salito un nero ha spostato la roba che occupava i
primi posti e si e' messo lui

4) Ero in un team di startup che doveva fare proposte a TIM usando strumenti
della stessa la minoranza mussulmana ha imposto di prima vedere gli strumenti e
poi fare le proposte: molto innovativo !

5) FINO A QUANDO I MUSSULMANI NON ACCETTANO LA PARITA' UOMO DONNA , ANCHE SE LO
SCRIVE IL CORANO E' SBAGLIATO. E' INACCETTABILE QUESTO PRINCIPIO CHE CI PORTA
INDIETRO.

6) perche' lITALIA deve accogliere tutti ? anche gli alberghi possono rifiutare
clienti .

7) Immigrazione ed economia sono interconnesse in quanto spostano pil fuori dal
paese.

8) Gli extracomunitari ti entrano in casa senza chiedere permesso. Non solo
desiderano la roba d altri ma la prendono.
Forse il primo insegnamento sarebbe il rispetto della liberta' altrui.

 

09.01.19

Tutti i nulllafacenti immigrati Boeri dice che ne abbiamo bisogno : per cosa ?
per mantenerli ?

04.02.17l

L'ISIS secondo me sta facendo delle prove di attentato con l'obiettivo del
Vaticano con un attacco simultaneo da terra con la tecnica dei camion e dal
cielo con aerei come a NY l'11.09.11.

Riforma sostenuta da una maggioranza trasversale: «Non razzismo, ma realismo»
Case Atc agli immigrati La Regione Piemonte cambia le regole Gli attuali criteri
per le assegnazioni penalizzano gli italiani .

Screening pagato dalla Regione e affidato alle Molinette Nel Centro di Settimo
esami contro la Tbc “Controlli da marzo” Tra i profughi in arrivo aumentano i
casi di scabbia In sei mesi sono state curate un migliaio di persone.

Il Piemonte è la quarta regione italiana per numero di richiedenti asilo. E gli
arrivi sono destinati ad aumentare. L’assessora Cerutti: “Un sistema che da
emergenza si sta trasformando in strutturale”. Coinvolgere maggiormente i
Comuni.In Piemonte ci sono 14.080 migranti e il flusso non accenna ad
arrestarsi: nel primo mese del 2017 sono già sbarcati in Italia 9.425
richiedenti asilo, in confronto ai 6030 dello scorso anno e ai 3.813 del 2015.
Insomma, serve un piano. A illustrarlo è l’assessora all’Immigrazione della
Regione Monica Cerutti, che spiega come la rete di accoglienza in questi anni
sia radicalmente cambiata, trasformando il sistema «da emergenziale a
strutturale».

La Regione punta su formazione e compensazioni mentre aumentano i riconoscimenti
In Piemonte 14 mila migranti Solo 1200 nella rete dei Comuni A Una minoranza
inserita in progetti di accoglienza gestiti dagli enti locali umentano i
riconoscimenti delle commissioni prefettizie, meno rigide rispetto al passato
prossimo: la tendenza si è invertita, le domande accolte sono il 60% rispetto al
40% dei rigetti. Non aumenta, invece, la disponibilità a progetti di accoglienza
e di integrazione da parte dei Comuni. Stando ai dati aggiornati forniti dalla
Regione, si rileva che rispetto ai 14 mila migranti oggi presenti in Piemonte
quelli inseriti nel sistema Sprar - gestito direttamente dai Comuni - non
superano i 1.200. Il resto lo troviamo nelle strutture temporanee sotto
controllo dalle Prefetture. Per rendere l’idea, nella nostra regione i Comuni
sono 1.2016. La trincea dei Comuni Un bilancio che impensierisce la Regione,
alle prese con resistenze più o meno velate da parte degli enti locali: il
termometro di un malumore, o semplicemente di indifferenza, che impone un lavoro
capillare di convincimento. «Di accompagnamento, di compensazione e prima ancora
di informazione contro la disinformazione e certe strumentalizzazioni
politiche», - ha precisato l’assessora Monica Cerutti riepilogando le azioni
previste nel piano per regionale per l’immigrazione. A stretto giro di posta è
arrivata la risposta della Lega Nord nella persona del consigliere regionale
Alessandro Benvenuto: «Non esistono paure da disinnescare ma necessità da
soddisfare sia in termini di sicurezza e controllo del territorio, sia dal punto
di vista degli investimenti. Il Piemonte ha di per sé ben poche risorse, che
andrebbero utilizzate per creare lavoro e risolvere i problemi che attanagliano
i piemontesi, prima di essere adoperate per far fare un salto di qualità
all’accoglienza». Progetti di accoglienza Tre i progetti in campo: «Vesta» (ha
come obiettivo il miglioramento dei servizi pubblici che si relazionano con i
cittadini di Paesi terzi), “Petrarca” (si occupa di realizzare un piano
regionale per la formazione civico linguistica), “Piemonte contro le
discriminazioni” (percorsi di formazione e di inclusione volti a prevenire le
discriminazioni). Inoltre la Regione ha attivato con il Viminale un progetto per
favorire lo sviluppo delle economie locali sostenendo politiche pubbliche
rivolte ai giovani ivoriani e senegalesi. Più riconoscimenti Come si premetteva,
aumentano i riconoscimenti: 297 le domande accolte dalla Commissione di Torino
nel periodo ottobre-dicembre 2016 (status di rifugiato, protezione sussidiaria e
umanitaria); 210 i rigetti. In tutto i convocati erano mille: gli altri o
attendono o non si sono presentati. I tempi della valutazione, invece, restano
lunghi: un paio di anni, considerando anche i ricorsi. Sul fronte
dell’assistenza sanitaria e della prevenzione, si pensa di replicare nel Centro
di Castel D’Annone, in provincia di Asti, lo screening contro la tubercolosi che
dal marzo sarà attivato al Centro Fenoglio di Settimo con il concorso di
Regione, Croce Rossa e Centro di Radiologia Mobile delle Molinette.

INTANTO :«Non sono ipotizzabili anticipazioni di risorse» per l’asilo che Spina
3 attende dal 2009. La lunga attesa aveva fatto protestare molti residenti e
c’era chi già stava perdendo le speranze. Ma in Circoscrizione 4, in risposta a
un’interpellanza del consigliere della Lega Carlo Morando, il Comune ha messo
nero su bianco che i fondi dei privati per permettere la costruzione dell’asilo
non ci sono. Quella di via Verolengo resta una promessa non rispettata. Con la
crisi immobiliare, la società Cinque Cerchi ha rinunciato a costruire una parte
dei palazzi e gli oneri di urbanizzazione versati, spiegò mesi fa l’ex assessore
Lorusso, erano andati per la costruzione del tunnel di corso Mortara. Ad ottobre
c’è stata una nuova riunione. L’esito è stata la fumata nera da parte dei
privati. «Sarà necessario che la progettazione e la realizzazione dell’opera
vengano curate direttamente dalla Città di Torino», scrive il Comune nella sua
risposta. Senza specificare come e dove verranno reperiti i fondi necessari, né
quando si partirà.

 


TUNISIA. FRATTINI: "PROPORREMO IMMIGRAZIONE CIRCOLARE" - IL PORTALE DELL ...

www.stranieriinitalia.it/.../tunisia-frattini-qproporremo-immigrazione-circolareq.html
 1. 
    

20 gen 2011 - L'immigrazione "circolare" è quella in cui i migranti, dopo un
certo periodo di lavoro all'estero, tornano nei loro Paesi d'origine. Un sistema
più ...

Tutto è iniziato quando è stato chiuso il bar. I 60 stranieri che erano a bordo
del traghetto Tirrenia diretto a Napoli volevano continuare a bere. L’obiettivo
era sbronzarsi e far scoppiare il caos sulla nave. Lo hanno fatto ugualmente,
trasformando il viaggio in un incubo anche per gli altri 200 passeggeri. In
mezzo al mare, nel cuore della notte, è successo di tutto: litigi, urla, botte,
un tentativo di assalto al bancone chiuso, molestie ai danni di alcuni
viaggiatori e persino un’incursione tra le cuccette. La situazione è tornata
alla calma soltanto all’alba, poco prima dell’ormeggio, quando i protagonisti di
questa interminabile notte brava hanno visto che sulle banchine del porto di
Napoli erano già schierate le pattuglie della polizia. Nella nave Janas partita
da Cagliari lunedì sera dalla Sardegna era stato imbarcato un gruppo di
nordafricani che nei giorni scorsi aveva ricevuto il decreto di espulsione. Una
trentina di persone, alle quali si sono aggiunti anche altri immigrati
nordafricani. E così a bordo è scoppiato il caos. Il personale di bordo ha
provato a riportare la calma ma la situazione è subito degenerata. Per ore la
nave è stata in balia dei sessanta scatenati. All’arrivo a Napoli, il traghetto
è stato bloccato dagli agenti della Questura di Napoli che per tutta la giornata
sono rimasti a bordo per identificare gli stranieri che hanno scatenato il caos
in mezzo al mare e per ricostruire bene l’episodio. «Il viaggio del gruppo è
stato effettuato secondo le procedure previste dalla legge, implementate dalle
autorità di sicurezza di Cagliari – si limita a spiegare la Tirrenia - La
compagnia, come sempre in questi casi, ha destinato ai passeggeri stranieri
un’area della nave, a garanzia della sicurezza dei passeggeri, non essendo il
gruppo accompagnato  dalle forze di polizia. Contrariamente a quanto avvenuto in
passato, il gruppo ha creato problemi a bordo per tensioni al suo interno che
poi si sono ripercosse sui passeggeri». A bordo del traghetto gli agenti della
questura di Napoli hanno lavorato per quasi 12 ore e hanno acquisito anche le
telecamere della videosorveglianza della nave. Nel frattempo sono scoppiate le
polemiche. «I protagonisti di questo caos non sono da scambiare con i profughi
richiedenti asilo - commenta il segretario del Sap di Cagliari, Luca Agati - La
verità è che con gli sbarchi dal Nord Africa, a cui stiamo assistendo anche in
questi giorni, arrivano poco di buono, giovani convinti di poter fare cio’ che
vogliono una volta ottenuto il foglio di espulsione, che di fatto è un
lasciapassare che garantisce loro la libertà di delinquere in Italia. Cosa deve
accadere per far comprendere che va trovata una soluzione definitiva alla
questione delle espulsioni?»  In ostaggio per ore Per ore la nave è stata in
balia dei sessanta scatenati, che hanno trasformato il viaggio in un incubo per
gli altri 200 passeggeri  21.02.17

Istituto comprensivo Regio Parco La crisi spegne la musica in classe Le famiglie
non pagano la retta da 10 euro al mese: a rischio il progetto lanciato da
Abbado, mentre la Regione Piemonte finanzia un progetto per insegnare ai bambini
italiani la lingua degli immigrati non viceversa.

 Qui Foggia Gli sfollati di una palazzina crollata nel 1999 vivono in container
di appena 24 mq Qui Messina Nei rioni Fondo Fucile e Camaro San Paolo le
baracche aumentano di anno in anno Donne e bambini Nei rioni nati dopo il sisma
le case sono coperte da tetti precari, spesso di Eternit Qui Lamezia Terme Oltre
400 calabresi di etnia rom vivono ai margini di una discarica a cielo aperto 
Qui Brescia Nelle casette di San Polino le decine di famiglie abitano
prefabbricati fatiscenti Da Brescia a Foggia, da Lamezia a Messina. Oltre 50
mila italiani vivono in abitazioni di fortuna. Tra amianto, topi e rassegnazione
Caterina ha 64 anni e tenacia da vendere. Con gli occhi liquidi guarda il tetto
di amianto sopra la sua testa: «Sono stata operata due volte di tumore, è colpa
di questo maledetto Eternit». Indossa una vestaglia a righe bianche e blu. «Vivo
qui da vent’anni. D’estate si soffoca, d’inverno si gela, piove in casa e
l’umidità bagna i vestiti nei cassetti. Il dottore mi ha detto di andare via. Ma
dove?». In fondo alla strada abita Concetta, che tra topi e lamiere trova la
forza di sorridere: «A ogni campagna elettorale i politici ci promettono case
popolari, ma una volta eletti si dimenticano di noi. Sono certa che morirò senza
aver realizzato il mio sogno: un balcone dove stendere la biancheria». Antonio
invece no, lui non ride. Digrigna i denti rimasti: «Gli altri li ho persi per
colpa della rabbia. In due anni qui sono diventato brutto, mi vergogno». Slum,
favela, bidonville: Paese che vai, emarginazione che trovi. Un essere umano su
sei, nel mondo, vive in una baraccopoli. In Italia sono almeno 53 mila le
persone che, secondo l’Istat, abitano nei cosiddetti «alloggi di altro tipo»,
diversi dalle case. Cantine, roulotte, automobili e soprattutto baracche. Le
storie di questi cittadini invisibili (e italianissimi) sono raccontate nel
documentario «Baraccopolis» di Sergio Ramazzotti e Andrea Monzani, prodotto da
Parallelozero, in onda domenica sera alle 21,15 su Sky Atlantic Hd per il ciclo
«Il racconto del reale». Le baraccopoli sono non luoghi popolati da un’umanità
sconfitta e spesso rassegnata. Donne, uomini, bambini, anziani. Vittime della
crisi economica o di circostanze avverse. Vivono in stamberghe all’interno di
moderni ghetti al confine con quella parte di città degna di questo nome. Di là
dal muro la civiltà. Da questo lato fango, calcinacci, muffa, immondizia, fogne
a cielo aperto. A Messina le abitazioni di fortuna risalgono ad oltre un secolo
fa, quando il terremoto del 1908 rase al suolo la città. Qui l’emergenza è
diventata quotidianità. Fondo Fucile, Giostra, Camaro San Paolo. Eccoli i rioni
del girone infernale dei diseredati. Legambiente ha censito più di 3 mila
baracche e altrettante famiglie. I topi, invece, sono ben di più. A Lamezia
Terme oltre 400 calabresi di etnia rom vivono ai margini di una discarica. Tra
loro c’è Cosimo, che vorrebbe andare via: «Non per me, ma per mio figlio, ha
subìto un trapianto di fegato». A Foggia gli sfollati di una palazzina crollata
nel 1999 vivono nei container di 24 mq. Andrea abita invece nelle casette di San
Polino a Brescia, dove un prefabbricato fatiscente è diventato la sua dimora
forzata: «Facevo l’autotrasportatore. Dopo due ictus ho perso patente e lavoro.
I miei figli non sanno che abito qui. Non mi è rimasto nulla, nemmeno la
dignità». Sognando un balcone «Il mio sogno? È un balcone dove stendere la
biancheria», dice la signora Caterina nIl documentario «Baraccopolis» di Sergio
Ramazzotti e Andrea Monzani, prodotto da Parallelozero, andrà in onda domani
sera alle 21.15 su Sky Atlantic Hd per il ciclo «Il racconto del reale». Su Sky
Atlantic Il documentario 3 domande a Sergio Ramazzotti registra e fotografo
“Così ho immortalato la vita dentro quelle catapecchie” Chi sono gli abitanti
delle baraccopoli? «Sono cittadini italiani, spesso finiti lì per caso. Magari
dopo aver perso il lavoro o aver divorziato». Quali sono i tratti comuni? «Chi
finisce in una baracca attraversa fasi simili a quelle dei malati di cancro.
Prima lo stupore, poi la rabbia, il tentativo di scendere a patti con la realtà,
la depressione, infine la rassegnazione». Cosa ci insegnano queste persone? «È
destabilizzante raccontare donne e uomini caduti in disgrazia con tanta
rapidità. Sono individui come noi. La verità è che può succedere a chiunque».
Baraccopolid’Italia

01.03.17

GLI ITALIANI AIUTANO più FACILMENTE GLI EXTRACOMUNITARI RISPETTO AGLI ITALIANI.

 

 

 

SE VUOI SCRIVERTI UN BREVETTO CONSULTA dm.13.01.10 n33


13/01/2010 - DECRETO MINISTERIALE DEL 13 GENNAIO 2010, N. 33 - UIBM

 

 

 


CORRISPONDENZA SULLA XYLELLA FASTIDIOSA CON LA UE LUGLIO 2018

XYLELLA\18-07-31-ARES 4037967.pdf

XYLELLA\18-07-31-ARES 4037967-cover.pdf

 

 

 


MUTUI, LA PROVA DELLA TRUFFA VIA A RIMBORSI PER 16 MILIARDI

Dopo tre anni ecco la sentenza Ue sull'Euribor truccato da banche estere. Ma si
può far causa pure alle italiane

Giuseppe Marino - Sab, 19/11/2016 - 15:52

La Commissione europea, tre anni dopo aver condannato quattro tra le più grandi
banche europee per aver truccato il tasso di interesse che incide sui mutui di
milioni di cittadini europei, ha finalmente tolto il segreto al testo della
sentenza. E quel documento di trenta pagine potrebbe valere, solo per gli
italiani che hanno un mutuo sulle spalle, ben 16 miliardi di euro di rimborsi da
chiedere alle banche.

La storia parte con la scoperta di un'intesa restrittiva della concorrenza,
ovvero un cartello, tra le principali banche europee. Lo scopo, secondo
l'Antitrust europeo, era di manipolare a proprio vantaggio il corso
dell'Euribor, il tasso di interesse che funge da riferimento per un mercato di
prodotti finanziari che vale 400mila miliardi di euro. Tra questi ci sono i
mutui di 2,5 milioni di italiani, per un controvalore complessivo stimabile in
oltre 200 miliardi. L'Euribor viene calcolato giorno per giorno con un sondaggio
telefonico tra 44 grandi banche europee, che comunicano che tasso di interesse
applicano in quel momento per i prestiti tra banche. Il risultato del sondaggio
viene comunicato all'agenzia Thomson Reuters che poi comunica il valore
dell'Euribor agli operatori e al pubblico. L'Antitrust ha scoperto che alcune
grandi banche, tra il 2005 e il 2008, si erano messe d'accordo per falsare i
valori comunicati e manipolare il valore del tasso secondo la propria
convenienza. «Alcune volte, -recita la sentenza che il Giornale ha potuto
visionare- certi trader (omissis...) comunicavano e/o ricevevano preferenze per
un settaggio a valore costante, basso o alto di certi valori Euribor. Queste
preferenze andavano a dipendere dalle proprie posizioni commerciali ed
esposizioni»

Il risultato ovviamente si è riflettuto sui mutui degli ignari cittadini di
tutta Europa, che però finora avevano le unghie spuntate. Un avvocato di
Sassari, Andrea Sorgentone, legato all'associazione Sos Utenti, ha subissato la
Commissione di ricorsi per farsi consegnare il testo della sentenza
dell'Antitrust che condanna Deutsche Bank, Société Genéralé, Rbs e Barclay's a
pagare in totale una multa di oltre un miliardo di euro.

La Ue ha sempre rifiutato adducendo problemi di riservatezza delle banche, ma
alla fine l'avvocato ha ottenuto una copia della sentenza, seppur in parte
«censurata». E ora il conto potrebbe salire. E non solo per quelle direttamente
coinvolte, perché il tasso alterato veniva applicato ai mutui variabili da tutte
le banche, anche le italiane, che ora potrebbero dover pagare il conto dei
trucchi di tedesche, francesi e inglesi. Sorgentone si dice convinto di poter
ottenere i risarcimenti: «Secondo le stime più attendibili -dice- i mutuatari
italiani hanno pagato interessi per 30 miliardi, di cui 16 indebitamente. La
sentenza europea è vincolante per i giudici italiani. Ora devono solo
quantificare gli interessi che vanno restituiti in ogni rapporto mutuo, leasing,
apertura di credito a tasso variabile che ha avuto corso dal 1 settembre 2005 al
31 marzo 2009».

27.01.17

 

 

Come creare un meeting su Zoom? In un periodo in cui è richiesto dalla società
il distanziamento sociale, la nota app per le videoconferenze diventa uno
strumento importante per molte aziende e privati. Se partecipare a un meeting è
un processo estremamente semplice, che non richiede neppure la registrazione al
servizio, discorso diverso vale per gli utenti che desiderano creare un meeting
su Zoom.

Ecco dunque una semplice guida per semplificare la vita a coloro che hanno
intenzione di approcciare alla piattaforma senza confondersi le idee.


COME SI CREA UN MEETING SU ZOOM

 

Dopo aver scaricato e installato Zoom, e aver effettuato la registrazione, si
dovrà dunque effettuare l’accesso premendo Sign In (è possibile loggare
direttamente con il proprio account Google o Facebook, comunque). A questo
punto, bisogna procedere in questo modo:

 * Fare tap su New Meeting (pulsante arancione)
 * Scegliere se avviare il meeting con la fotocamera accesa o spenta, tramite il
   toggle Video On
 * Premere Start a Meeting

A questo punto è stata creata la videoconferenza, ma affinché venga avviata è
necessario invitare i partecipanti. Per proseguire sarà necessario quindi:

 * Fare tap su Participants (nella parte in basso dello schermo)
 * Premere su Invite
 * Scegliere il mezzo attraverso cui inviare il link di partecipazione ai
   mittenti (tramite e-mail o messaggio, per esempio)

Una volta invitati gli utenti, chi ha creato il meeting avrà la possibilità di
fare tap su ognuno di essi per utilizzare diverse funzioni: per esempio si
potranno silenziare, piuttosto che chiedergli di attivare la fotocamera,
eccetera.

Zoom (immagine: Zoom).

Facendo tap sul pulsante Chats (in basso a sinistra dello schermo), inoltre, si
potranno inviare messaggi di testo a tutti i partecipanti o solo a uno di essi.
Una volta terminata la videoconferenza, la si potrà chiudere facendo tap sulla
scritta rossa End in alto a destra: si potrà in ultimo scegliere se lasciare il
meeting (Leave Meeting), permettendo agli altri di continuare a interagire, o se
scollegare tutti (End Meeting).

 

 


WINDOWS FILE RECOVERY RECUPERA I FILE CANCELLATI PER SBAGLIO

È la prima app di questo tipo realizzata direttamente da Microsoft.

A tutti - beh, a quanti non hanno un backup efficiente - sarà capitato di
cancellare per errore un file, non solo mettendolo nel Cestino, ma facendolo
sparire apparentemente per sempre.

Recuperare i file cancellati ha tante più possibilità di riuscire quanto meno la
zona occupata da quei file è stata sovrascritta, ed è un lavoro per software
specializzati.

Fino a oggi, l'unica possibilità per i sistemi Windows era scegliere programmi
di terze parti. Ora Microsoft ha rilasciato una piccola utility che si occupa
proprio del recupero dei file.

Si chiama Windows File Recovery ed è disponibile gratuitamente sul Microsoft
Store.

Si tratta di un programma privo di interfaccia grafica: per adoperarlo bisogna
quindi superare la diffidenza per la linea di comando che alberga in molti
utenti di Windows.

L'utility ha tre modalità base di funzionamento. Default, suggerita per i drive
Ntfs, si rivolge alla Master File Table (MFT) per individuare i segmenti dei
file. Segment fa a meno della MFT e si basa invece sul rilevamento dei segmenti
(che contengono informazioni come il nome, la data, il tipo di file e via di
seguito). Signature, infine, si basa sul tipo di file: non avendo a disposizione
altre informazioni, cerca tutti i file di quel tipo (Microsoft consiglia questo
sistema per le unità esterne come chiavette Usb e schede SD).

Windows File Recovery è in grado di tentare il recupero da diversi filesystem -
quali Ntfs, exFat e ReFS - e per apprendere il suo utilizzo Microsoft ha messo a
disposizione una pagina d'aiuto (in inglese) sul sito ufficiale.

Qui sotto, alcune schermate di Windows File Recovery.


 

Leggi l'articolo originale su ZEUS News - https://www.zeusnews.it/n.php?c=28141

 


BLOATBOX RIPULISCE WINDOWS 10 DALLE APP INDESIDERATE

Bastano pochi clic per eliminare tutto il bloatware preinstallato.

Leggi l'articolo originale su ZEUS News - https://www.zeusnews.it/n.php?c=28201

Non si può dire che Windows 10 sia un sistema operativo essenziale: ogni nuova
installazione porta con sé, insieme al sistema vero e proprio, tutta una serie
di applicazioni che per la maggior parte degli utenti si rivelano inutili, se
non fastidiose, senza contare le aggiunte dei singoli produttori di Pc.

Rimuoverle a mano una a una è un compito tedioso, ma esiste una piccola
applicazione che facilita l'intera operazione: Bloatbox.

Nata come estensione per Spydish, app utile per gestire le informazioni
condivise con Microsoft da Windows 10 e più in generale le impostazioni del
sistema che coinvolgono la privacy, è poi diventata un software a sé.

Il motivo è un po' la medesima ragione di vita di Bloatbox: non rendere Spydish
troppo "grasso" (bloated), ossia ricco di funzioni che, per quanto utili, vadano
a incidere sulla possibilità di avere un'applicazione compatta, efficiente e
facile da usare.

Bloatbox si scarica da GitHub sotto forma di archivio .zip da estrarre sul Pc.
Una volta compiuta questa operazione non resta altro da fare che cliccare due
volte sul file Bloatbox.exe per avviare l'app.

La finestra principale mostra sulla sinistra una colonna in cui è presente la
lista di tutte le app installate in Windows, tra cui anche quelle che
normalmente non si possono disinstallare - come il Meteo, Microsoft News e via
di seguito - e quelle installate dal produttore del computer.

Ciò che occorre fare è selezionare quelle app che si intende rimuovere e, quando
si è soddisfatti, premere il pulsante , che le aggiungerà alla colonna di
destra, dove si trovano tutte le app condannate alla cancellazione.

A questo punto si può premere il pulsante Uninstall, posto nella parte inferiore
della colonna centrale, e il processo di disinstallazione inizierà.

L'ultima versione al momento in cui scriviamo mostra anche, nella colonna di
destra di un pratico link per effettuare una "pulizia generale" di una nuova
installazione di Windows 10, identificato dalla dicitura Start fresh if your
Windows 10 is loaded with bloat....

Cliccandolo, verranno aggiunte all'elenco di eliminazione tutte le app
preinstallate e considerate bloatware. Chiaramente l'elenco può essere
personalizzato a piacere rimuovendo da esso le app che si intende tenere tramite
il pulsante Remove selected.

 



 

 

 


IL SITO CHE INSTALLA TUTTE LE APP ESSENZIALI PER WINDOWS 10

Bastano pochi clic per ottenere un Pc perfettamente attrezzato, senza dover
scaricare ogni singolo software.

Reinstallare il sistema operativo è solo il primo passo, dopo un incidente al Pc
che abbia causato la necessità di ripartire da capo, tra quelli necessari per
arrivare a riavere un computer perfettamente configurato e utilizzabile.

A quel punto inizia infatti il processo di configurazione e di installazione di
tutte quelle grandi e piccole applicazioni che svolgono i vari compiti ai quali
il computer è dedicato. Si tratta di un'operazione che può essere lunga e
tediosa e che sarebbe bello poter automatizzare.

Una delle alternative migliori da tempo esistente è Ninite, sito che permette di
selezionare le app preferite e si occupa di scaricarle e installarle in
autonomia.


Da quando però Microsoft ha lanciato un proprio gestore di pacchetti (Winget)
sono spuntate delle alternative che a esso si appoggiano e, dato che funziona da
linea di comando, dette alternative si occupano di fornire un'interfaccia
grafica.

Una delle più interessanti è Winstall, che semplifica l'installazione delle app
dai repository messi a disposizione da Microsoft.

Winstall è una Progressive Web Application (Pwa), ossia un sito da visitare con
il proprio browser e che permette di scegliere le app da installare sul
computer; in questo senso, dal punto di vista dell'uso è molto simile al già
citato Ninite.

Diverso è però il funzionamento: se Ninite scarica i singoli installer dei vari
programmi, Winstall si appoggia a Winget, che quindi deve essere preventivamente
installato sul Pc.

Inoltre offre una propria funzionalità specifica, che il suo sviluppatore ha
battezzato Featured Pack.

Si tratta di gruppi di applicazioni unite da un tema o una funzionalità comune
(browser, strumenti di sviluppo, software per i giochi) che si possono
selezionare tutte insieme; Winstall si occupa quindi di generare il codice da
copiare nel Prompt dei Comandi per avviare l'installazione.

In alternativa si può scaricare un file .bat da eseguire, che si occupa di
invocare Winget per portare a termine il compito.

I Featured Pack sono infine personalizzabili: gli utenti sono invitati a creare
il proprio e a condividerlo.

Leggi l'articolo originale su ZEUS News - https://www.zeusnews.it/n.php?c=28369

 

 

Cos’è e a cosa serve la pasta madre

La pasta madre è un lievito naturale che permette di preparare un ottimo pane,
ma anche pizze e focacce. Conosciuta anche come pasta acida, la pasta madre è un
impasto che può essere realizzato in diversi modi. Ad esempio, la pasta madre si
può ottenere prelevando un impasto del pane da conservare grazie ai
“rinfreschi”, oppure preparando un semplice impasto di acqua e farina da
lasciare a contatto con l’aria, così che si arricchisca dei lieviti responsabili
dei processi fermentativi che consentono la lievitazione di pane e altri
prodotti da forno.

Gli impasti preparati con la pasta madre hanno generalmente bisogno di lievitare
per diverse ore, ma il risultato ripaga dell’attesa: pane, pizze e focacce
risulteranno infatti più gonfi, più digeribili, conservabili più a lungo e con
un sapore decisamente migliore.

La pasta madre, inoltre, accresce il valore nutrizionale del pane e di altri
prodotti da forno. Negli impasti preparati con la pasta madre diverse importanti
sostanze rimangono intatte e, grazie alla composizione chimica della pasta
madre, il nostro organismo riesce ad assimilare meglio i sali minerali presenti
nelle farine.

I lieviti della pasta madre, poi, favoriscono la crescita di batteri buoni
nell’intestino, favorendo un buon equilibrio del microbiota e migliorando così
la digestione. È importante anche notare che il pane preparato con lievito
naturale possiede un indice glicemico inferiore rispetto al pane realizzato con
altri lieviti. Questo significa che quando i carboidrati presenti nel pane
vengono assimilati sotto forma di glucosio, questo si riversa più lentamente nel
flusso sanguigno, evitando picchi glicemici.

Oltre a conferire al pane proprietà organolettiche e nutrizionali migliori, la
pasta madre presenta altri vantaggi. Grazie ai rinfreschi, si può infatti avere
a disposizione questo straordinario lievito naturale a lungo; in più, la pasta
madre può essere preparata con vari tipi di farine, anche senza glutine.

La dieta senza glutine è l’unica terapia per le persone celiache e per chi
presenta sensibilità verso le proteine del frumento e in altri cereali come orzo
e farro. Inoltre, ridurre il consumo di glutine può migliorare alcuni disturbi
intestinali ed è consigliato anche a chi vuole seguire un regime alimentare
antinfiammatorio.

 

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Nostra Madre Terra - Articoli

http://www.rivistamissioniconsolata.it/cerca.php?cat=12

 

Dai termovalorizzatori alla raccolta differenziata

http://www.rivistamissioniconsolata.it/cerca.php?azione=det&id=2548

 

Video Marco Bava Giuseppe Catizone 6 marzo 2009

http://video.google.it/videoplay?docid=-2712874453540054702&hl=it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Videoinforma :  www marcobava.it